“Non sanno più cosa inventare”, avrebbero commentato gli spettatori di un tempo: e direbbe la stessa cosa anche una parte degli spettatori d’oggi. Ma quelle che per molti sono solo “invenzioni”, per chi ama la lirica ed il teatro sono nuovi modelli. Nuove frontiere da valicare. Nuove espressività. Le storie della musica e dell’arte del resto sono fatte di barriere infrante. Monteverdi giocava con la stereofonia dei cori. Oggi lo facciamo con internet e la tecnologia.
Eccoci dunque a Cagliari, dove alla testa del Teatro Lirico è tornato
Mauro Meli. Ed una delle sue prime iniziative nasce da una
collaborazione con Google Glass e riguarda la Turandot di Giacomo
Puccini che sarà in scena sino al 16 agosto. Primo al mondo, il Teatro
Lirico di Cagliari dà vita ad un esperimento di opera interattiva. Di
che si tratta? Così la spiega il Teatro stesso: “grazie agli “occhiali
di Google” e ad un’applicazione sviluppata nel MediaLab del teatro
cagliaritano, la messa in scena di un’opera verrà raccontata in presa
diretta attraverso il punto di vista di chi la realizza.
Immagini
catturate dai diversi artefici dello spettacolo (professori d’orchestra,
artisti del coro, cantanti solisti, figuranti, tecnici, truccatori,
macchinisti…) saranno “postate” sui principali social network e rese
così disponibili per la grande platea della rete, che potrà guardare in
diretta tutto il materiale multimediale condiviso in corso d’opera dagli
stessi protagonisti”. L’esperimento ha valore espressivo: “questo
progetto rappresenta l’opportunità di utilizzare la tecnologia e le
potenzialità della rete per esaltare lo straordinario lavoro collettivo
che è alla base di una creazione complessa come un’opera lirica”, spiega
infatti Meli.
E il critico Philippe Daverio a proposito di questa
Turandot, allestita dallo scultore Pinuccio Sciola, sottolinea che “mai
come in questo caso l’opera si rivela quale prodigioso giocattolo
multimediale”. Ma non è tutto: il Teatro pensa anche ai bambini: con
Tantangram, un’applicazione pensata per loro che - spiega Nicola
Fioravanti - “cambiamo i paradigmi dell’educazione musicale, permettendo
di comporre musica attraverso la creazione e l’assemblaggio di figure
geometriche”. Insomma: ne inventeranno ancora tante. Perché l’opera va
avanti, ed il cammino sarà ricco di sorprese e….nuovi colpi di scena.