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sabato 26 aprile 2025
 
 

I naufraghi senza volto e la catastrofe dello sguardo

08/10/2014  Nel Convento del Carmine di Marsala, fino al 26 ottobre, la mostra di Francesco De Grandi, "Archetipi della pittura inquieta", raffigura il dramma dei migranti senza nome né volto morti nel Canale di Sicilia. In una ideale via crucis laica dove lo spettatore è proiettato in una dimensione altra

Francesco De Grandi, Naufragio 2014
Francesco De Grandi, Naufragio 2014

È quasi impossibile non cogliere nelle tele di Francesco De Grandi l'eco delle cronache quotidiane degli sbarchi dei migranti nel Canale di Sicilia. Non solo nei Naufragi, esposti insieme alle altre opere fino al 26 ottobre presso il Convento del Carmine di Marsala, ma nell'intero percorso scandito, non a caso, per "stazioni", come una processione o una via crucis dalla cui tradizione proviene l'icona-simbolo dell'Ecce Homo. "Archetipi della pittura inquieta", è il titolo della mostra.
E l'inquietudine degli archetipi (i Paesaggi, scene della Passione e Adorazioni, il Villaggio) è ben rappresentata dalla luce sapiente resa dall'artista che sia nel Naufragio che nel Cristo arrestato, ad esempio, appare straniante, spettrale, respingente. Come se il dramma che va in scena sulla tela interpellasse e al contempo respingesse lo spettatore, relegandolo e spingendolo infine in una dimensione altra.
È lo stesso copione, in fondo, che si ripete di fronte alle immagini dei barconi zeppi di migranti rilanciati continuamente dai media. Li guardiamo ma senza vederli realmente. Quei disperati non hanno nome, segno di dignità di un unico e irripetibile individuo, esistono solo perché sono una massa e fanno notizia solo quando muoiono in migliaia. Non si può, realisticamente, provare sempre compassione perché anche questa s'affievolisce sotto il peso dell'abitudine spalancando un abisso fra il dolore innocente, da un lato, e il dovere morale universale della pietas, dall'altro.

Francesco De Grandi, Cristo arrestato
Francesco De Grandi, Cristo arrestato

«Riconosco», ha spiegato l'autore, «che l’uso delle immagini è ormai un’ossessione. Il web ne ha poi aumentato esponenzialmente il serbatoio: milioni di dati con naufragi, ex voto, pitture marinare, foto d’epoca, immagini di reportage, barconi di immigrati».
Nel Naufragio la luce filtra dalle nubi che incombono sul mare che solleva onde mortali. Tra i naufraghi qualcuno si copre la faccia per non vedere l'orrore. O forse solo per proteggersi. Tutti lambiti dalla furia del mare che tra poco li cancellerà come se non fossero mai esistiti, sepolti senza nome e senza un pietoso salvagente dell'ultima ora. Topos antico quello del naufragio, da Gericault ad Allan Poe, da Delacroix a Hugo. Ma nella tela di De Grandi non può non richiamare alla memoria questo spicchio di Mediterraneo divenuto un enorme cimitero di ignoti tra l'indifferenza di molti e il senso d'impotenza di tanti buoni samaritani.
Eppure, dà sollievo immaginare che al Naufragio – dove la luce rende ancora più oscuro il dolore dei naufraghi – faccia da pendant il Cristo arrestato. La luce, proveniente dall'alto, qui illumina il volto del Condannato. Come se desse al dolore innocente un segno di riconoscibilità e umanità. Anche nell'estrema abiezione, si è uomini. Anche nell'oltraggio supremo di una condanna, si conserva la dignità. «Per chi osserva», spiega Sergio Troisi, curatore della mostra, «è una vera “catastrofe dello sguardo”: una vertigine verso un mondo che crede di conoscere e invece non riconosce più, per via di certi elementi di disturbo che alterano l’iconografia del soggetto. Con De Grandi siamo dinanzi a una dimensione fortemente contemporanea della pittura: e questo diventa esplicito nei naufragi, con la loro grande drammaticità: sia quelli di ieri, sia quelli di oggi legati come sono alla quotidiana cronaca degli sbarchi dei migranti. Filo conduttore dell’esposizione di Marsala», spiega Troisi, «è sempre la capacità di ritrovare in queste immagini-archetipi il loro intatto significato simbolico attraverso la specificità irriducibile della pittura, della sua pratica esecutiva e dei suoi materiali: il colore, i pastelli, il disegno».

Dove e quando

  

Francesco De Grandi. Archetipi della pittura inquieta

fino al 26 ottobre 2014
A cura di Sergio Troisi  

Ente Mostra di Pittura Contemporanea  “Città di Marsala” Convento del Carmine | Piazza Carmine,1 | Marsala (Tp) 

Catalogo: Due Punti Edizioni, Palermo. Cura critica: Sergio Troisi Organizzazione: Ente Mostra di Pittura Contemporanea “Città di Marsala” 

Orari: da martedì a domenica 10-13 e 19-21 Chiuso il lunedì. Prima domenica del mese: ingresso gratuito Biglietto: 3 euro  

Informazioni e visite Segreteria Pinacoteca Comunale tel/fax 0923.713822 www.pinacotecamarsala.it

 

 

 

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