Monsignor Borgonovo
“Dopo alcuni decenni di bassa marea ora dobbiamo ritrovare la grande musica e riportarla nella nostra cattedrale, dove l’armonia dell’ascolto è diversa da quella di una sala da concerto o di un teatro”.
Monsignor Gian Antonio Borgonovo, arciprete del Duomo di Milano, ha così espresso lo spirito di una svolta che deve regolare i nuovi rapporti fra la Chiesa e la musica, affinché i contenuti di quanto si ascolta nelle chiese tornino ad essere “alti”. Lo ha detto presentando un concerto che, mercoledì 25 marzo, riporta dopo 14 anni il Coro e l’Orchestra della Scala diretti da Bruno Casoni nella cattedrale meneghina: “Scala e Duomo sono due grandi amici che si incontrano dopo un po’ di tempo: con l’orgoglio e il dovere di esprimere tutto l’epos della Città”, ha continuato monsignor Borgonovo.
“E’ dal 1402 che il Duomo ha una grande tradizione musicale: dobbiamo continuarla. Del resto Riccardo Chailly, il direttore musicale della Scala, mi ha confidato che sogna di eseguire in Duomo una messa scritta da suo padre Luciano e dedicata a Paolo VI. Speriamo di poterlo fare presto e di ospitare altri concerti”. “Poiché”, ha sottolineato il sovrintendente della Scala Alexander Pereira, “i compositori hanno sempre scritto alcuni dei loro più grandi capolavori nell’ambito della musica sacra e la Scala non è solo lo spazio del teatro, noi vogliamo ogni anno arrivare alle grandi basiliche della Lombardia. Questo è solo l’inizio. E non è esclusa l’apertura alla musica di altre religioni”.
Primo passo verso le altre città sono le repliche del concerto nella chiesa di San Giuseppe a Brescia il 26 e nel Duomo di Pavia riaperto nel 2012 dopo un restauro di 20 anni il giorno 27. Bruno Casoni, che con il suo Coro continua a raccogliere il plauso di tutti i frequentatori della Scala dirige nelle tre occasioni l’Ave Maria e le Laudi alla Vergine Maria dai Quattro pezzi sacri di Verdi nella prima parte: “tre brani difficilissimi che il coro già conosce e mi fa piacere che continui ad intonare”.
Anton Bruckner sarà il protagonista della seconda parte: Ave Maria in fa maggiore, Locus iste e la Messa n. 2 in mi minore. I tre concerti sono ad ingresso gratuito. Ma il ritrovato slancio della Scala nei confronti della musica sacra non è isolato. Tante sono le iniziative, soprattutto in questo periodo. Sempre a Milano col patrocinio del Pontificio Istituto della Cultura e di Sony Classical risuonerà il 29 marzo nella chiesa di San Marco The Messiah - A Sacred Oratorio di George Frideric Haendel. Solisti: Emanuela Galli, Silvia Vajente, Raffaele Pe, Mirko Guadagnini, Marco Bussi, Salvo Vitale. Orchestra & Coro Silete Venti! Maestro di concerto Simone Toni.
Il titolo in inglese del capolavoro di Haendel non è un vezzo: Messiah venne scritto da Haendel, che a tutti gli effetti era inglese, quale forma di ringraziamento per la guarigione da gravissimi problemi di salute che lo avevano afflitto e portato alla paralisi e l’esecuzione si avvicinerà il più possibile alla storica prima dublinese. Anche la provincia di Padova è attiva sul piano della programmazione nelle chiese e nelle Basiliche con i Concerti di Pasqua sostenuti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Un gioiello architettonico e della fede come l’Abbazia di Praglia ospiterà martedì 31 marzo 2015 l’Orchestra di Padova e del Veneto e il coro padovano La Stagione Armonica diretti da Sergio Balestracci, con la partecipazione del giovane mezzosoprano Cecilia Molinari: Balestracci riporterà alla luce due partiture inedite, il Salmo 50 Miserere a 8 voci, archi e basso continuo e il Vespro dei defunti a 8 voci, archi e basso continuo di Andrea Stefano Fioré (1686-1732), compositore milanese, oggi praticamente sconosciuto. Il programma - che il giorno precedente sarà eseguito all’Abbazia del Pilastrello a Lendinara (Ro) - sarà completato da pagine di Vivaldi e Domenico Scarlatti.