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lunedì 07 ottobre 2024
 
 

«Ministro, basta bugie sugli F-35»

02/08/2013  L’intervento del responsabile della Difesa al Senato riapre le polemiche. Secondo l’associazione pacifista è confermata «l’assoluta inconsistenza delle motivazioni di fondo per l’acquisto dei costosissimi caccia».

Interviene al Senato il ministro della Difesa Mauro sugli F-35 e si riaprono le polemiche. Secondo la Rete Italiana per il Disarmo, proprio le parole del Ministro hanno confermato «l’assoluta inconsistenza delle motivazioni di fondo per l’acquisto dei costosissimi caccia».

Il ministro ha finalmente ammesso che non ci sarebbero penali in caso di revoca, in quanto i contratti, sottoscritti con il Governo degli Stati Uniti, vengono definiti annualmente. Tuttavia, ha aggiunto che, in caso di ritiro dal programma, «non capiremmo per quale ragione abbiamo già speso 3 miliardi e mezzo di euro per la portaerei Cavour», che, insieme alla francese De Gaulle, dovrebbe essere l’unica nave in Europa a ospitare gli F-35 a decollo verticale.

Francesco Vignarca, coordinatore nazionale della campagna “Taglia le ali alle armi!”, commenta: «Emerge chiaramente la scarsa considerazione in cui è stato tenuto il Parlamento, costretto in questi anni a sorbirsi numeri fasulli e non completi relativamente al programma. Come è accaduto oggi nel conteggio dei costi sostenuti per la Cavour: i 3,5 miliardi sono una cifra molto al di sopra del prezzo di produzione della stessa e probabilmente comprendono anche le spese sostenute per la gestione, l’esercizio e l’addestramento».

Secondo la Rete Disarmo, non potendo addurre motivazioni strategiche, militari e operative serie, «si continuano a cercare le motivazioni più disparate e inconsistenti».

Dopo le penali, ormai smentite, e l’ipotetico ritorno tecnologico e occupazionale, che non regge più nemmeno con previsioni ridotte ai minimi termini, «si arriva ora all’acquisto dei caccia come mera conseguenza della precedente scelta di varare la portaerei Cavour». Si chiede: «Giustifichereste mai l’acquisto di nuovi treni ultraveloci con i costi già assunti per la costruzione e la gestione delle stazioni in cui si fermeranno? È un “effetto domino” costoso e insensato che non reggerebbe in qualsiasi altro contesto». Al momento, le stime più attendibili, quelle della campagna “Taglia le ali alle armi!”, parlano per i 90 velivoli di 12 miliardi di euro come costo iniziale d’acquisto e di 52 miliardi nei prossimi 40 anni come proiezione per la gestione.

Ma la Rete Disarmo critica anche un’altra presa di posizione di Mauro. Sempre al Senato, il ministro ha detto: «La Difesa nei Paesi europei è inefficiente perché ciascuno va per la propria strada. I dati del 2011 indicano che i Paesi europei hanno speso nel complesso 29,2 miliardi di euro per l'acquisizione di sistemi d'arma ed equipaggiamenti, ma di questi, solo 7,3 miliardi sono andati a programmi condotti in cooperazione tra due o più Paesi dell'Ue». E la domanda della Rete Disarmo sorge spontanea: «Tra i Paesi che stanno andando per la propria strada privilegiando una coproduzione extra-UE e succube invece delle indicazioni strategiche ed operative di Washington non c’è proprio l’Italia con la sua ostinata decisione di proseguire nell’acquisto dei caccia F-35?»

 
 
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