Monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, potrà continuare il proprio mandato per altri due anni. Lo ha appena annunciato egli stesso, con una nota. «Ho accolto la decisione del Papa confidando nel Suo sostegno spirituale e pastorale e in quello dei sacerdoti, dei diaconi, delle religiose, religiosi e laici della Diocesi» scrive il presule. «Ringrazio sentitamente il Santo Padre per la fiducia accordatami e chiedo la preghiera di tutti per continuare a svolgere il mio ministero con impegno e generosità».
74 anni, originario di Rossiglione (provincia di Genova, diocesi di Acqui Terme), sacerdote dal 1968, vescovo dal 1991, monsignor Nosiglia guida la Chiesa torinese dall’11 ottobre del 2010, dopo aver ricoperto importanti incarichi in organismi ecclesiali nazionali e internazionali. Tra i tanti aspetti del suo episcopato, spicca una marcata attenzione per le situazioni di fragilità e disagio sociale. In una città fortemente impoverita dalla crisi economica e segnata da crescenti diseguaglianze, l’Arcivescovo ha costantemente richiamato l’attenzione della Chiesa e dell’intera società sulle situazioni più critiche. Ecco allora il sostegno alle famiglie rimaste senza lavoro o colpite da sfratto incolpevole (un sostegno spirituale ma anche materiale, attraverso soluzioni di coabitazione e residenze sociali, spesso ricavate negli spazi di istituti religiosi). Ecco la vicinanza alle persona senza fissa dimora (alcune delle quali, soprattutto nei mesi più freddi, vengono ospitate negli spazi dell’episcopio), l’attenzione per i migranti (con la disponibilità ad accogliere profughi e rifugiati, coinvolgendo realtà religiose e laiche, ma anche reti di famiglie), senza dimenticare le frequenti visite ai campi rom.
Inoltre monsignor Nosiglia si è fatto promotore dell’Agorà del Sociale, un progetto di ampio respiro che punta a coinvolgere Chiesa, istituzioni del territorio e società civile, per trovare insieme soluzioni concrete alla crisi e promuovere progetti di sviluppo umano. Tantissimi gli appuntamenti e i momenti forti che, nel corso degli ultimi nove anni, hanno coinvolto la Chiesa torinese e il suo pastore. Uno su tutti: il bicentenario della nascita di San Giovanni Bosco, celebrato nel 2015. Per l’occasione venne organizzata, tra l’altro, un’ostensione della Sindone, con migliaia di pellegrini da ogni angolo del pianeta. In quei giorni intensi, papa Francesco volle visitare Torino, per onorare la memoria di don Bosco e per pregare davanti al Sudario, ma anche per rinsaldare i legami con la sua terra d’origine, il Piemonte, per la quale serba un amore speciale. Fu, per la Chiesa e per l’intera città, un’esperienza straordinaria, destinata a lasciare memorie profonde nel cuore di tutti.
Ora, in un momento segnato da grandi cambiamenti, nel quale Torino sta cercando, non senza fatiche e strappi, di ridefinire la propria identità, gli ulteriori due anni di mandato consentiranno a monsignor Nosiglia di rafforzare ulteriormente il suo impegno, quanto mai indispensabile, a fianco degli ultimi e di proseguire il cammino intrapreso insieme a tutte le realtà della Diocesi.