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lunedì 07 ottobre 2024
 
il discorso
 

Monsignor Delpini: «Ecco perché Arnaud Beltrame è un martire»

26/03/2018  L’Arcivescovo di Milano nella veglia con i giovani della Diocesi: «Sentiamo l’incoraggiamento che ci viene dai martiri come il gendarme Arnaud Beltrame, che in Francia si è sacrificato per liberare gli ostaggi»

La parte migliore Proposta per un cammino di fede

Viene Gesù, viene a casa tua

Secondo me Marta aveva più o meno 25 anni. Quando si annunciò la visita di Gesù a Betania fu invasa da una tempesta di pensieri. “Viene Gesù! Come è possibile? Viene proprio da me, qui dove non viene nessuno. Non sono riuscita a combinare niente nella vita, non sono interessante per nessuno, sono una zitella senza speranze, ho già 25 anni! Sì sono una brava cuoca, ma qui in casa mi trattano come la serva! Possibile che Gesù venga proprio da me?”.

Secondo me Maria aveva 20 anni. Quando si annunciò la visita di Gesù a Betania, Maria era tutta agitata. “Viene Gesù! E adesso? Sono tutta confusa, ho tanta voglia di parlare e non so che cosa dire! Ho dentro un groviglio di sentimenti, provo emozioni tempestose, vivo momenti di euforia e momenti di disperazione, mi invadono rabbia e invidia, slanci di generosità e desideri di santità. E adesso viene Gesù! Che cosa faccio?”.

Secondo me Lazzaro aveva 17 anni. Quando si annunciò la visita di Gesù a Betania, Lazzaro era quasi indifferente. “Viene Gesù, ma viene per gli altri. Viene per le mie sorelle, trova comodo fermarsi qui nel viaggio verso Gerusalemme. Viene perché Marta cucina bene e Maria lo ascolta volentieri, viene perché qui c’è spazio e può fermarsi con i suoi discepoli. Viene Gesù, ma viene per gli altri!”. Insomma ciascuno ha i suoi complessi, le sue paure, le sue frustrazioni. Eppure Gesù entra nella casa ospitale di Betania. Un ragazzo, una ragazza possono essere tentati di sottovalutarsi, di ritenersi inadatti alla vita, di ritenere che “Se nella vita c’è qualche cosa di buono, non è certo per me”, di non ritenersi all’altezza di una visita di Gesù, di una familiarità speciale con lui, di una decisione di seguirlo sul serio. “Non sono capace, non valgo niente, non riesco ad essere costante, non godo la stima degli altri….”

Gesù, invece ha stima di te, riconosce in te la vocazione ad essere figlio di Dio, sa che, proprio così come sei fatto, sei adatto alla vita e la gente, la casa, la società si aspettano qualche cosa da te e hanno bisogno di te.

L’itinerario della fede e i martiri di oggi

  

La sosta di Gesù nella casa di Marta e dei suoi fratelli può aiutare a farsi una idea di come si possa svolgere un cammino di fede. Posso proporre tre tappe.

Gesù entra come un ospite di passaggio.

Gesù è accolto come un ospite, una presenza a scadenza. Presto deve ripartire. È un ospite interessante: la sua presenza onora la casa, è una occasione per fare festa, è un privilegio ospitare Gesù. Marta mette in mostra tutte le sue capacità organizzative e tutta la sua competenza in cucina. Gesù è un ospite di passaggio. Forse si può vivere così il rapporto con Gesù: di tanto in tanto visita la mia casa. Ci sono occasioni di incontro. Sono momenti belli. Talora sono momenti di qualche tensione per organizzare bene ogni cosa. Ma poi Gesù passa oltre. È un ospite di passaggio. La vita di casa riprende come prima.

Gesù diventa l’amico.

La conoscenza si approfondisce, la sua parola affascina, la sua amorevolezza conquista, la sua benevolenza consola nei momenti duri della vita. Nasce un’amicizia. Si può dire: “Il mio amico Gesù”. Nell’amicizia c’è una intesa che rende desiderati i momenti da condividere, c’è un trovarsi bene insieme che favorisce la confidenza, lo sfogo, la condivisione dei sogni, delle paure, delle scoperte. Con gli amici si sta volentieri, si inventano occasioni per trovarsi, si organizzano anche imprese affascinanti per conquistare una cima o per prestare soccorso in una emergenza. Quando cresce l’amicizia con Gesù, molti tratti dell’amicizia umana si ritrovano nelle soste prolungate, nella confidenza semplice, nel ricordo frequente di qualche sua parola intensa di fascino e di verità. Anche se non è sempre in casa, si sa che sull’amico si può contare, si pensa spesso a lui e si sa che lui pensa spesso a me. È intensa l’attesa per rivedersi. Uno si sveglia al mattino e, se immagina di rivedere l’amico, già sente che si tratta di una buona giornata. Fa bene incontrare gli amici, anche se uno sa che più di tanto non può aspettarsi

Gesù risurrezione e vita.

È il Signore! Ma quando si affrontano le domande serie della vita, quando si devono affrontare le scelte che decidono di sé e di quelli che ci stanno a cuore, quando la casa è visitata dalle prove estreme, allora si riceve la grazia della fede. Gesù si rivela non solo un ospite di passaggio, non solo un amico affezionato, ma colui che è risurrezione e vita, colui che ha parola di vita eterna, colui che attraversa anche la morte perché vinca la vita. La fede riconosce in Gesù l’unico necessario e nella sua parola la verità essenziale e nello stare con lui la scelta migliore. Chi chiede il battesimo esprime questa persuasione di fede: abbiamo bisogno di Gesù, non possiamo fare a meno di lui, senza di lui non possiamo fare nulla. Tutti noi che ci prepariamo a vivere la Pasqua professiamo la nostra fede: vieni, Signore Gesù, vieni nella nostra vita, vieni nella nostra casa, risveglia la nostra fede perché non sia un complemento ornamentale dei nostri pensieri, un angolino di preghiera nel nostro tempo, uno slancio di generosità nel nostro tempo libero, ma sia la grazia di dimorare in te, di vivere per te, di sperare in te in questa vita e di incontrarti e di vederti faccia a faccia nella gloria eterna. Tutti noi che siamo raccolti in questa veglia sentiamo l’incoraggiamento e la commozione che ci viene dalla testimonianza dei martiri: uomini e donne che per la loro fede soffrono, sono esuli dalla loro casa e dalla loro terra, ridotti in povertà, eppure confessano la loro fede e cantano la loro preghiera perché credono che Gesù è Signore e in lui solo c’è speranza di vita eterna e tutto il mondo non è niente in confronto alla gioia e alla promessa che viene dalla Pasqua di Gesù.

Martiri del nostro tempo, come questo poliziotto che si è sacrificato in Francia per liberare gli ostaggi, e tante persone che non vengono citate dai giornali, che non vivono la fede come un residuo a cui dedicare qualche momento la domenica, ma come la ragione per vivere e morire.

Noi siamo qui a professare la nostra fede. Vieni Signore Gesù non solo come l'ospite che poi se ne va, non solo come l'amico che regala qualche momento di fraterna condivisione, ma come il Signore, colui che è resurrezione di vita eterna, e tutto il mondo è come niente di fronte alla promessa della Pasqua di Gesù. Solo per lui vale la pena di lasciare tutto.

"L'Editto" di Delpini per i giovani: «Con il cellulare, chiamate un amico in Europa»

«Prendete il cellulare, pensate a un amico che abita in Europa, italiano o di altri Paesi, e scrivete un messaggio spiegando che il Vescovo ha detto che la vostra amicizia costruirà l’Europa. Mentre i nostri nonni si sono fatti la guerra, i bisnonni arricchiti saccheggiando i Paesi di tutto il pianeta, noi vogliamo costruire non l’Europa delle leggi complicate, dei mercanti o delle banche, ma quella dei popoli perché sappiamo che la culla di questo Continente è la fede nel Signore. È il Cristianesimo che lo rende accogliente e dà futuro. Guardate avanti, siete i protagonisti di una nuova civiltà. Sogno un’Europa fatta di una rete di amicizia, di ragazzi che si incontrano, di persone che vivono insieme il loro tempo per la solidarietà e la speranza, per edificare un benessere condiviso. Così i cristiani europei saranno un messaggio per tutti i cittadini. L’Europa non è un luogo di vecchi egoisti preoccupati solo di difendere i loro privilegi»

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