Mio marito mi dice che sono prima figlia e poi moglie. Ma che ci posso fare io se mio padre mi riempie di telefonate, vuole sempre sapere dove sono (sono ormai cinque anni che siamo saliti a Torino per lavoro e abbiamo perfino comprato casa), mi chiede perché abbiamo scelto una meta piuttosto che un’altra… quando poi lui e mia madre arrivano dal Sud, si siedono a tavola e criticano me (non lui!) per come vizio la mia piccola… Sì, lo so, sono al centro dei pensieri di mio padre, ma che ci posso fare?
ROSAMARIA
— È vero, cara Rosamaria, tu non puoi cambiare tuo padre! Ma mettergli dei paletti puoi, eccome! Se lui vi telefona e vi chiede dove siete e perché, una risposta sana sarebbe: «Sono con mio marito, papà!», magari con voce allegra, senza dilungarti su dove vai e perché! Questo sarebbe ossigeno non tanto per tuo marito, ma per la vostra coppia! E questo, alla lunga, potrebbe far bene anche al tuo beneamato papà che (magari) si accorge di avere la moglie che lo vorrebbe alleato! Prendiamo la scena “torinese” del padre a tavola che critica su come vizi vostra figlia, senza dar diritto di parola al legittimo padre (di vostra figlia). È vero, critica te neomamma, ma cancella colui che ha lo stesso titolo, che è padre come lui! Forse stai pensando, cara Rosamaria, che non è vero che non ci puoi far niente, che potresti tu rivolgerti al padre di vostra figlia, in presenza del nonno… Infatti, invece che sentirti impotente nei confronti di tuo padre, prova a dare a colui che ti ha fatto madre il posto che gli spetta: interpellalo, chiedi il suo parere, citalo, riporta le sue parole, del tipo: «Io e mio marito abbiamo deciso che…». In fondo lui ti ha fatto il regalo di dirti che prima sei figlia e poi moglie: vuole il posto che gli spetta e che tu hai concordato con lui quando gli hai detto Sì. Lasciaci sorridere, cara “prima figlia”: non si tratta di “uccidere” tuo padre, né di cambiarlo: si tratta di mettere i paletti con allegria, con simpatia… e di non tentare di giustificare tuo padre presso tuo marito… Voi, sposandovi, avete “fondato una città”, costruito un perimetro (come diciamo in A pranzo da mamma), costituito un noi fondato sull’alleanza reciproca. Può forse un padre un po’ intrusivo, un po’ preoccupato, un po’ arrogante… smantellare il vostro “noi”?!