Il professor Leonardo Morlino.
Un voto che, lungi dal segnalare la crisi dell’Europa, ne sottolinea la sua forza. Leonardo Morlino, professore di Scienza della politica alla Luiss di Roma, dà una lettura alternativa del risultato elettorale di domenica. “In fondo l’Europa ha tenuto”, spiega, “i voti degli euroscettici non sono andati oltre il 30%, come previsto dalla vigilia, e sono la reazione a una presenza sempre più forte dell’Unione Europea dentro la vita dei cittadini. Poiché Bruxelles interviene sempre più spesso, molti non gradiscono e si ribellano, ma questa tensione è la prova dell’importanza dell’Unione”.
“Non dimentichiamoci poi”, aggiunge Morlino, “che, per la prima volta, perlomeno in Germania, abbiamo avuto dibattiti pubblici con i candidati a presidente della Commissione Europea, un modo per avvicinare ulteriormente l’Europa a chi vota”.
Secondo l’esperto di politica comparata, in Italia, il movimento dei grillini ha avuto il ruolo importante di assorbire e contenere la protesta dei cittadini che non ha assunto, così, le dimensioni violente che ha avuto in Portogallo, Spagna e Grecia. “Al contrario, Grillo, dopo aver incanalato i voti di protesta, li ha messi, di fatto, a disposizione di Matteo Renzi”, spiega il professor Morlino.
“La trasformazione del sistema partitico da bipolare a tripolare con le tre formazioni, Partito democratico da un lato, 5 stelle e Sel dall’altro e, infine, Forza Italia, favorisce il partito di centro che, di fatto, può fare man bassa di voti sia a destra che a sinistra. Proprio come faceva una volta la Democrazia cristiana”, dice ancora il professor Morlino: “Così Renzi ha fatto rientrare l’elettorato PD, che aveva votato Grillo nel 2013, e dato nuova casa ai moderati di Forza Italia e delle piccole formazioni di centro, ormai ridotte agli zero virgola”.
Secondo il docente della Luiss di Roma il bisogno più profondo dei cittadini è quello di sperare e, da qualche anno, l’elettorato, anche in altri paesi, come la Francia, non si limita a bocciare o premiare la coalizione che ha governato ma sceglie i leader che gli danno coraggio di affrontare il domani. “Il voto può essere manipolato”, spiega il professor Morlino, “e Renzi, come prima di lui Berlusconi e Obama, ha fatto proprio questo. Ha spostato l’attenzione dei cittadini dal passato, da quello che è stato fatto, al futuro, promettendo una nuova alba. Una prospettiva ancora più importante quanto più disperate sono le condizioni economiche. I cittadini hanno bisogno di credere che le cose possono cambiare davvero e Renzi li ha accontentati”.