“La facciata è fatta per velare, per proteggere uno spazio intimo, sacro, della comunità di una chiesa ma non qui. Da solo, il volto del Gesù Nuovo rivela in modo enigmatico qualcosa di quell’esperienza che si fa una volta varcata la soglia”. A Napoli, la chiesa del Gesù Nuovo, dove ‘abita’ San Giuseppe Moscati, riprende ad essere uno dei volti della città. Con le parole di Padre Jean-Paul Hernandez, teologo gesuita, viene presentata la facciata della chiesa che ‘si svela per rivelare l’essenza della Compagnia di Gesù’.
Dove come precisa il vescovo ausiliare Francesco Beneduce “chiunque viene naturalmente accolto e restituire bellezza ad un luogo come la chiesa del Gesù Nuovo significa non solo gratitudine ma anche prendersi cura del prossimo”. Via le coperture, i teli e i manovali. I ponteggi, che per 14 mesi avevano tenuto nascosto un intenso lavoro di ripulitura e restauro di 1400 metri quadrati (costato 1 milione e 700 mila euro), ora sono scomparsi. Rinasce così la facciata della chiesa del Gesù Nuovo, una delle opere architettoniche più importanti che come sottolinea padre Roberto Del Riccio, provinciale della Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù “è stata restituita alla città, al di la di chi sia il proprietario, parliamo di un bene prezioso che appartiene ai fedeli e a Napoli.
Tra le decorazioni che hanno ripreso vita – ha proseguito il provinciale – è stato restaurato il melograno, antico simbolo biblico di fecondità e di vita eterna. Nella spiritualità dei Padri della Chiesa è simbolo dell’Eucarestia e della Chiesa. Questo il messaggio: oltre la facciata si potrà gustare quel frutto della Terra promessa che è l’Eucarestia, apertura a nuova vita per la nostra città, per la nostra Chiesa”. E al di la della facciata ecco l’altra opera magnifica che si affianca alla dimensione civica, monumentale. “La dimensione ecclesiale - continua padre De Riccio - qui la presenza dei gesuiti che si dedicano al mistero della riconciliazione è la parte che proprio come la facciata rivela l’essenza della nostra pastorale, dare la possibilità a ciascun fedele, in un clima di dialogo personale attraverso l’ascolto, la possibilità di sentirsi in pace”. Sono migliaia ogni anno i fedeli ed i turisti che fanno visita alle bellezze della Chiesa del Gesù Nuovo, un punto di riferimento anche per i devoti di San Giuseppe Moscati.
Il restauro, promosso dai Gesuiti (Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù) svela un’opera dal prezioso valore storico e culturale con interventi non semplici che hanno interessato il bugnato, gli elementi marmorei di fregio, il fronte sinistro della chiesa, i finestroni. Le bugne dalla forma diamantata e caratteristica che rendono il Gesù Nuovo di Napoli un monumento di interesse internazionale sono state riportate alle tonalità originarie del loro piperno.
Un colore lucente, che regala sfumature e ombre diverse ogni volta che la luce si riflette. Un restauro che ha dato filo da torcere ai professionisti impegnati nel lavoro, giungendo alla soluzione idonea solo dopo accurate analisi sulle pietre ed i marmi ormai incrostati da vecchi interventi di manutenzione e sporcizia. Così oggi è possibile ammirarle allo stesso modo in cui le concepirono i loro costruttori nel 1470. A descrivere il complesso lavoro di restauro il team di architetti, ingegneri e restauratori che per quasi un anno si sono emozionati lavorando al Gesù Nuovo. “Questi lavori sono anche l'occasione per rimarcare una modalità di lavoro - ha spiegato padre Roberto Del Riccio - In sincerità e schiettezza sono state tante le difficoltà che abbiamo incontrato e tutte potevano essere motivo di scoraggiamento, invece abbiamo camminato insieme, non solo intessendo pazientemente delle relazioni di stretta collaborazione con tutti i soggetti coinvolti soprattutto grazie al coordinamento di padre Claudio Barretta, ma promulgando un modello di sinodalità.
In questa collaborazione non solo di intenti, ma di concreta operatività avendo avuto l’occasione di utilizzare il bonus facciate, avendo davanti obiettivi comuni e tempi di azione molto precisi, abbiamo raggiunto un risultato che oggi torna alla città, come patrimonio di tutti”. Gianfranco Bidello, ingegnere coordinatore e responsabile dei lavori ha descritto così la complessa opera di ricostruzione storica e documentale “La volontà della Compagnia di Gesù ad intervenire organicamente sul prospetto principale iniziando un lungo percorso di messa in sicurezza generale, ha dato il via ad un complesso confronto tecnico con la soprintendenza per il rilascio delle autorizzazioni e tutto preceduto da un accurato lavoro di ricerca storico documentale sul manufatto, arrivando fino al rinvenimento del documento di confisca di Giuseppe Garibaldi in favore del Regno d'Italia”. Negli anni successivi il complesso è tornato alla Chiesa, cosa che ha consentito alla Compagnia di Gesù di continuare la sua storica attività pastorale in questo sito.
Emozionanti le parole espresse dal neo parroco della Chiesa del Gesù Nuovo, che accoglie la cappella del medico santo. “Il primo ringraziamento va a Dio - ha dichiarato padre Guglielmo Pireddu, che è anche il nuovo superiore della comunità dei padri gesuiti - che ci ha permesso di essere qui per inaugurare una nuova opera ecclesiale, che si è svolta con il lavoro e l’impegno di tanti. Restituire e riconsegnare alla vista i colori originari della facciata, ingrigita dal tempo, significa ri-colorare il nostro futuro attraverso i corsi di formazione di archeologia e per le guide turistiche campane, inoltre il prossimo 18 marzo ripartiranno gli itinerari gratuiti di arte e fede le nostre ‘pietre vive’”.
L’appuntamento è alla chiesa del Gesù nuovo alle ore 16 fino alle 18.30, per informazioni le pagine social www.facebook.com/Pietrevive/ e @pietrevive_napoli.