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lunedì 07 ottobre 2024
 
In famiglia
 

Mio marito non sopporta mio figlio e io non sopporto lui

13/02/2019 

Mio marito non può sopportare mio figlio, 35 anni, ancora in casa, con un lavoro precario. Lui gli dice: «Non arriverai mai dove sono arrivato io...». Ed io non sopporto che lui, padre, gli elenchi tutti i propri successi. Mio figlio – lo vedo – si chiude, si inibisce. Qualche volta dà pugni al muro fino a farsi male e così rimane sempre più incastrato nel suo non far niente. Ma perché mio marito non capisce?

LUCIA

Ti sento molto esasperata, cara Lucia: e più ti racconti che questo tuo povero figlio ha un padre impossibile, e più ti esasperi, diventi amara, piena di risentimento. Che tuo figlio, che tu ami tanto, non può non cogliere! E così, permettimi di dirtelo in modo un po’ brusco e diretto, ti fa da cassa di risonanza. Lui, questo figlio così “sfortunato” anche sul lavoro – come ci racconti – non può misurarsi con suo padre, professionista di successo, e vive il tuo stesso livore, la tua rabbia palpabile. È il suo modo di esserti figlio, di schierarsi con te, di farti sentire (anche senza parole) quanto lui figlio ti capisce! Ma forse, con il mio tono così diretto, anche io ti esaspero, rischio di farti sentire colpevole e tu ti trinceri ancora di più sulle tue ragioni. Perdonami, cara Lucia: desidero soltanto scuoterti da questa tua catena di pensieri che fanno male a tutti. Prova a non parlare più in termini così possessivi: mio figlio, mio marito, e prova a parlare in noi. Il noi guarisce, ci fa sentire più leggeri, più solidali. E magari ci fa vedere un po’ di luce in fondo al tunnel. Prova a dire dentro di te: «Abbiamo un figlio che non è ancora autonomo», e prova a dire a tuo marito: «Tu ce la metti tutta per spingere nostro figlio a darsi da fare; gli parli di te perché vorresti che ti imitasse... Ma sei sicuro che proprio di questo abbia bisogno nostro figlio?». E prova a dire a vostro figlio: «Noi genitori cerchiamo di aiutarti come possiamo. Pensa che tuo padre ti parla persino dei suoi successi per spronarti. Ma se questo ti fa mordere il freno della rabbia, prova a dircelo, vedrai: cercheremo di aiutarti». Non ti pare che il “noi” sia più rassicurante? Prova a costruire un noi che non divide, che abbatte barriere… Prova a smettere di darti ragione. Non per negare la realtà, ma per permetterle di fiorire...

 
 
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