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sabato 05 ottobre 2024
 
Natuzza Evolo
 

«Dialogate», la famiglia rilancia una lettera al Vescovo e alla Fondazione

13/07/2019  Dopo i contrasti tra il Vescovo di Mileto-Nicotera-Tropea e la Fondazione voluta dalla mistica calabrese di Paravati, che nei giorni scorsi ha visto il primo "cancellare" la seconda,  il figlio primogenito Salvatore e il genero Tonino scrivono a Famiglia Cristiana: «Rimaniamo in silenzio in obbedienza a lei, ma chiediamo a entrambe le parti un sereno e costruttivo dialogo che tenga conto delle radici spirituali di quell'atto giuridico che è lo statuto. Lo sollecitammo l'11 aprile scorso in una missiva che vi preghiamo di ripubblicare».

La lettera è giunta in redazione di buon mattino.  Mittenti: il figlio primogento di Natuzza Evolo, Salvatore Nicolace, e il genero, Tonino Lucchese, vedovo di Anna Maria, la figlia cui la mistica dettava il contenuto dei suoi colloqui spirituali con Gesù e con Maria. Destinatari: il direttore di Famiglia Cristiana, don Antonio Rizzolo, e il condirettore, Luciano Regolo. «Sempre rispettosi delle volontà di nostra madre Natuzza Evolo, siamo in silenzio anche in questi tristi giorni perché come lei voleva, non ci fossero interferenze dei familiari nella gestione della Fondazione Cuore immacolato di Maria rifugio delle anime. Siamo quindi a richiederle la possibilità di una ripubblicazione integrale della lettera aperta inviata in data 11 aprile al consiglio della Fondazione ed a sua Eccellenza monsignor Luigi Renzo, che esprime compiutamente il nostro pensiero sulla vicenda, fiduciosi che con un vero dialogo tutto possa risolversi per il bene delle anime».

Ecco il testo integrale di quella missiva, che - accogliendo la loro richiesta - volentieri ripubblichiamo. 

Eccellenza,

Sig. Presidente,

Anzitutto vogliamo ringraziare sia la Diocesi - per l’impegno e l’interesse manifestato in questi anni verso la figura e l’opera di nostra madre poi verso il suo processo di beatificazione e canonizzazione - sia la Fondazione ed i suoi volontari per aver accolto egregiamente la cerimonia d’insediamento del tribunale ecclesiastico il 6 aprile scorso.

Commossi, abbiamo visto circa 10 mila pellegrini, incuranti dei capricci del tempo, raggiungere la “Villa della Gioia” sin dal primo mattino per assistere alla funzione religiosa che si sarebbe tenuta solo nel tardo pomeriggio.

Ricordiamo nostra madre con gli occhi che le si velavano di dispiacere quando, vedendoli giungere da ogni dove, dopo lunghi viaggi, non aveva modo di dare un riparo ai più deboli, agli anziani e agli ammalati soprattutto. È stata perciò un’attesa sofferta per lei, l’attesa del momento in cui si sarebbe riusciti a portare a compimento quello che la Madonna le aveva chiesto: «una grande casa rifugio di tutte le anime».

Sono trascorsi ormai 33 anni da quando l’Associazione, poi trasformata in Fondazione, si è adoperata con grandi sacrifici e con l’aiuto dei soci e dei sostenitori per portare a compimento l’opera descritta alla mamma dalla Madonna nel 44’ e di questo siamo immensamente grati alla Fondazione. Noi non dimentichiamo e non dimenticheremo mai che lei definiva la Fondazione la sua «sesta figlia la più amata»!

È vivo il ricordo di quando la spianata, ora lastricata in pietra, era solo terra battuta e mancavano persino i servizi e qualunque cosa potesse dare ristoro a tutta quella folla che conveniva. Adesso è una meraviglia vedere realizzato questo luogo di pace e amore, un’impresa che sembrava davvero impossibile.

L’amarezza è immensa, quindi, nel leggere articoli di giornale che non rendono minimamente merito a tutto ciò che è stato fatto. Da quando il 1° agosto 2017 è stato emesso il decreto di revoca del culto, tutto il bene fatto in 31 anni dalla Fondazione sembra essersi dissolto, e con esso la gratitudine a tutti i soci, a Padre Michele Cordiano e Don Pasquale Barone che sino all’ultimo si sono presi cura dei nostri genitori. Non comprendiamo quest’accanimento da parte dei giornali locali che ha generato confusione, smarrimento e sofferenza lacerante in tanti fedeli che abbiamo incontrato.

Siamo perplessi anche perché abbiamo letto il libro Il mio incontro con Natuzza (editrice Vaticana 2014) scritto da vostra Eccellenza in cui lei stesso ha pubblicamente esternato plauso e stima incondizionata verso l’opera della Fondazione, manifestando la chiara convinzione che essa e ogni cosa nata in seno a essa, per impulso della mamma, fosse stato a lei richiesto dalla Santissima Vergine. Ne riportiamo alcuni passi significativi:

«Il fenomeno Natuzza... si intensifica sempre di più: ne sono prova i Cenacoli di Preghiera richiesti dalla Madonna a Natuzza e che si stanno diffondendo, fortunatamente, dovunque nel mondo. Mi pare questo un segno concreto di come l’eredità lasciata da Natuzza proviene da Dio e non da calcoli umani. A noi saperli cogliere e coltivare» (pag.21 del suo libro).

Ed ancora: «Come ricordavo, stanno per trascorrere cinque anni dalla morte. In questo tempo molte cose sono successe, altre succederanno. Sta andando avanti la costruzione della chiesa richiesta dalla Madonna stessa a Natuzza, i Cenacoli prolificano, la Fondazione Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime si sta muovendo egregiamente pur con sacrificio» (pag. 22).

Nel medesimo libro, inoltre, indicava proprio la Fondazione come l'unico soggetto di cui fidarsi nelle iniziative legate alla figura e alla memoria di Natuzza: «Vi chiedo molta prudenza nell'aderire a proposte estranee alla Fondazione 'Cuore Immacolato di Maria' anche da parte di chi si dice ben disposto a seguire Natuzza. I cenacoli di Preghiera potete essere sotto tiro: sappiate seguire fedelmente lo spirito di mamma Natuzza, che non ha mai concesso nulla ai compromessi e alla cultura dell'apparire e dello spettacolo. Le forze del male possono nascondersi dovunque con la faccia del bene. Lasciatevi guidare dai vostri assistenti spirituali e vedrete che sarà Natuzza stessa a continuare a seguire e condurre i nostri passi sulla strada del Signore» (Omelia del 23 agosto 2012, pag 73).

Come chiese espressamente nostra madre a tutti noi suoi figli, noi non ci siamo mai intromessi nei fatti riguardanti la Fondazione e anche negli ultimi 2 anni non abbiamo inteso farlo, restando silenziosi ed equidistanti in una controversia che pure ci rattrista moltissimo.

Tanti ci chiedono come si sarebbe comportata la mamma in questa situazione: sarebbe stata obbediente accettando tutte le modifiche richieste allo statuto? Non possiamo certo rispondere in sua vece, né ci sogniamo di dire che dal cielo possa parteggiare per l’uno o per l’altro, come se ci si trovasse di fronte a due contendenti di una cosa di poco prezzo: davanti a voi c’è la bontà di una vita vissuta abbracciando il Vangelo, l’immensità di un amore folle per il Signore e le indicibili sofferenze offerte per la salvezza delle anime. E proprio per questi aspetti, riteniamo, la Chiesa l’ha dichiarata Serva di Dio, istruendo il processo di beatificazione e canonizzazione.

A mamma tutto questo clamore non interessava, è solo “un riconoscimento umano”, diceva. L’unica cosa certa è che non avrebbe mai rinnegato per obbedienza le apparizioni e i colloqui con Gesù, la Madonna e le anime dei santi e defunti che si son sempre presentati durante il corso di tutta la sua vita, per indicare ai propri cari su questa terra, per volere del Signore, la via della salvezza e dell’unica vera gioia. Proprio da questi colloqui sono scaturiti il suo testamento spirituale e lo stesso statuto della Fondazione.

Per obbedienza, da ragazza, accettò di essere ricoverata in manicomio, ma non disse di non vedere Gesù e la Madonna. Per obbedienza ogni messaggio quaresimale da me (Salvatore) battuto a macchina da scrivere veniva sempre fatto leggere al vescovo prima della sua diffusione perché controllasse che il testo fosse conforme alla dottrina e nulla, a mia memoria, fu mai cancellato perché contrario alle verità della nostra fede o non coerente con esse.

A nostro avviso, per come abbiamo conosciuto la mamma, sempre pronta a suggerire la via della pace e della rinuncia agli orgogli personali, lei si sarebbe certamente adoperata per fare in modo che vostra Eccellenza e voi Presidente dialogaste incessantemente perché l’opera voluta dalla Madonna fosse nuovamente “rifugio di tutte le anime”, perché una cosa sola interessava a nostra madre: la salvezza delle anime, di quante più anime possibili come le fu chiesto in tante apparizioni da Gesù. A ciascuno dei due avrebbe magari suggerito di rinunciare a qualcosa per amore di Gesù, per un bene immenso quale appunto la salvezza delle anime per la quale il Cristo s’immolò sulla croce.

Non conosciamo nei dettagli quanto siano profonde le modifiche in discussione e quanto possano snaturare l’attuale statuto perché noi non siamo parte della Fondazione per volontà di nostra madre. Ma siamo comunque portati a credere che se Vostra Eccellenza ha sollecitato l'apertura del processo di beatificazione è perché non ha mai dubitato che la mamma abbia detto il vero e quindi che abbia realmente vissuto ogni sua esperienza mistica, anche i colloqui con Gesù e la Madonna. Non si può credere a una Natuzza “in parte”. E se si crede a lei, a ciò che ha fatto e al perché lo ha fatto, non si può non credere che tutti i suoi atti a partire dal testamento spirituale che ha voluto incardinato nello statuto della fondazione siano, per usare le sue stesse parole, Eccellenza, “espressione del divino”. Perché proporre una revisione profonda dello statuto, modificandone varie parti? Di certo dialogando e ricordando la scaturigine di quell’atto giuridico si può riuscire a modificare la forma senza alterarne la sostanza.

In ogni caso, essendo la Fondazione nostra “sorella” chiediamo sia al suo presidente e al consiglio d’amministrazione, sia a Vostra Eccellenza, di accudirla, di proteggerla e farla crescere nel seno della Chiesa, dialogando incessantemente affinché si possa giungere  presto ad una soluzione.

Cordialmente,

Salvatore Nicolace

Tionino Lucchese

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