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domenica 15 settembre 2024
 
Epifania del Signore
 

Nei magi il destino di ogni uomo

06/01/2014  Nella messa per l'Epifania, il Papa spiega che dobbiamo camminare, come i magi, guidati dalla luce, con quella "santa furbizia", la scaltrezza spirituale che ci consente di evitare i pericoli.

Insiste sulla necessità di custodire la fede andando oltre il buio, la mondanità, il fascino del successo. Il Papa, nella basilica di San Pietro gremita, celebra la messa per l'Epifania del Signore. E parla dei Magi, che seguono la luce della stella per trovare la Luce di Dio. «In questo percorso dei Magi d’Oriente è simboleggiato il destino di ogni uomo: la nostra vita è un camminare, illuminati dalle luci che rischiarano la strada, per trovare la pienezza della verità e dell’amore, che noi cristiani riconosciamo in Gesù, Luce del mondo. E ogni uomo, come i Magi, ha a disposizione due grandi “libri” da cui trarre i segni per orientarsi nel pellegrinaggio: il libro della creazione e il libro delle Sacre Scritture. L’importante è essere attenti, vigilare, ascoltare Dio che ci parla. Sempre ci parla».
Ma ci sono percioli da evitare, posti, come la casa di Erode, dove la luce è assente, «per diffidenza, paura», vi regna «l'invidia», aggiunge a braccio il Papa. Il Regno di Erode, il potere edificato sul «dominio, sul successo, sull’avere, sulla corruzione, è messo in crisi da un Bambino. Ed Erode arriva fino a uccidere i bambini. Un padre della Chiesa diceva: "Uccidi i bambini nella carne perché la paura ti uccide nel cuore"».
Ma i Magi seppero evitare il pericolo rappresentato dall'oscurità presso Erode, «perché credettero nelle Scritture e perché erano dotati di quella santa furbizia che è una virtù, , è un aspetto della luce che ci guida nel cammino della fede». Si tratta, dice papa Francesco, «di quella scaltrezza spirituale che ci consente di riconoscere i pericoli e di evitarli. I Magi seppero usare questa luce di “furbizia” quando, sulla via del ritorno, decisero di non passare dal palazzo tenebroso di Erode, ma di percorrere un’altra strada. Questi saggi venuti da Oriente ci insegnano come non cadere nelle insidie delle tenebre e come difenderci dall’oscurità che cerca di avvolgere la nostra vita».
E ancora a braccio il Papa aggiunge: «Loro, con questa santa furbizia hanno custodito la fede, anche noi dobbiamo custodire la fede, nel buio, tante volte un buio travestito da luce. San Paolo dice che il demonio, tante volte si veste di angeli di luce. Ma noi dobbiamo custodire la fede con la santa furbizia, con la preghiera, con l'amore, con la carità». L'esempio dei Magi ci insegna ad alzare lo sguardo verso la stella, «e a seguire i grandi desideri del nostro cuore. Ci insegnano a non accontentarci di una vita mediocre, del “piccolo cabotaggio”, ma a lasciarci sempre affascinare da ciò che è buono, vero, bello... da Dio».
Non bisogna lasciarsi ingannare dalla apparenze, da ciò che per il mondo è grande, sapiente, potente. Non bisogna fermarsi lì. Il Papa, insiste, e parla ancora, sempre a braccio, dell'importanza di custodire la fede. Lo ripete più volte: «È necessario custodire la fede, in questo tempo è tanto importante questo, custodire la fede. Bisogna andare oltre, oltre il buio, oltre il fascino del successo, oltre la mondanità. Non bisogna accontentarsi dell’apparenza, della facciata. Bisogna andare oltre, verso Betlemme, là dove, nella semplicità di una casa di periferia, tra una mamma e un papà pieni d’amore e di fede, risplende il Sole sorto dall’alto, il Re dell’universo. Sull’esempio dei Magi, con le nostre piccole luci, cerchiamo la Luce e custodiamo la fede».

 
 
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