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lunedì 17 marzo 2025
 
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Neil Armstrong? Un padre tormentato e sognatore

29/08/2018  Convince The first man (Il primo uomo), il film d'apertura al Lido. Un racconto romantico sull'astronauta che per primo ha messo piede sulla luna.

First Man (Il primo uomo) si interroga sul dolore di chi resta e la dedizione di chi parte. Che cosa si nasconde dietro a quel mitico 20 luglio 1969? Il lutto di un padre a cui la malattia aveva tolto la figlia piccola, la forza di una moglie che ogni giorno cercava di non piangere quando il marito volava verso l’irraggiungibile. E poi tutti gli orfani dei piloti che hanno scambiato la loro esistenza con un sogno: quello di vedere la Terra mentre le orbitavano attorno.

Uomini veri, come il titolo del film diretto da Philip Kaufman. Persone comuni votate all’eroismo, pionieri coraggiosi pronti a sfidare l’ignoto. E sullo sfondo lo spazio, l’ossessione per le stelle, per le grandi imprese. Alzando lo sguardo si vede la luna, l’oggetto del desiderio, da raggiungere per primi, superando il contendente russo. Ma la strada per il successo impone dei sacrifici, forse troppi. Alla Nasa in molti hanno perso la vita prima che Neil Amstrong potesse conquistare la gloria

Il regista Damien Chazelle è un romantico, che racconta un’epopea senza tempo rendendola umana. Fissa la macchina da presa sugli occhi del suo protagonista, per indagare le sue pene e le sue passioni. Amstrong viene descritto come un cervellone molto introverso, che la sera non smetteva di studiare per essere sempre il migliore. Un grande ingegnere, un mago ai comandi di qualsiasi velivolo. Guardava al cielo per staccarsi dalla realtà, per non dover pensare alla morte della sua bambina. Gli affetti perduti e le emozioni si contrappongono alla desolazione del terreno lunare, fatto di crateri oscuri, polvere e macigni grandi come macchine.

“Un piccolo passo per l’uomo, un gigantesco balzo per l’umanità”, la prima frase di Amstrong durante l’allunaggio. Lui ha cambiato la Storia, ma il “gigantesco balzo” è stato anche per se stesso, finalmente capace di dar sfogo ai suoi tormenti. Siamo lontani dalle atmosfere nostalgiche di La La Land (sempre di Chazelle), dal tip tap su una panchina di Los Angeles. Ma c’è un tempo per ballare e uno per crescere, per scoprirsi adulti. Qui la coppia, l’amore giovanile, ha dato vita a una famiglia, con i sorrisi e i tormenti di ogni giorno. Il lavoro e le ambizioni si scontrano con la responsabilità di essere genitori, di crescere i ragazzi e contemporaneamente di fare la differenza, per poi proiettarsi verso l’universo.

Lo spettatore assaggia il brivido del viaggio, guarda il nostro pianeta da una prospettiva diversa, rinchiuso in una “navicella” da temerari. Il buio, la luce. Squarci di immensa bellezza, in un mondo in cui per un attimo i confini si annullano e tutti siamo uniti. Milioni di orecchie attaccate alla radio per seguire gli uomini che fecero l’impresa. Le lacrime, la gioia, la paura, la “soddisfazione” di essere stati scelti, ribadita da Amstrong in conferenza stampa prima di partire. E poi naturalmente la magia del cinema.

(in collaborazione con Cinematografo.it)

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