Mio figlio di 13 anni ha spesso crisi di rabbia esplosive. A scuola sembra che tutto vada bene ma a casa le cose sono ben diverse. È eternamente arrabbiato con noi genitori, spesso in conflitto e risponde male.
Difficile fare interventi in cui dare regole perché alza la voce e arriva anche a minacciarci. A volte accade che si mette a piangere e chiede scusa, dicendo che gli spiace essere così, che ci vuole bene ma che ha dentro qualcosa che fatica a tenere sotto controllo.
Gli abbiamo proposto di rivolgersi ad uno psicologo ma lui ha affermato che piuttosto si farà “murare vivo” nella sua stanza (cito testualmente). Chiaramente io e suo padre siamo disorientati. Cosa si fa in questi casi?
BARBARA
Risposta di Alberto Pellai
– Cara Barbara, siete nel pieno dell’età dello tsunami, che è il termine con cui io e Barbara Tamborini abbiamo definito la preadolescenza in un fortunato omonimo saggio per genitori, che ti consiglio di leggere (De Agostini ed.).
In effetti, sbalzi d’umore, crisi esplosive e sregolazione emotiva sono aspetti tipici di questa fase della crescita. Questo non comporta però che un figlio non debba imparare a darsi limiti e a esprimere il suo disagio e la sua rabbia in modo diversi da ciò che fa il vostro ragazzo. Avete fatto bene a consigliare un supporto psicologico. Come avete constatato, però, ai ragazzi risulta difficile – molto più che alle ragazze – affidarsi a uno psicologo per affrontare le proprie difficoltà.
Spesso i maschi crescono aderendo al modello del “vero uomo”, un modello in cui il vissuto emotivo viene molte volte negato o invalidato e la richiesta di aiuto è vissuta come una vulnerabilità individuale e non come una risorsa per affrontare una sfida evolutiva o di vita. Questo rischia di lasciare spesso i maschi in una condizione di analfabetismo emotivo che può causare loro grandi problemi anche nell’adultità.
Di fronte a una sfida così complessa, direi anche a voi genitori di non rimanere soli e in balia degli eventi. Potrebbe esservi utile rivolgervi a un consultorio familiare del vostro territorio, spiegare cosa sta succedendo in casa vostra e farvi supportare rispetto a ruolo e funzioni genitoriali. Un’alternativa potrebbe essere interpellare un terapeuta di indirizzo sistemico-familiare che vi prenderà in carico come nucleo familiare.
Il ragazzo, così, parteciperà a sessioni non rivolte a lui, ma a tutti voi insieme. Leggi e fagli leggere La tua stella polare di E. Castiglioni (Il castoro), un libro di auto-aiuto per giovanissimi che, tramite la mindfulness, aiuta a far conquistare maggiore consapevolezza e autoregolazione.