Il morbo di Crohn è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino che può colpire qualsiasi tratto dell’apparato digerente.
I sintomi a cui dà luogo sono tra i più disparati e possono essere anche differenti da un paziente all’altro. Riconoscerlo ed iniziare a tenerlo sotto controllo è fondamentale per poter avere una buona qualità di vita: con l’aiuto del dott. Piero Morucci di idoctors.it, specialista in Chirurgia dell’Apparato Digerente, abbiamo voluto descrivere quali sono i campanelli d’allarme a cui bisogna prestare attenzione.
La diffusione e le cause
Le malattie infiammatorie croniche dell’intestino, come il morbo di Crohn o la rettocolite ulcerosa, sono patologie notevolmente invalidanti che possono colpire persone di ogni genere e età, con incidenza maggiore negli adulti giovani (e con un altro picco di incidenza tra i cinquanta e i settant’anni) e nelle donne. La loro diffusione è purtroppo crescente: ogni anno in Italia si registrano circa settemila nuove diagnosi, fino a contare attualmente circa duecentocinquantamila ammalati.
La forma più comune di morbo di Crohn è quella ileocolica che riguarda l’infiammazione di ileo (l’ultima parte dell’intestino tenue) e l’intestino crasso. Ad essere colpito però è potenzialmente tutto l’apparato digerente, dalla bocca all’ano. La crescente incidenza della patologia è dovuta alla scarsa informazione sulle cause che portano alcuni soggetti a contrarla. Tra quelle attualmente ipotizzate ci sono fattori genetici, ambientali (come l’inquinamento o il fumo), infettivi, immunologici, dietetici (quali il consumo di zuccheri raffinati o l’utilizzo di additivi alimentari) ma anche psicosomatici.
Purtroppo l’insorgenza della malattia non si può prevenire, se ne possono però prevenire le complicanze e l’evoluzione.
I sintomi
I sintomi della malattia come detto sono vari: diarrea, gonfiore e dolore addominale, febbre, ma a volte puo esserci l’interessamento di altri organi e apparati e la malattia può manifestarsi con segni e sintomi extraintestinali, più sottoforma di eruzioni cutanee, stanchezza e difficoltà di concentrazione. La sintomatologia può essere inizialmente subdola: in un primo momento possono comparire soltanto febbre e dolori addominali, che insorgono spontaneamente soprattutto dopo i pasti e in modo sordo e continuo, accentuandosi con la palpazione e concentrandosi a livello di ombelico e parte destra dell’addome. Può essere presente diarrea, che si caratterizza per la presenza oltre quattro scariche al giorno, a volte con presenza di sangue, inappetenza e perdita di peso, ma altre volte con gonfiore stipsi, legati al restringimento dell’intestino che la malattia può provocare.In bocca possono inoltre formarsi delle ulcere e intorno all’ano comparire ascessi e delle fistole, con fenomeni settici perianali.
La diagnosi e le cure
La diagnosi non è sempre semplice. Di solito la malattia viene diagnosticata dopo aver escluso altre possibili cause dei sintomi intestinali e dopo una lunga serie di analisi. Attualmente il metodo più sicuro è la biopsia. La malattia di Crohn è considerata una malattia autoimmune, nella quale il sistema immunitario del malato aggredisce il tratto gastrointestinale provocando un’infiammazione. Non esiste pertanto una terapia farmacologica risolutiva o una terapia chirurgica che possa risolvere radicalmente il problema. I trattamenti si limitano unicamente al controllo dei sintomi e al mantenimento della remissione, in modo da prevenire le ricadute.