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martedì 13 maggio 2025
 
 

Natale alle porte e il mio bambino sembra soltanto preoccupato

29/11/2017  Davanti agli scaffali di un centro commerciale già colmi per i doni natalizi, un figlio di 6 anni chiede rattristato al papà: «Ma bisogna già scegliere il regalo?». Sono i genitori a dover trasmettere il messaggio cristiano del Natale, risponde la nostra esperta.

Domenica sono stato al centro commerciale con la mia famiglia e c’erano già interi corridoi di cose per il Natale, giocattoli scontati e addobbi di ogni genere. Mi ha colpito molto Stefano, il più piccolo, di 6 anni, che mi ha detto: «Papà, bisogna già scegliere il regalo?». Non sorrideva e aveva l’aria quasi preoccupata... Ormai si parte a novembre con i preparativi ma al contrario non si pensa più al vero significato del Natale. Un tempo in Avvento c’erano usanze e tradizioni. Il mondo fuori dalla famiglia ti dava una mano... Mi chiedo: che cosa rimane del significato cristiano?

CARLO

— Caro Carlo, mi scuso se sarò franca con te, ma ho notato che nelle tue parole, che ho sintetizzato, non c’è un accenno di che cosa pensi di fare tu. Sai, io credo che, come per molte altre cose della vita, per la trasmissione della fede siamo noi genitori i primi a doverci porre delle domande. Anche quanto sia importante per noi e se la reputiamo un dono bellissimo. Perché se, al contrario, la riteniamo un dovere, qualcosa che “va fatto”, tutto diventa più difficile. E i bambini se ne accorgono subito. Mi ricordo di aver letto nel bel libro di Ezio Aceti Crescere è una straordinaria avventura (Città Nuova) alcuni consigli basati sul presupposto che come Dio rispetta la nostra natura e non vìola mai le caratteristiche dell’umano, così deve essere per noi nei confronti dei bambini, che – ricordiamocelo - per loro natura sono rituali e ripetitivi e anche simbolici. È così che i piccoli gesti concreti li aiutano a capire e – anche se non lo sanno ora – a ricordare per sempre quel papà grande e rassicurante e sempre deciso che si inginocchia e chiede aiuto a Gesù o la nonna saggia, sempre pronta con le parole di consolazione, che ne va cercando una per sé stessa in quel Bambino apparentemente indifeso e senza forze. Sai che cosa ho capito invecchiando, Carlo? Che c’è posto per tutto, gli addobbi e la preghiera, i regali (quando non diventano un incubo per cercare ovunque “il” gioco decretato irrinunciabile per quest’anno...) e i gesti piccoli ma fedeli, che raccolgono meno entusiasmo, ma seminano in profondo... Te ne vengono già in mente, vero? Che sia un buon Avvento!

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