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giovedì 17 aprile 2025
 
Nardò–Gallipoli
 
Credere

I seminaristi: «Cerca in alto il senso della vita»

18/10/2018  Strade, scuole e centri per anziani sono stati i luoghi della missione dei seminaristi pugliesi

«LookUp!», un gioco di parole che significa «cerca», ma anche «guarda in alto» è stato scelto come titolo della missione che i giovani del Seminario regionale pugliese di Molfetta hanno animato dal 29 settembre al 7 ottobre in alcune cittadine della diocesi di Nardò-Gallipoli. I seminaristi, provenienti da tutte le diocesi di Puglia e coordinati dai loro educatori, in collaborazione con i giovani delle parrocchie locali, hanno portato la loro testimonianza in strade, piazze, scuole e case di riposo. In queste pagine proponiamo la testimonianza di quattro di loro: Alessandro Tesse, Filippo Piccininni, Mattia Miggiano e Stefano Aloisi.

A SCUOLA CON UNA STORIA DA RACCONTARE

Ore 8.15, l’atrio di una scuola, il vociare dei ragazzi interrotto per qualche istante da una campanella. Scena tipica della vita di uno studente. Ma io che ci faccio fra loro? La scuola è luogo di incontro, di confronto, di dialogo, crescita, scoperta e relazione. Accompagnando il docente di Religione sono entrato in tante classi, in punta di piedi, con la massima delicatezza, la trepidazione che un tuffatore ha quando deve salire sul trampolino. E poi? Il tuffo! Cioè il racconto della mia vita, della mia storia vocazionale, che si intrecciava con l’acqua delle vite dei ragazzi, desiderosi di ascolto e di confronto. Così il silenzio dell’ascolto si scioglie in domande, curiosità, sorrisi, cose non dette perché si custodiscono nel cuore e non si ha il coraggio di chiedere. Tutto questo è stato molto di più di quanto io abbia potuto donare e condividere, benché la motivazione più grande che mi ha spinto a non risparmiarmi non è stata l’ansia del “produrre vocazioni”, ma un senso di gratitudine verso coloro che in passato hanno condiviso con me la loro storia, dandomi il coraggio di mettere mano all’aratro e di iniziare a lavorare per la mia felicità.

Alessandro Tesse

LA CROCE È MODELLO D’AMORE

  

Nella mia esperienza nella parrocchia di San Giuseppe e San Pio in Casarano e all’Istituto superiore Rita Levi Montalcini, ho visto incarnare in concreto questo «guardare oltre il proprio naso» del titolo della missione. Il primo momento forte è stato l’incontro con gli anziani e gli ammalati del Centro Euroitalia, dove ho avuto la possibilità di toccare la carne viva del Cristo crocifisso in quei fratelli che convivono con diverse forme di malattia e abbandono. Il secondo momento decisivo è stato l’incontro con gli studenti. Nelle aule non ho trovato giovani chiusi e disinteressati, ma ragazzi desiderosi di scoprire il segreto di una vita bella, senza il timore di progettare con Dio la propria esistenza. Tra i tanti incontri ricordo quello con Francesco, un ragazzo in sedia a rotelle il quale affermava di vivere una felicità che trova il suo fondamento nel grande amore ricevuto da parte delle persone che lo circondano. Così ho riscoperto nella Croce la sorgente dell’amore che ricevo e il modello dell’amore cui sono chiamato.

Filippo Piccininni

QUANDO L’ARTE ESPRIME UN SOGNO

Nella mia esperienza vissuta al Liceo classico di Casarano, dopo un incontro con i giovani di una quinta, nel quale abbiamo discusso sul sogno, un ragazzo di nome Antonio si avvicina e inizia a parlarmi. Mi racconta la sua passione per l’arte, soprattutto quella cosiddetta “digitale” e la street art. Mi ha particolarmente colpito quel dialogo, perché ho visto in Antonio la capacità di coniugare il sogno con l’arte, come se fossero due cose inseparabili. Mi diceva che non si può possedere creatività senza la capacità di sognare. L’incontro con questo ragazzo è stato un momento non programmato, ma che mi ha fatto riflettere tanto sulla sensibilità che questi giovani hanno nei confronti dell’arte. Oggi il giovane si cimenta con la fotografia, un’arte che si è prostituita sminuendo il senso della bellezza ma che può raggiungere risultati artistici di non poco conto: foto di paesaggi mozzafiato, momenti di vita quotidiana. In conclusione posso dire che l’incontro con Antonio è stato molto costruttivo, perché mi ha fatto riflettere su ciò che io raccontavo del sogno, alla luce dell’arte.

Mattia Miggiano

QUELLA PAROLA CHE CI PARLA DAVVERO

  

Durante La luce nella notte insieme alla Comunità Nuovi Orizzonti di Chiara Amirante accompagniamo in chiesa Andrea. Lì decide di lasciarsi incontrare dall’amore di Dio. Scrive la sua preghiera su un foglietto e lo pone ai piedi di Gesù Eucarestia, prendendo poi un altro biglietto su cui trova un breve brano della Parola. Esce, lasciando accesa la candela davanti a Gesù e scoppia a piangere: quel brano parlava alla sua vita. E questa è solo una delle tante esperienze che hanno riacceso in noi la passione: non si può stare fermi davanti a un mondo che grida per mancanza d’amore! Per questo è importante testimoniare nella concretezza della nostra vita che Gesù è davvero morto e risorto per la nostra pienezza di vita, perché noi già oggi possiamo vivere da risorti.

Stefano Aloisi

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