Ho un figlio adottato di diciotto anni. E non lo sopporto più: fa quello che vuole, non è mai puntuale ai rientri, ripete un professionale e dice che la scuola non serve a niente. Era così carino, servizievole, tenero... Ma che cosa è successo?
MAMMA LUIGIA
Risposta di Mariateresa Zattoni
– È successo, cara mamma adottiva, che è scoppiata l’adolescenza! «Ho in casa un figlio che non conosco», mi diceva una madre, e io non trovo una defi nizione migliore di adolescenza! Ma qui ne va il rapporto con te: a proposito, hai anche un marito, pure lui adottivo dello stesso figlio? E perché non lo nomini? Lasciami indovinare: perché lui, suo padre, gliele dà tutte vinte? Ebbene, cara Luigia, questo figlio vi sta facendo un gran regalo: sta svegliando la coppia genitoriale.
È a dire: restate uniti, concedetevi le vostre diversità, vostro fi glio ha bisogno di tutti e due! Ora, però, permettiamoci di sostare un poco nei panni di tuo figlio: lo tsunami dell’adolescenza per lui ha comportato lo svegliarsi di certe domande prima silenziate. “Perché proprio io non ho i “miei” genitori?”; “perché non li conosco?”; «perché sono stato “buttato via”?; “e dovrei anche ringraziare questi due che mi sono venuti a prendere in istituto, già bell’e fatto a sei anni?”; “ma perché mi sono venuti a prendere?”.
Domande cruciali, devastanti,e l’ex bravo bambino sembra diventato irriconoscibile. Provate a dirgli, insieme, proprio ora che mostra la propria disperazione: «Non ti cambieremmo con nessuno al mondo!». E lasciate che non arrivino risposte immediate.