Culle sempre più vuote in Italia. Dall’ultimo rilevamento statistico dell’Istat, relativo al primo semestre del 2016, risulta che ci sia stato un calo del 6% della natalità nel nostro paese, il più alto mai registrato, con un saldo negativo mese dopo mese tra il numero dei morti e quello dei nati. Se prendiamo per esempio il mese di giugno vediamo che i nati sono stati 37.295 mentre i morti 46.510. Nello stesso periodo dello scorso anno i nati sono stati 40.084, con una diminuzione in termini numerici di 2.789 neonati. Che se moltiplichiamo per un anno fanno una stima di circa 33.000 bambini, l’intera popolazione di una cittadina come Corsico, alle porte di Milano.
Nel primo semestre 2016 tra i nati prevalgono gli individui di sesso maschile: sempre a giugno questi sono stati 19.231, a fronte di 18.064 femmine. La popolazione complessiva è di 60.592.547 persone, ma per effetto della maggiore aspettativa di vita delle donne queste, 31.159.462, sono di più degli uomini, 29.433.085. il mese con la minore natalità aprile, con 32.824 bebè.
Dati allarmanti: a fronte dell’apporto in termini di natalità degli immigrati, evidentemente le coppie italiane sono sempre meno propense a riprodursi, e malgrado i casi eccezionali come la madre messinese di 34 anni che ha da poco dato alla luce l’undicesimo figlio, la media si attesta su un solo figlio, massimo due, mentre aumentano le coppie child free. Le cause sono molteplici, e malgrado la recente campagna del Ministero della Salute sul fertility day avesse i toni completamente sbagliati, c’è un reale bisogno di analizzare la situazione e provare ad arginare il fenomeno. Già un passo in avanti arriva dalla legge di bilancio 2017, che nel suo “pacchetto famiglia” prevede ottocento euro prima della nascita e mille euro l’anno per l’iscrizione al nido indipendentemente dal reddito.
Inoltre è confermato il voucher baby sitter per le mamme che rientrano al lavoro subito dopo i cinque mesi di assenza obbligatoria e il bonus bebé ai nuclei familiari con i redditi più bassi (80 euro al mese per tre anni (960 euro l’anno) a partire dalla nascita del figlio alle famiglie che hanno un Isee inferiore ai 25 mila euro e per i nuclei con Isee inferiore a 7.000 euro 160 euro al mese pari a 1.920 l’anno).E per tirare definitivamente le somme di questo 2016 aspettiamo i dati del secondo semestre.