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Mons. Zuppi: contro la disoccupazione, dalla parte della famiglia. Il nuovo patto di Bologna

22/05/2017  Fatti, non parole, per aiutare concretamente le famiglie con lungimiranza, fuori da ogni logica di assistenzialismo...

Fatti, non parole, per aiutare concretamente le famiglie con lungimiranza, fuori da ogni logica di assistenzialismo. Parte da Bologna un nuovo patto di solidarietà per arginare il dramma della disoccupazione giovanile e della perdita del lavoro in età già avanzata. L’iniziativa, denominata Insieme per il lavoro, viene dalla Curia e dal vescovo Matteo Zuppi che ha firmato un protocollo col Comune e con Unindustria.

 

L’Arcidiocesi per il momento ha investito nel progetto per ora cinque milioni di euro, provenienti dai dividenti della Faac, la multinazionale ereditata dalla Chiesa bolognese, il Comune ne ha aggiunti altri, per una cifra che supera i sei. Il piano è metropolitano e si estende alla città di Bologna e alla sua provincia.

 

Il primo intervento riguarderà le assunzioni nel campo dei periti industriali, un settore giudicato carente dalle indagini conoscitive che hanno impegnato gli esperti della Curia in questo anno di preparazione. Concretamente, verranno avviati corsi di formazione e tirocini per riqualificare i disoccupati che già hanno competenze in settori simili. Corsi brevi e borse lavoro finalizzate all’assunzione nelle aziende che già hanno dichiarato la loro disponibilità, il tutto finanziato coi fondi messi a disposizione dal protocollo.

 

Per quanto riguarda la curia bolognese, i fondi saranno gestiti dalla Fondazione San Petronio, che già gestisce l’accoglienza e la mensa dei poveri della Caritas, mentre Legacoop e Confcooperative avranno un ruolo di mediazione tra candidati e aziende. Nella bozza del piano anticrisi, inoltre, è previsto un fondo di garanzia riservato al finanziamento di nuovi progetti aziendali.

 

Nell’ottica del vescovo Zuppi il sostegno al lavoro è una forma di aiuto concreto alla famiglia. Più volte il nuovo vescovo di Bologna si è espresso con chiarezza su questo tema. Recentemente, intervenendo a un convegno delle Acli, ha usato parole incisive. “La difesa della famiglia conviene a tutti, laici e cattolici”, ha dichiarato. Laici e cattolici hanno litigato troppo sulla definizione di “famiglia”, adesso servono politiche serie e durature per sostenerla. Anche la chiesa ha fatto degli sbagli. “Abbiamo fatto moltissimi corsi prematrimoniali ma non ci siamo accorti di quello che ci stava accadendo intorno, non abbiamo saputo comunicare la bellezza della famiglia”, ha detto.

 

“I miei genitori si sono incontrati nel ’46 ad aprile e si sono sposati ad ottobre, senza corsi”, ha aggiunto, “il loro matrimonio è durato 48 anni”.

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