Sembra che a casa Bocelli sia molto "peggio", che questa atmosfera natalizia anzitempo ricostruita per l’occasione della presentazione dell’album A family Christmas con Andrea Bocelli pater familias, al centro tra Virginia 10 anni e Matteo, 25, tutti e tre eleganti, in bianco e oro, con corredo di alberi di Natale e con il Duomo di Milano che entra dalle vetrate del Museo del Novecento, sia niente al confronto dell’impatto decorativo che ha fatto fin dall’estate da sfondo alle produzioni natalizie della famiglia (c’è l’evento mondiale in esclusiva streaming mondiale su Youtube il 4 dicembre e anche il libro In cammino, diario di un pellegrino Sperling&Kupfer, resconto della via Francigena percorsa a cavallo, al contrario, da Roma a Firenze: «Già con il primo disco natalizio, nel 2009, ci avevano suggerito di decorare casa come se fosse Natale, per entrare in atmosfera», racconta Andrea, «mi sa che ci siamo decisi a farne un altro proprio per cambiare colonna sonora al Natale di casa nostra».
Stavolta decorare la casa è servito anche a creare il contesto per video e trailer: «in agosto, con l’aria condizionata a palla – cosa che non amo per niente - ma poi non è mica vero che è questa roba che crea l’atmosfera del Natale, l’unica cosa capace di crearla anche fuori stagione è la musica. E la musica è una cosa fatta di tecnica che si studia e di interpretazione che è una cosa che nessuno ti può insegnare che è la capacità di emozionare ed emozionarsi. Il bello di questo momento è che stiamo facendo musica insieme come famiglia – anche se non ci sono quintetti in prospettiva si chiama fuori Veronica Berti, moglie di Andrea e Amos ha scelto altro: sta studiando ingegneria aerospaziale -. La mia vita è stata costellata di distacchi dolorosi: a sei anni sono andato in collegio e quando finivano le vacanze mi pesava sempre tornarci, lasciare casa. Quando poi è iniziata la carriera, si trattava sempre di partire da soli lasciando la famiglia a casa. Stavolta per me è bellissimo fare tutto insieme. Ho avuto la fortuna di fare un lavoro che amo, ed è un modo di non avere mai l’impressione di lavorare, ma con loro è anche meglio».
Quanto alla famiglia, che in questo album per la prima volta unisce le voci di tutti e tre, Bocelli scherza: «Lo so che ci fanno sembrare il mulino bianco ma non è come sembra, abbiamo le discussioni che si hanno in tutte le famiglie: io ripeto ai figli che ogni discussione è un “incidente intellettuale», non ci si capisce su una cosa e ci si scontra, finché accade in una famiglia si scatena un litigio, quando accade tra i potenti del mondo si arriva alla guerra, ma sempre da lì si parte. La musica non fa miracoli, da sola non cambia il mondo, il mondo lo cambiano gli uomini. Sarà un Natale triste per tanti e preoccupante per tutti, spero che la musica compia almeno il piccolo miracolo e porti a riflettere sui valori autentici del Natale, che sono quelli del cristianesimo, la filosofia che potrebbe fare di questa terra un paradiso terrestre, se solo le persone – lo dico anche per me stesso – ascoltassero un po’ di più il messaggio dell’uomo finito sulla croce».
Qualcuno chiede di Natale in casa Bocelli, risponde il patriarca: «Quello di tutte le famiglie che credono nella nascita del Salvatore: ci si alza e si va a Messa tutti insieme, solo dopo si ha titolo per dirsi I wish you a Marry Christmas». Non a caso il titolo di una canzone. I figli non lo nascondono: «A casa nostra si canta e si respira musica da quando siamo nati, questo album e questo tour non fanno che replicare in pubblico una cosa che ci viene naturale a casa, cantare insieme perché la facciamo da sempre». Anche se Virginia, che ha incantato il mondo e la rete improvvisando con il padre un Halleluja di Leonard Cohen al regio di Parma in diretta streaming nel 2020, ammette che davanti ai grandi pubblici: «All’inizio ho un po’ di paura, mi emoziono, ma poi passa quando comincio a cantare e dopo è un sollievo, bello». Per il resto tradizioni come tutti: «Tortellini in brodo, pranzo tradizionale come in tutte le famiglie». Virginia ammette un debole per: «Panettone e torrone», il padre confessa: «Se non avessi un pubblico cui rendere conto a tavola rischierei di lasciarmi andare di più: mi piace tutto e qualche mangiata in più me la concederei, ma occorre rendere conto e mi trattengo. Non parliamo del vino, è vero che fa cantare, ma siccome fa cantare male serve moderazione».
Certo non sarà da spot, ma la famiglia Bocelli proprio ordinaria non è: hanno cantato insieme per la famiglia reale inglese, e poi alla Casa bianca con la piccola Virginia portata per mano dal presidente George Biden in persona in visita alla dimora dei presidenti americani. Non proprio da tutti. Come da tutti non sono i palcoscenici che calcano: «Essere figli d’arte», ammette Matteo, «forse facilita all’inizio, ti aiuta a partire, ma il difficile per chi ha un nome che pesa viene con gli interessi nel secondo tempo, perché poi devi dimostrare: e con un cognome così sai che le aspettative sono molto alte».
Sta preparando il suo primo album, pop: «Sanremo? Per quest’anno i giochi sono fatti, ci sono stato solo come ospite con papà, ma il palco dell’Ariston è uno dei più emozionanti in assoluto, per la gara chissà un giorno magari sì, ma dovrò avere una canzone che mi convince davvero a sfidarmi, mi sa che quella adatta non c’è ancora». Anche il padre ammette di aver vissuto lì uno dei suoi momenti più intensi: «Se c’è un video che ancora mi emoziona, e in genere non mi succede, è quello del mio primo Sanremo: io ero lì con Il mare calmo della sera, venivo dall’opera, non le avevo dato tanta fiducia, per me era “solo” una canzone. Quando risento la reazione del pubblico, penso a mio padre che era là sul fondo del teatro con le spalle al muro a preoccuparsi per me. Ecco davanti a quel video ancora adesso mi commuovo».