Jorge Mario Bergoglio è passato poi ad
analizzare i rischi insiti nel gioco d’azzardo e il dolore che provoca,
perché «tanta gente perde tutto lì. A Buenos Aires ho visto anziani che
andavano alla banca a prendere la pensione e poi subito al casinò».
Oggi, ha proseguito, «in questo mondo sembra che se non paghi non puoi
vivere. Al centro del mondo è il dio denaro, quelli che possono
avvicinarsi e adorare questo Dio si avvicinano, gli altri che non si
avvicinano finiscono nella fame, nelle malattie, nello sfruttamento:
pensate allo sfruttamento dei bambini, dei giovani». Contrapposta a
questa logica è la gratuità, «parola chiave per andare con gli altri e
far sì che questo deserto possa diventare foresta».
Tutti siamo umani e con quella umanità ci avviciniamo per lavorare
insieme, senza differenze di religione e sesso: «Non importa, lavoriamo
insieme e c'è il miracolo di un deserto che diventa foresta». Sul
gioco collettivo, di “squadra”, un’altra similitudine di Bergoglio,
riferita a uno sport da lui amato: «La vita la si deve prendere da dove
viene, è come il portiere nel calcio: prende il pallone da dove lo
buttano. Non bisogna avere paura nella vita». Inoltre ha aggiunto: «E
poi c’è un’altra cosa che ha a che fare con il gioco, con lo sport anche
con l’arte: la gratuità. Spesso a tutti noi manca il sorriso, ci manca
l’amicizia sociale, pensiamo solo a noi stessi. Viviamo una terza guerra
mondiale a pezzi. L’amicizia sociale si fa nella gratuità. E questa
saggezza della gratuità si impara col gioco, con lo sport, con l’arte,
con la gioia di essere insieme, con l’avvicinamento. È una parola da non
dimenticare in questo mondo in cui sembra che se tu non paghi non puoi
vivere».
Nel corso dei lavori, anche la testimonianza di don Maurizio
Patriciello, parroco del quartiere Parco Verde di Caivano (Napoli) e
simbolo di resistenza nella cosiddetta Terra dei fuochi, segnata da
tante morti premature per cancro a causa dell’inquinamento ambientale.