Basta davvero poco per riaccendere la speranza in chi rischia di perderla: attenzioni, parole, gesti, soprattutto l’ascolto sincero. E più forze riunite insieme su un territorio possono fare concretamente del bene.
Ne abbiamo avuto una riprova coinvolgente lo scorso 14 dicembre: con il prefetto di Milano, Renato Saccone, il questore Giuseppe Petronzi, il direttore della Caritas ambrosiana Luciano Gualzetti e la simpatica partecipazione della Fondazione Geronimo Stilton (Elisabetta Dami, la “mamma” del popolarissimo topo ha anche creato un bellissimo presepe per l’occasione) abbiamo organizzato un pranzo solidale in città, ospitato nella mensa della Caserma Garibaldi a Sant’Ambrogio.
GLI ESEMPI DI FORZA E RESILIENZA AL PRANZO SOLIDALE DEL REFETTORIO AMBROSIANO
La cosa più bella è stata conoscere gli invitati. Ci hanno colpito, per esempio, la resilienza e il sorriso luminoso di Beatrice, 38enne, e del suo piccolo Marvin di un anno e 4 mesi, arrivati dal Ghana e sopravvissuti a una traversata del Mediterraneo che poteva costare loro la vita.
Qualche tavolo più avanti siedono Giovanni Petazzi, 62 anni, grafico pubblicitario che ha perso lavoro e appartamento 19 anni fa e ora vive in Casa Jannacci, collaborando con la Casa Cardinal Ferrari, Elisabetta Vestri, classe 1948, originaria del Reggiano, ex operatrice turistica e quasi l’intero ciclo di studi in giurisprudenza portato a termine, che, licenziata nell’81 da una ditta d’import-export assorbita da un’azienda americana, non è mai più riuscita a trovare un impiego fisso, e Federico Teagli, già bibliotecario, 70 anni. Anche lui, fallita la libreria in cui lavorava, da un decennio è nella stessa situazione.
Questo trio è un esempio unico di grinta, gioia di vivere e creatività: con altri volontari hanno creato l’associazione “Gatti spiazzati” che organizza tour nella Milano sconosciuta, o meglio, dimenticata, quella dei poveri, e hanno già registrato il “tutto esaurito” per il primo in programma il prossimo mese.
NATALE DI VALORE: LE STORIE DI AZIENDE CHE INSIEME A FAMIGLIA CRISTIANA FANNO DEL BENE
È da questo pranzo denso di emozioni che vogliamo partire per rivolgere a voi tutti, lettrici e lettori carissimi, l’augurio di noi di Famiglia Cristiana per un Natale da vivere nel suo spirito più autentico e presentarvi il progetto che abbiamo realizzato per questa ricorrenza.
Servire tra i tavoli, incontrare lo sguardo di tante persone colpite dalle difficoltà economiche, ascoltarne le storie, ci ha reso consapevoli ancora una volta di quanto sia bello e arricchente cercare di vivere il Vangelo, ma anche, per chi opera nella comunicazione e nell’informazione, senza fermarsi a numeri e dati (specie se scoraggianti), come dice papa Francesco, “consumare le scarpe” per andare incontro ai diversi bisogni, per vedere con i propri occhi e sentire con le proprie orecchie la voce di chi è troppo spesso dimenticato.
Da sempre la nostra testata è accanto alle persone bisognose attraverso una serie di attività e a tutte le famiglie, offrendo non solo notizie su attualità, Chiesa, cultura e spettacolo, ma da molti anni trovandosi in prima linea nel raccontare la carità, il bene e le iniziative di aiuto verso il prossimo.
Lo facciamo perché pensiamo che la bontà sia contagiosa, che anche la realtà più dura non deve indurci al pessimismo o all’arrendevolezza. Così, abbiamo pensato che il modo più giusto per concludere l’anno di eventi legati ai 90 anni di Famiglia Cristiana (di cui tracciamo un bilancio a partire da pagina 54 del numero 52) fosse un’iniziativa concreta per stare vicini alle famiglie, in questo momento particolarmente duro, che si trovano nella condizione di non poter più fare fronte neppure alle spese di prima necessità, purtroppo sempre più numerose (5,6 milioni di persone), come ha confermato di recente il Rapporto Caritas.
L’abbiamo chiamata significativamente “Un Natale di Valore” perché grazie alle “Aziende di Valore” e alla loro sensibilità verso le emergenze sociali potremo riuscire a far passare un Natale sereno a chi ci tende la mano.
“Un Natale di Valore” nasce per raccontare le buone pratiche di responsabilità sociale delle aziende italiane e, nello stesso tempo, aiutare le famiglie che vivono una condizione difficile: con l’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII forniremo pasti caldi e aiuti alimentari a chi anche a causa dell’aggravarsi della crisi economica non potrà festeggiare in famiglia il Santo Natale.
L’obiettivo può essere sintetizzato in questo slogan: «Fai del bene raccontando il bene». In collaborazione con la concessionaria di pubblicità Piemme, quindi, in occasione del Santo Natale è stato proposto alle aziende che credono nella responsabilità sociale la possibilità di raccontare le iniziative che hanno realizzato in questo campo, l’etica e i valori che le animano, le motivazioni che le hanno spinte a scegliere un’area di intervento piuttosto che un’altra.
Esperienze da far conoscere perché dimostrano con i fatti che la logica del business non è assolutamente inconciliabile con lo spirito umanitario, che esiste un concetto più ampio e più vero di benessere e non è impossibile quell’«economia umana» di cui ha parlato più volte papa Francesco.
La sua realizzazione passa per un impegno concreto degli imprenditori nell’agire positivamente sulle comunità di riferimento, sull’ambiente e sulle persone, in quella che il Santo Padre ha definito l’«ecologia integrale». Le storie che vi proponiamo sono quelle delle nove aziende che hanno aderito alla nostra iniziativa e che con Famiglia Cristiana contribuiscono direttamente “a fare del bene” in questa forma: la metà dei ricavi pubblicitari netti ottenuti grazie a questa iniziativa speciale sarà devoluto al progetto “Un pasto al giorno” ideato e condotto con serietà e capillarità dall’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, del cui impegno si parla nel servizio sul numero 52 in edicola a partire dal 22 dicembre.
Concludere così le celebrazioni del nostro novantesimo anniversario in un periodo dell’anno in cui si è maggiormente disposti a essere sensibili verso le esigenze del prossimo, come il Natale, può essere l’occasione giusta per ridare speranza a chi la sta perdendo. Come disse santa Teresa di Calcutta in una frase entrata nella storia e simbolo della carità instancabile: «Quello che facciamo è solo una goccia nell’oceano, ma l’oceano senza quella goccia sarebbe più piccolo».
(Immagine in alto: Da sinistra, Geronimo Stilton con la sua “mamma”, la scrittrice Elisabetta Dami, 64 anni; Giuseppe Petronzi, 60, e Renato Saccone, 66, rispettivamente questore e prefetto di Milano; Luciano Gualzetti, 61, direttore della Caritas ambrosiana; don Stefano Stimamiglio, 57, direttore di Famiglia Cristiana, Luciano Regolo, 56, condirettore. In alto, un momento del “Pranzo solidale” nella Caserma Garibaldi di Milano. Foto di Fabrizio Annibali).