Il diritto internazionale umanitario, che un tempo veniva chiamato diritto di guerra, oggi diritto dei conflitti armati, è un insieme di norme che ha lo scopo di limitare l'impatto e gli effetti negativi dei conflitti imponendo una disciplina, almeno in linea di principio, nell'uso della forza e affermando il diritto di protezione di tutti coloro che non sono direttamente coinvolti nelle ostilità, che siano i civili, i feriti, i malati, i naufraghi, i prigionieri di guerra.
Eppure, nelle guerre attuali, si assiste quotidianamente al coinvolgimento di vittime civili, che non solo non vengono risparmiate dalle ostilità, ma spesso diventano bersaglio di vere e proprie strategie di combattimento. Succede con gli stupri come arma di guerra per operare una pulizia etnica, con i bombardamenti indiscrimimati che colpiscono non obiettivi militari ma strutture civili, case, quartieri residenziali provocando morti tra gli abitanti, donne, uomini, bambini, la gente comune. Succede con la detenzione di ostaggi, con i trasferimenti forzati di civili. Succede con la mancata possibilità di accesso da parte della popolazione all'assistenza sanitaria, con il mancato rispetto dello spazio della cura e della salute, con la mancata protezione di medici e infermieri, di ospedali, di ambulanze. L'ultima tragedia: la strage di civili palestinesi a Sud di Gaza city, nel Nord della Striscia, dopo che le forze israeliane hanno aperto il fuoco mentre la gente aspettava i camion con gli aiuti alimentari. Più di cento persone sono morte, secondo il ministero della Sanità di Hamas, che parla anche di 760 feriti. «Una palese violazione delle disposizioni del diritto internazionale e del diritto umanitario internazionale, oltre che un disprezzo totale del valore della persona umana», lo ha definito una nota del ministero degli Esteri egiziano.
La violazione del diritto internazionale umanitario ha conseguenze evidenti sull'operato di organizzazioni umanitarie come Medici senza frontiere impegnate in prima linea negli scenari di guerra, spesso correndo dei rischi, per curare e salvare il maggior numero possibile di vite umane, per garantire il diritto sacrosanto alla salute, a Gaza come in molti altri Paesi. Il diritto umanitario e il suo impatto sull'azione umanitaria è istato il tema al centro di un dialogo online promosso da Medici senza frontiere Italia, in dretta web il 28 febbraio e sempre disponibile sui canali Facebook, Linkedin e Youtube di Msf Italia.
L'incontro ha avuto come relatori il professor Edoardo Greppi, docente di Diritto internazionale all'Università di Torino, il generale Fabio Mini, già comandante della missione Nato in Kosovo e saggista, Stefano Di Carlo, direttore generale di Medici senza frontiere Italia (con la moderazione di Giulia Cerqueti di Famiglia Cristiana). Dalla Striscia di Gaza, all'Ucraina fino al Sudan, il dialogo ha messo in luce le sfide del diritto umanitario nei contesti di guerra di oggi alla luce dell'operato di Medici senza frontiere in questi difficili e complessi scenari segnati da gravi crisi umanitarie di cui non si intravede una fine.
Il webinar del 28 febbraio fa parte di una serie di Dialoghi umanitari promossi dalla Ong per discutere e approfondire tematiche e dilemmi legati all'azione umanitaria contemporanea in diversi contesti, dall'Iraq alla Repubblica centrafricana all'Afghanistan. Il prossimo Dialogo umanitario è previsto ad aprile. Le informazioni si trovano sul sito della Ong www.medicisenzafrontiere.it . Di recente l'organizzazione ha lanciato la campagna #PerPrincipio, per capire quali sono sono i principi che guidano le azioni della Ong: umanità, neutralità, imparzialità, indipendenza. I valori che permettono di prestare assistenza medica a chiunque ne abbia bisogno, in qualunque posto si trovi, senza lasciare indietro nessuno.
(Foto Reuters in alto: palestinesi feriti mentre aspettavano gli aiuti alimentari nel Nord della Striscia di Gaza)