Nel braccio di ferro cui assistiamo praticamente dall’inizio di questa “strana maggioranza” di governo, l’Imu è diventata una questione di principio per il Pdl. Intorno alla tassa sulla prima casa si accentrano fibrillazioni e tensioni. Alla fine il Governo potrebbe addirittura cadere. C’è chi dice che potrebbe essere il pretesto del Pdl per affossare la maggioranza, in modo da nascondere la vera ragione: il mancato accordo sulla decadenza da senatore del Cavaliere. Fatto sta che i colonnelli berlusconiani continuano a ripetere come un mantra che l’Imu deve cadere. Il concetto è stato ribadito dall’ex capogruppo Fabrizio Cicchitto: “Mercoledì l’Imu prima casa deve essere abolita”.
Le date son pericolosamente vicine. Il 9 settembre inizia la
discussione in Senato sulle prerogative senatoriali di Berlusconi. La
scadenza dell’Imu, come ha ricordato il premier Letta negando rinvii, è
il 16 settembre. Ha detto la Pitonessa Daniela Santanché: "Hanno
talmente paura che questo governo cada che cederanno e noi saremo cosi
riusciti a portare a casa una cosa molto utile per gli italiani". I
tecnici del ministero dell’Economia sarebbero riusciti a trovare risorse
per 2,5 miliardi, per azzerare la rata di giugno rinviata al 16
settembre. Ma per garantire la copertura del totale azzeramento delle
due rate, mancano all’appello altri 2 miliardi. Quattro miliardi e mezzo
in tutto. Tanto ci costa la questione di principio del Pdl.
Ma la
questione è tutt’altro che definita. Per il viceministro dell’Economia
Fassina non ci sono risorse per abolire l’Imu sulle case di lusso, come
vorrebbe il Pdl. Per Piero Fassino, in qualità di presidente
dell’Anci,”l’abolizione dell’Imu comporta un buco finanziario
insostenibile per i Comuni”.
In realtà,se guardiamo le cose con una
certa oggettività, l’Imu è una tassa pesante, ma non è una priorità di
politica economica inderogabile. Le priorità di un Paese che chiuderà
l’anno con una perdita del Pil di due punti percentuali, sono crescita e
occupazione, non certo togliere la tassa sulla casa, ville e castelli
compresi come vuoel il Pdl. Il rifinanziamento della Cig, ad esempio,
dovrebbe avere la precedenza (costa 600 mila euro, e altrettanto il
prossimo anno). E anche l’aumento di un punto dell’Iva, se non si
riuscisse a scongiurarlo, sarebbe una vera e propria iattura perché si
riverserebbe sui consumi, proprio nel momentoin cui vediamo la luce in
fondo al tunnel della ripresa. Il solo prolungamento della sua
sterilizzazione fino a fine anno, costa un miliardo di euro. Per non
parlare del rifinanziamento delle missioni internazionali di pace (400
mila miliardi). Ma la partita è condizionata dall’Imu, la parola
d’ordine,il grido di guerra del Pdl. Ma vale la pena di morire per
l’Imu?