Aspettando Godot di Samuel Beckett, esempio di teatro dell’assurdo, scritto nel 1948 e rappresentato per la prima volta nel 1953, è diventato il simbolo di coloro che aspettano qualcosa che sembra non arrivare, come il Godot di cui si parla in tutto il testo, senza che appaia mai in scena, deludendo le aspettative dei due barboni Vladimiro ed Estragone.
La storia, fonte di interrogativi esistenziali, è stata interpretata in vari modi: comico, clownesco, cupo, drammatico, malinconico, evidenziando o la vivacità delle battute e degli scherzi tra i due personaggi o la riflessione sul mancato arrivo di Godot o l’incapacità dei due protagonisti di andarlo a cercare.
Dall’11 novembre al Teatro Elfo Puccini di Milano va in scena, nella fedele traduzione di Carlo Fruttero, un nuovo allestimento con Jurij Ferrini e Natalino Balasso, che spiega: «Un aspetto attuale della lettura di Aspettando Godot mette in risalto il concetto di attesa tipico della nostra società: aspettiamo che qualcosa cambi, senza voler cambiare noi stessi e senza proporre una iniziativa personale. Per esempio, il meccanismo delle cooperative, sorte in Emilia nel dopoguerra, non è più quello originale in cui il lavoro significava veramente cooperazione; adesso le cooperative sembrano società per azioni, multinazionali in cui i lavoratori aspettano le decisioni dall’alto senza collaborare attivamente».
Prosegue Balasso: «Aspettando Godot parla in maniera moderna, come succede per i classici: l’entrata in scena di un altro personaggio, Lucky, tenuto con la corda al collo come un somaro dal proprietario terriero Pozzo, mi sembra una rilettura della dinamica del lavoro dipendente di oggi, perché il dipendente non si toglie la corda dal collo, anzi accetta di tenerla. Personalmente ritengo che in un periodo di crisi i lavoratori dovrebbero cercare nuove forme di attività e rimettersi in gioco, poiché i ruoli sono rimescolati, ma ora è troppa la paura di rischiare».
La collaborazione con Ferrini, nata per I rusteghi di Goldoni della scorsa stagione, facilita il rapporto di complicità necessario per recitare il testo «chiave di volta del teatro moderno dopo il quale il teatro non è più stato lo stesso, poiché ha messo in discussione tutti i canoni, esistenti fino a quel momento, dalla drammaturgia alla scenografia, costituita solo da uno scheletrico albero».
Balasso ha spesso lavorato con altri artisti, che hanno anche
condizionato il suo modo di concepire il teatro, come racconta: «La
svolta nel mio lavoro è avvenuta attraverso un altro veneto come me,
Marco Paolini. Tramite Marco ho conosciuto il regista Gabriele Vacis,
l’attrice Laura Curino e, grazie a loro, ho capito che fare teatro vuol
dire viverlo, non come un copione da rappresentare, ma mettendoci tutta
la tua inventiva e vitalità mentre reciti, infatti non è come
interpretare una scena di un film per il cinema, che puoi rifare molte
volte. Credo che un incontro ne trascini sempre un altro, infatti dalla
frequentazione con Paolini e Vacis ho conosciuto lo scrittore Luigi
Meneghello, che ha influenzato la mia scrittura narrativa».
Oltre alla recitazione e alla composizione di monologhi teatrali e di
romanzi, Balasso ha anche attivato un canale su youtube, Telebalasso. La
sua riflessione sulla Tv di oggi e sull’uso del web, conferma che è un
outsider, sempre alla ricerca di nuove sfide: «Per dieci anni ho
cercato di esprimermi in modo personale in Tv, anziché partecipare a
progetti di altri, ma sono rimasto deluso dalle riunioni con i
dirigenti della televisione, poiché parlavamo linguaggi differenti. Ho
quindi pensato di utilizzare youtube poiché è uno strumento che
consente di raccontarsi in modo autonomo, tanto che chiunque oggi può
farlo utilizzando una telecamera. Propongo filmati sperimentali,
estemporanei, diventati un mezzo di diffusione delle mie idee poiché,
come comico, la gente mi segue volentieri, anche se alcuni video non
sono di comicità pura. Oggi tuttavia youtube sta diventando una sorta di
Tv generalista in cui tutto è filtrato dalla pubblicità, ma non mi
scoraggio e troverò altre forme di espressione efficaci».
Dove & quando
ASPETTANDO GODOT di Samuel Beckett. Traduzione di Carlo Fruttero. Regia
di Jurij Ferrini. Scenografia di Samuel Beckett. Costumi di Michela
Pagano. Con Natalino Balasso, Jurij Ferrini, Angelo Tronca, Michele
Schiano di Cola. Produzione U.R.T - Teatria.
Dall’11 al 17 novembre 2013 sala Shakespeare, Teatro Elfo Puccini di
Milano; dal 28 gennaio al 2 febbraio 2014, Fonderie, Teatro Stabile di
Torino e poi in tournée.
Info: Teatro ELFO PUCCINI, Corso Buenos Aires
33, Milano, tel. 02 00 66 06 06, www.elfo.org; www.natalinobalasso.net