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giovedì 15 maggio 2025
 
diritti delle donne
 

Mutilazioni genitali femminili, sempre più bambine a rischio anche in Europa e Italia

10/10/2023  A fornire i dati relativi a questa pratica ancora fortemente radicata in molti Paesi del mondo, che viola i diritti e la salute delle donne, è il dossier "Indifesa" 2023 di Terre des hommes

Nei Paesi dell'Unione Europea è una pratica vietata per la quale sono previste severe pene, eppure ogni anno migliaia di bambine subiscono la mutilazione dei genitali ( Mgf ) seppure in molti casi questa non avvenga nel Paese di residenza ma in quello d'origine dei genitori: durante un viaggio per conoscere la famiglia o per vacanza. In Europa sono circa 600 mila le ragazze e le donne già mutilate,  di queste 80 mila donne e 7.600 minori nel nostro Paese. Tra 53 mila e 93 mila bambine in Europa sono a rischio mentre in Italia  l'incidenza fra le minori con backround migratorio a rischio è tra il 15% e il 24%. Senza contare che ogni anno circa 20 mila potenziali vittime chiedono asilo nell'Unione Europea perché vogliono fuggire dai Paesi nei quali l' Mgf è in uso.

Sono solo alcuni dei dati allarmanti raccolti e presentati nel 'Dossier indifesa 2023 relativo alla condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo' di Terre des Hommes, giunto alla dodicesima edizione: “ E' fondamentale cambiare le norme sociali e di genere che incoraggiano le Mgf – spiegano Natalia Kanem direttrice esecutiva dell'Unfpa ( Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione ) e Catherine Russel direttrice esecutiva Unicef – gli uomini e i ragazzi sono potenti alleati in questo sforzo. Sempre più spesso sfidano le dinamiche di potere all'interno delle loro famiglie e comunità, sostenendo le donne e le ragazze come agenti di cambiamento”.

Ora, se  le mutilazioni sono usanze le cui pratiche vengono tramandate da madre in figlia, è pur vero che queste altro non sono che il retaggio di una cultura patriarcale nella quale il ruolo della donna è assolutamente secondario, sopratutto per quanto riguarda la sessualità. Eppure i rischi di emorragie, infezioni, decessi o altre conseguenze sono evidenti, nei luoghi dove continuano ad essere praticati i 'tagli' e nei Paesi dove sono vietati. Le testimonianze di coloro che li hanno subiti sottolineano come anche una gravidanza e un parto naturale siano dolorosi e pericolosi per una serie di complicanze. Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità ( Oms )  oltre 200 milioni di donne e ragazze sono state vittime delle mutilazioni e ogni anno circa tre milioni di bambine  e ragazze sono in pericolo in circa trenta Paesi concentrati soprattutto in Africa, Medio Oriente e Asia. Negli ultimi 25 anni l'incidenza in questi Paesi è fortunatamente in calo, nel 1996 era circa il 47% delle ragazze tra i 15 e i 19 anni a subirle, nel 2021 il 34%.

Sono perlopiù altre donne ad effettuare le circoncisioni, usano forbici e lamette senza la minima anestesia o uso di antibiotici, con rischi altissimi. Per ovviare al problema in alcuni Paesi è possibile 'medicalizzare' la pratica in strutture sanitarie dove la condizione igienica è migliore: oggi si calcola che circa una donna su quattro ( 52 milioni )  sia stata mutilata in questo modo. Alla base di ogni considerazione medica c'è la violazione dei diritti umani subita dalle bambine e dalle donne, ben evidenziata nel report Unicef-Unfpa dove si legge che il diritto è violato in quanto “rimuove e danneggia tessuti sani e interferisce con le naturali funzioni del corpo femminile....Inoltre il fatto che la eseguano degli operatori sanitari può rafforzare le legittimità e l'aspettativa sociale che essa debba continuare”. In Egitto la 'medicalizzazione' interessa circa il 68% delle ragazze fino ai 14 anni, in Sudan il 77% e in Indonesia il 62%  ma è in aumento in Paesi come la Guinea che è passata dal 31% dei casi nel 2012 al 35% nel 2018.

Oggi a preoccupare le Nazioni Unite nel contrasto è anche il ricorso al 'cross-border' nei Paesi dell'Africa Orientale fra le comunità che pur vivendo in luoghi dove è vietata vogliono portare avanti le mutilazioni: le comunità masai, pokot, sabaot, somali e kuria attraversano spesso i confini con Etiopia, Somalia, Uganda e Tanzania per aggirare il divieto imposto dal governo del Kenya. Secondo il report di Terres des Hommes sono circa 4,3 milioni le bambine che rischiano di subire Mgf nel 2023, un dato purtroppo destinato a salire nel 2030 con stime attorno ai 4,6 milioni. Le cause sono da ricercare  anche nei conflitti, cambiamenti climatici, povertà e disuguaglianze che continuano a minare gli sforzi internazionali portati avanti per modificare le regole sociali che ancora oggi considerano normale questa violenza di genere sulle ragazze, mettendo a rischio la loro vita e il loro futuro di donne.

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