Un momento della conferenza stampa. Al centro Marina Casini, presidente del Movimento per la Vita italiano.
È cominciato oggi 3 novembre 2023 con una visita privata al Cimitero di Soffiano (Firenze) alla tomba di Carlo Casini, apostolo del Vangelo della vita, il 43° Incontro nazionale del Movimento per la Vita Italiano (MPV), che dal 2020 porta proprio il nome di Carlo Casini, suo storico fondatore. Quest’anno l’appuntamento è a Firenze, dove all’Hotel Mediterraneo dal 3 al 5 novembre sono presenti circa 300 volontari e gli amici del Movimento per la Vita Italiano, dei Centri Aiuto alla Vita, delle Case di Accoglienza, dei Servizi Sos Vita e del Progetto Gemma.
La conferenza stampa di questa mattina ha introdotto la mostra “Eroi per la Vita”, allestita per la prima volta a Lisbona in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù dello scorso agosto e ora qui in Italia, proprio a Firenze, in occasione del Convegno. Sette gli “eroi” rappresentati, che si sono distinti per aver testimoniato, ognuno secondo la propria specificità, che ogni essere umano è fin dal concepimento, “uno di noi”: Sophie Scholl, Santa Gianna Beretta Molla, San Giovanni Paolo II, Carlo Casini, Re Baldovino del Belgio, il venerabile Jerôme Lejeune e Santa Madre Teresa di Calcutta.
Marina Casini, presidente del MPV, ha ricordato che «la chiamata a testimoniare la bellezza della vita umana è per tutti e che è un messaggio importante soprattutto per i giovani che hanno il futuro davanti e che, come incoraggiava Giovanni Paolo II, vogliono fare della loro vita un capolavoro».
La mostra è stata scelta per introdurre il tema del Convegno di quest’anno, dal titolo Un viaggio nella bellezza. Dalle origini all’avvenire, in missione per la vita. Esso si ispira all’esempio di Carlo Casini e di quanto scrisse: «Lo stupore gioioso nasce dalla contemplazione del valore della vita umana scoprendone la forza trasformatrice che non ci chiude nella difensiva, ma fornisce le motivazioni del coraggio e illumina di fiducia l’avvenire». Dunque, un messaggio positivo, una promessa di speranza.
La scelta di Firenze richiama certamente il tema della bellezza, ma ricorda anche la nascita del primo Centro di Aiuto alla Vita nel 1975 , visitato da San Giovanni Paolo II nel 1986: «Questo Centro – egli disse – ha il significato di una testimonianza a favore del primato della vita umana a confronto di tutti gli altri valori di ordine materiale; vuole essere un richiamo ai giovani e ai grandi perché comprendano che una società giusta non si costruisce con la eliminazione degli innocenti: intende rilanciare il senso della sacralità della vita umana, creata da Dio per un destino trascendente e integrale in tutto l’arco della sua esistenza. Il Centro è una sfida a una mentalità di morte».
Proprio nello stesso albergo in cui si svolge il Convegno, l’Hotel Mediterraneo, il 5 novembre 1977, giorno in cui Giorgio La Pira – il “sindaco santo” tanto vicino al nascente Movimento per la Vita e continuo punto di riferimento per esso – nacque al Cielo, veniva lanciata la proposta di legge di iniziativa popolare dal titolo “Accoglienza della vita e tutela sociale della maternità”, che voleva essere l’alternativa alla iniqua legge 194 allora in discussione.
Ancora, a Firenze lo stesso giorno dell’attentato a san Giovanni Paolo II, nel 1981 si chiudeva al Teatro Verdi la campagna referendaria sull’aborto con la partecipazione di Santa Teresa di Calcutta, evento che perciò fu trasformato in una veglia di preghiera. Nel 1986 al palazzo dello Sport, in occasione della manifestazione “Firenze, Europa, cultura: prima di tutto la vita”, Madre Teresa insieme a Chiara Lubich sottoscrissero l’appello all’Europa e nel 2015 nel contesto del 5° convegno ecclesiale fu realizzata nel chiostro della SS. Annunziata una bella mostra “Uno di noi: il volto umano dell’embrione”.
«Firenze vuol dire umanesimo e umanesimo vuol dire uomo. Firenze vuol dire Rinascimento e Rinascimento vuol dire energie che non si arrendono», ha scritto Carlo Casini. L’uomo, dunque, al centro della società e della storia. Una centralità che abbraccia gli “ultimi”, “coloro che non contano”, rappresentati dal “bambino non nato”, perché il riconoscimento del non nato come uno di noi è il banco di prova per comprendere la dignità umana, il sigillo di autenticità dell'impegno per l'uomo.
Ecco la cornice e lo sfondo di questo 43° Convegno nazionale, che prevede numerosi incontri, workshop, confronti e tavole rotonde. «Non è solo un momento di ritrovo e comunione – ha concluso la conferenza stampa Marina Casini – ma è anche l’occasione per far crescere un volontariato sempre più coinvolgente, costruttivo, propositivo ed efficace, capace di portare la cultura della vita nella società e, al tempo stesso, in grado di essere all’altezza delle sfide di questo nostro complesso tempo.