Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
sabato 24 maggio 2025
 
Qatar 2022
 

Quando gli affari sconfiggono lo sport

27/05/2015  Ancor prima che scoppiassero gli scandali s'era capito che nell'assegnare i Mondiali al Qatar le esigenze degli affari avevano stravinto su quelle dello sport.

Le polemiche attorno all’assegnazione nel 2010 contestuale – mai accaduto prima – dei mondiali di calcio del 2018 alla Russia e del 2022 al Qatar sono sorte nell’immediato.

Ancor prima che spuntassero i sospetti di corruzione era parso a molti chiaro che le ragioni dello sport (giocatori, spettatori, società, allenatori di Nazionale e club) erano finite in minoranza rispetto a quelle degli affari, sconfitte dagli "argomenti" degli sceicchi e dei magnati. E comunque anche i sospetti si erano manifestati  presto e messi nero su bianco dal Rapporto, secretato da Blatter, dell’indagine interna condotta dall’ex procuratore americano Garcia, finita per la Fifa in una bolla di sapone: “Nessuna corruzione, solo sospetti”. Conclusioni dalle quali Garcia si è apertamente dissociato. Non a caso, l’indagine dell’Fbi, ha radici in quel rapporto e le ragioni dello sport paiono tanto più neglette.

Al netto dell’indagine e dei sospetti,  c’erano altri problemi, a tutti evidenti. Eppure ci sono voluti anni, fino al 2013, perché la Fifa cominciasse a porsi seriamente il problema pratico – quello politico di dar la vetrina  a Paesi con diritti periclitanti non se l’è posto mai -: in Qatar, tra giugno e luglio, quando si giocano per solito i Mondiali, ci sono puro deserto e 50 gradi all’ombra. Non che ci volesse Mago Merlino per  immaginare che trattandosi di giocare a calcio sarebbe stato quantomeno un po’ complicato.

All’inizio i signori della Fifa si erano immaginati fantasmagorici stadi refrigerati, poi hanno ripiegato non tante settimane fa sull’uovo di Colombo, più economico certo e più prosaico: niente tecnologie avveniristiche ma un più prosaico spostamento dei Mondiali prima di Natale.  Dal 19 marzo scorso sappiamo che la finale del 2022 si giocherà il 18 dicembre e che il Mondiale durerà 28 giorni.

Con quali alti lai da parte delle società di calcio per le conseguenze sui campionati possiamo immaginare.   

WhatsApp logo
Segui il nostro canale WhatsApp
Notizie di valore, nessuno spam.
ISCRIVITI
Segui il Giubileo 2025 con Famiglia Cristiana
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo