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lunedì 07 ottobre 2024
 
 

Ne suonano di tutti i colori

26/09/2012  L'Italia è la prima in Europa per numero di orchestre multietniche. Ne ha 15 discograficamente attive, con 180 musicisti provenienti da 28 Paesi. Il 30 settembre presentato uno studio.

Sono ben 15 le orchestre multietniche discograficamente attive nel nostro Paese, con 180 musicisti provenienti da 28 Paesi. Sono rappresentati tutti i 5 continenti. L’Italia conquista il primato europeo per questo genere di ensemble. Questi sono i risultati dello studio sulle orchestre multietniche, condotto per il “Meeting delle etichette indipendenti” da Francesco Fiore, componente e leader della Med Free Orkestra di Roma, e che viene presentato domenica 30 settembre a Faenza, nell’ambito del Supersound Mei.

Il primato se lo aggiudica Roma, con 5 orchestre presenti nel territorio cittadino: dalla ormai famosa e capostipite di tale movimento l’Orchestra di Piazza Vittorio, alla Orchestra del 41° parallelo, alla Precharija Orchestrar, dalla neonata Orchestra Multietnica della Garbatella (Ogm) alla Med Free Orkestra (Mfo). “Non è mai facile tenere insieme un’orchestra, specie se i componenti provengono da molti Paesi diversi – ci dice Francesco Fiore leader della Mfo e autore dello studio – ma quando si possiede un linguaggio universale come quello musicale diventa tutto più facile”.

Non solo multietniche, le orchestre italiane sono anche poliedriche. Sono infatti moltissimi i generi musicali suonati dalle bande prese in esame da Fiore. Si va dalla musica mediterranea della Mfo, alle contaminazioni rock e reggae dell’Orchestra di Piazza Vittorio, passando per repertori di ispirazione balcanica, folk e post-punk. Un gran calderone che raccoglie influenze da ogni parte del mondo, e che prende forma in Italia non per caso. “Ovviamente, il primato positivo detenuto dal nostro Paese proviene anche dal fatto che i flussi migratori che hanno riguardato l’Italia, al contrario dei partner europei, rappresentano un fenomeno alquanto recente” continua Fiore.

Un fenomeno sociale quindi, oltre che musicale, da studiare e analizzare, per capire le evoluzioni culturali a cui il nostro Paese va incontro. Molto varie anche le motivazioni che hanno portato alla formazione delle varie orchestra. Si va dalle motivazioni istituzionali, come nel caso dell’Orchestra di Porta Palazzo, nata con il patrocinio del Comune di Torino nell’ambito del progetto “Periferie”, a quelle volutamente interculturali, per finire con quegli ensemble che sono diventati multietnici in maniera spontanea e talvolta casuale. È il caso della Med Free Orkestra, diventata orchestra multietnica un po’ per caso, solo perché mancavano degli strumenti per completare la formazione e i migliori candidati erano di origine straniera.

 
 
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