Il prefetto Mario Morcone (Ansa).
Di fronte all'immane dramma umanitario degli sbarchi l'Italia non si può sottrarre al compito di dare una risposta rapida, pragmatica, solidale con il coinvolgimento di tutte le Regioni e tutti i Comuni. In base alle proiezioni realizzate dal prefetto Mario Morcone, capo del dipartimento Libertà civili e immigrazione del ministero dell'Interno, alla fine del 2015 potrebbe essere superata la cifra record di sbarchi del 2014, 170mila migranti, arrivando a 200mila.
In una circolare dello scorso aprile Morcone sollecitava tutti i prefetti italiani a esercitare pienamente i loro poteri, soprattutto laddove ci siano resistenze da parte delle amministrazioni locali, per mettere in campo un sistema di pronta accoglienza dei profughi, usando tutte le strutture disponibili (comprese caserme militari e tende), per aumentare i posti per l'ospitalità.
«Credo che in Italia, a fronte di una serie di piccoli episodi negativi, messi molto in risalto dai mezzi di comunicazione, ci sia stato un contesto generale di accoglienza molto positivo», commenta il prefetto a margine del convegno a Milano "Islam in Europa - Islam europeo. La sfida della democrazia" promosso dal Cipmo, Centro italiano per la pace in Medio Oriente.
«Stiamo realizzando la più ampia e importante operazione umanitaria che l'Italia abbia svolto dal secondo dopoguerra a oggi. Abbiamo in accoglienza 90mila persone, di cui 10mila minori non accompagnati. Una questione di primissimo piano per il nostro Paese, che ci rende anche orgogliosi di noi stessi, a fronte di certi egoismi di alcuni pezzi di Europa, che spero perdano la partita della disgregazione della casa comune europea». Il riferimento è all'opposizione di alcuni Paesi all'agenda della Commissione Ue sull'immigrazione che è stata approvata oggi e che, fra i punti più rilevanti, prevede la redistribuzione dei richiedenti asilo fra i vari Paesi dell'Unione europea sulla base di un sistema di quote obbligatorie. Questo meccanismo di ricollocamento riguarda 40mila migranti siriani ed eritrei arrivati dopo il 15 aprile: 24mila andranno via dall'Italia, 16 mila dalla Grecia verso altri Stati.
«La proposta del presidente della Commissione Ue Jean-Claude Juncker è un grande passo avanti, un approccio rivoluzionario al problema dell'immigrazione», osserva Morcone. «Noi non ci faremo fermare dal rifiuto di certi Paesi. Continueremo il nostro percorso di accoglienza nell'ottica di Mare Nostrum, ovvero nell'ottica dell'attenzione agli altri che va oltre gli steccati ideologici e puramente economici».
A proposito del no di Parigi sul punto-chiave che riguarda la ripartizione dei richiedenti asilo, il prefetto ammette: «Mi dispiace molto e mi fa male che un Paese con una grande storia come la Francia abbia questo tipo di rigurgiti, probabilmente condizionati da un certo clima politico. Gli amici francesi da sempre sono in prima linea nel campo dei diritti e della libertà».
E aggiunge: «Certamente è molto preoccupante anche la recente elezione del nuovo presidente polacco (ndr. Andrzej Duda, esponente nazionalista ed euroscettico), così come preoccupano le posizioni recalcitranti di Paesi come Gran Bretagna, Danimarca, Irlanda. Ma con volontà e ottimismo noi italiani andiamo avanti per la nostra strada».
(foto Ansa)