Monsignor Nunzio Galantino, 72 anni. Il 26 giugno 2018, è stato nominato da papa Francesco Presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa).Tutte le foto di questo servizio sono dell'agenzia di stampa Ansa.
«Le perdite dell’investimento di Londra sono state sopportate dal fondo di riserva e non dall’Obolo di San Pietro o da quello a disposizione del Santo Padre». Monsignor Nunzio Galantino fa chiarezza sugli ultimi fatti di cronaca in un’intervista esclusiva che Famiglia Cristiana pubblica nel numero 47 attualmente in edicola. «Non siamo un’azienda. Il nostro compito non è fare profitti», spiega il presidente dell’Apsa (Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica). Che precisa cos’è chiamato a gestire: «Parliamo di tutto ciò (denaro o immobili) che, nel tempo, con modalità e per scopi diversi, è entrato a far parte del Patrimonio della Santa Sede. Un patrimonio che ha una sola finalità: sostenere la vita e la missione della Chiesa nel mondo. In tutte le sue forme: dalla evangelizzazione alla carità, dalla promozione umana a quella che Antonio Rosmini chiamava la “carità intellettuale”. Si tratta di un patrimonio in gran parte frutto di donazioni e offerte dei fedeli. Dal momento, poi, che non sempre quanto ricevuto è stato subito speso, si è provveduto anche a fare degli investimenti. Come ha ricordato infatti il Papa tornando dal suo viaggio in Giappone: “È imprudente mettere il denaro (residuo) in un cassetto e non investirlo”».
«Quello della Chiesa è un bilancio di missione», conclude Galantino, «nel senso che ai singoli dicasteri la Chiesa offre dei servizi legati alla sua missione, che hanno dei costi. Si pensi solo ai circa 5 mila dipendenti o alla manutenzione e gestione degli immobili che ospitano l’attività dei singoli dicasteri. Qualche numero: la media delle spese, stabile in questi ultimi anni, si attesta sui 330 milioni.; mentre le entrate si aggirano sui 270 milioni».