Riccardo
Muti torna alla Scala. Per ora è soprattutto un titolone da giornale
per attrarre i lettori: anche se nella Sala del Piermarini la sera di domenica 5
giugno il grande maestro sale sul palco davvero, ma per una
chiacchierata pubblica. Per il Muti musicista basterà attendere un
poco: il 20 e 21 gennaio 2017 infatti si presenterà sul podio della
sua attuale orchestra americana, la Chicago Symphony, “una delle
tre migliori orchestre del mondo” a suo dire (la giovanile
Cherubini è invece la sua “creatura” italiana). Mentre è atteso
in un futuro sempre più vicino il suo ritorno a tutti gli effetti
per un’opera: questa è la promessa del direttore artistico
Alexander Pereira e di quello musicale Riccardo Chailly.
Occasione di
una riappacificazione tanto attesa, dopo la rottura col Teatro
seguita ad una collaborazione indimenticabile durata 20 anni dal 1986
al 2005, è il suo compleanno: Muti compirà infatti 75 anni il
prossimo 28 luglio. E per festeggiarlo la Scala lo ha invitato ad
incontrare il pubblico di oggi, ma gli ha anche regalato - al Museo - una mostra che, curata da Lorenzo Arruga, apre il 6 giugno e
ripercorre gli anni scaligeri e le ragioni che hanno dettato le
sue scelte di programmazione, di repertorio, di impegno artistico ed
umano: l’attività sinfonica, Mozart, Verdi, Wagner e il percorso
tra riforma gluckiana, neoclassicismo e belcanto, con audio e video.
Ma Riccardo Muti è legato alle sue città. A Ravenna in particolare,
dove vive con la moglie Cristina, direttrice di un Festival fra i più
importanti d’Europa. E nel Ravenna Festival - dal fittissimo
programma consultabile al sito www.ravennafestival.org – Muti è
sempre presente. Il 4 giugno con un concerto della “sua”
Cherubini dal programma classicissimo (Quinta di Beethoven ed
Incompiuta di Schubert), il 3 luglio nel consueto abbraccio fra
popoli che prende il nome di Le Vie dell’amicizia e che quest’anno
riunirà i ragazzi della Cherubini e quelli di un’orchestra
giovanile di Tokyo (nella replica dello stesso evento già svolto
nella capitale giapponese a primavera) ed il giorno successivo in un
programma di musiche di Mozart: l’autore al quale Muti ha offerto
alcune delle sue interpretazioni più belle. La presenza dei giovani
al Festival è del resto essenziale. Nell’ambito di una edizione
dedicata a Nelson Mandela ed alle sue parole «Ho
camminato sulla lunga strada per la libertà», saranno tantissimi ed
ogni giorno “dialogheranno” da musicisti ed artisti col sommo
Dante, ispirandosi alla sua opera. Ma Muti, si sa, sin dai tempi
della Scala ed in tutta la sua avventura, ha ritagliato sempre uno
spazio speciale della sua vita a chi deve costruirsi un futuro.