Dieci anni fa moriva monsignor Remigio Musaragno per anni a fianco degli studenti stranieri in Italia. Oggi pomeriggio, presso la sede della Fondazione Migrantes a Roma un convegno con tante testimonianze per ricordare la sua figura e il suo impegno, la sua passione e la sua intelligenza a sostenere centinaia e centinaia di giovani venuti in Italia dai Paesi cosiddetti in via di sviluppo per fare un percorso di studio. Di origini venete, ma biellese d’adozione e nel dopoguerra si trasferì con la sua famiglia a Mongrando. Compì i suoi studi sacerdotali a Treviso ed in quella città fu consacrato sacerdote il 21 gennaio del 1951. Nel 1957 mentre lavora presso Propaganda Fide, ha cominciato la sua attività in favore degli studenti stranieri in Italia attraverso l’Ufficio centrale studenti esteri in Italia (UCSEI). Negli anni ’60 la sua attività si allarga a diverse città universitarie, Roma, Milano, Bologna, Firenze, Perugia e Napoli. Nel 1970, a Roma, dove fonda il Centro Culturale Internazionale Giovanni XXIII, una casa di accoglienza per universitari di una cinquantina di nazioni diverse.
L’incontro, promosso dalla Migrantes, è stato voluto per essere anche un momento di confronto e di scambio, tra alcuni degli ex studenti e alcuni dei collaboratori e amici, per riflettere sulle figura di questo sacerdote. “Essere studenti esteri o immigrati per motivi di lavoro si è sempre gente che vive fuori della propria patria, galleggianti su una piattaforma mobile, privi di sicurezza per l’oggi e per il domani, con cuore aperto e riconoscente verso chi porge una mano per sollevare da questa condizione di sofferta precarietà”, ha scritto p. Bruno Mioli (per anni responsabile della pastorale con gli immigrati e rifugiati della Fondazione Migrantes) nel volume “Dalla parte degli studenti esteri. La buona battaglia di don Remigio Musaragno” presentato a Roma in occasione degli 80 anni del sacerdote. L’esperienza universitaria e formativa all’estero rappresenta “una singolare occasione culturale che il giovane è chiamato responsabilmente a vivere, soprattutto quando viene dal Sud del mondo e non ha alle spalle una famiglia abbiente”, dice Maurizio Certini, direttore del Centro Studenti Internazionali “Giorgio La Pira” di Firenze, nato oltre 40 anni fa su iniziativa dell’allora card. Giovanni Benelli e che quest0’anno ha ricevuto uno dei Fiorini d’Oro assegnati in occasione della festa patronale di san Giovanni Battista dal comune di Firenze. Per Certini occorre oggi “una speciale attenzione, per adeguare con creatività l’impegno istituzionale, associativo, ecclesiale, che dev’essere coordinato e attento alle differenze culturali e religiose, per accompagnare integralmente lo studente nel cammino intrapreso e aiutarlo a non smarrirsi, e aiutarlo, anzi, a percepirsi come potenziale ponte di buone relazioni internazionali”.
Oggi il numero degli studenti stranieri nelle università statali italiane (dato a.a. 2016-2017) è pari a circa 76mila. Di questi circa 10mila provengono dall’Albania, circa 9mila dalla Romania, oltre 7mila dalla Cina e poi Iran, Ucraina, Moldavia, Camerun, Perù.
Durante l’incontro, introdotto dal direttore generale della Fondazione Migrantes, don Giovanni De Robertis, tante testimonianze sull’opera di don Musaragno nel campo del diritto allo studio, della formazione umana e culturale, dell’incontro interculturale, del ruolo degli studenti stranieri nella cooperazione allo sviluppo con i paesi di origine. Seguirà una celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo ausiliare di Roma, Mons. Gianpiero Palmieri.