Mario Monti ha titoli accademici e meriti in sovrabbondanza per essere nominato dal Capo dello Stato senatore a vita. Ma è chiaro che la decisione a sorpresa del presidente Napolitano, che sconvolge la scena in una giornata di per sé già molto convulsa e, è dettata da motivazioni che vanno ben oltre l’onore del laticlavio.
Con una procedura d’urgenza inedita nella storia della Prima e della Seconda Repubblica, il Colle ha messo il sigillo sul suo candidato alla presidenza del Consiglio dopo l’abbandono di Berlusconi. Un segnale forte, inequivocabile, una prova di forza inconsueta, che rompe gli schemi, adottata con gli strumenti che gli sono concessi dalla Costituzione. In un momento cruciale per il Paese, nella bufera della speculazione finanziaria, con lo spread ai massimi.
Il nome di Monti circola da settimane. Sarà quasi certamente lui l’uomo designato dal Presidente per gestire l’emergenza economica. Una mossa, quella del Colle, che prende in contropiede Berlusconi e parte della Lega, contrari a un Governo tecnico o di larghe intese e convinti di andare ad elezioni. Giocata proprio al Senato, una delle due camere in cui Berlusconi e la Lega si sentono più forti.
Dire Mario Monti significa dire euro. Nato il 19 marzo del 1943 a Varese, dal 1995 al 1999 è stato membro della Commissione Europea, responsabile di mercato interno, servizi finanziari e integrazione finanziaria, dogane e questioni fiscali. Poi è divenuto commissario alla concorrenza, guadagnandosi il titolo di “Super Mario”. E’ un economista di rango ed è stato per lungo tempo rettore della Bocconi. Come editorialista del Corriere della sera ha difeso più volte, attraverso articoli scritti con un prosa cesariana, la moneta unica. Sua la metafora riferita a un “podestà straniero” che rischia di dettare le regole al governo italiano.
Monti ha tutte le carte in regola per rassicurare i mercati e sconfiggere il leviatano della speculazione, liberandoci dal podestà. Il Centrosinistra ha plaudito alla mossa del Colle. Ora non resta che verificare la rilevanza dello smottamento già in atto dal Pdl verso un governo di salute pubblica guidato dall’economista varesino. Sotto l’egida di Napolitano.