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mercoledì 11 settembre 2024
 
Presidente della Repubblica
 

Napolitano lascia il Quirinale

10/11/2014  Ormai è più che un'ipotesi. Dal prossimo anno reggenza del presidente del Senato Grasso e nuove elezioni per scegliere il nuovo inquilino del Colle

Nel 2015 non ci sarà più Giorgio Napolitano sul Colle. Ormai è più che un’ipotesi. Le voci che si sono accavallate nelle ultime 48 ore sono state confermate da un comunicato del Quirinale: "Questione nota da tempo". Insomma, non c'è nessuna novità. Del resto, ha ricordato il Capo dello Stato, le dimissioni erano nell’ordine delle cose. Fin dall’inizio “re Giorgio” ha detto di aver accettato il secondo mandato “pro tempore” e non certo fino alla fine del secondo settennato. C’erano limiti di sostenibilità istituzionale (un secondo mandato è certamente anomalo) e naturalmente personali, visto che Napolitano a giugno compie 90 anni. Resta l’amarezza, per l’inquilino del Quirinale che ha saputo guidare il Paese nei momenti più difficili, come nell'autunno del 2011, per un Paese che tarda a uscire dalle secche della “normalità politica”, anche se il giovane premier Renzi, che ha sempre avuto la sostanziale fiducia del Colle, si muove molto abilmente giocando su maggioranze variabili. E si dice che Napolitano se ne sia andato proprio per dare una scossa ai partiti, per metterli davanti alle loro responsabilità.  

Ora però il quadro politico si complica maledettamente. L’ipotesi più accreditata è che il presidente si ritiri dopo il messaggio agli italiani, il 31 dicembre prossimo. A quel punto il nuovo inquilino del Colle, come prevede la Costituzione, sarà il presidente del Senato Piero Grasso, la seconda carica dello Stato. Nel frattempo, i “mille elettori” (deputati, senatori e rappresentanti delle Regioni) verranno chiamati a eleggere il nuovo capo dello Stato. Elettori di un legislatura in preda a fibrillazioni e convulsioni, in cui potrebbe accadere di tutto, con una maggioranza incerta tra fronda interna (la minoranza Pd) e un patto “esterno” che fatica a reggere (quello con Berlusconi). Per di più, passando per uno sciopero generale confermato dalla Cgil, mentre nelle piazze continuano le manifestazioni dei lavoratori contro la riforma del lavoro del Governo. Ancora una volta L'Italia passa per una porta molto stretta e vive uno dei momenti più critici e delicati della sua storia.

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Napolitano lascia, è già totonomi per il Quirinale
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