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lunedì 16 settembre 2024
 
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Nel nome dell'ecologia integrale, il Papa a sorpresa a Villa Borghese

24/04/2016  Nel pomeriggio di domenica 24 aprile, Francesco s'è recato a sorpresa al Villaggio per la terra, evento promosso tra gli altri da Earth Day Italia e Movimento dei Focolari. Un intervento, il suo, a quasi un anno dalla pubblicazione dell'enciclica Laudato si'.

A sorpresa, come a lui piace fare, papa Francesco è arrivato a Villa Borghese nel pomeriggio di domenica 24 aprile verso le 17, per partecipare alla manifestazione “Villaggio per la terra” promosso fra gli altri da Earth Day Italia e dal Movimento dei Focolari, dove era stato invitato anche per il suo impegno di tutela del creato che ha generato, quasi un anno fa,  l’enciclica Laudato si’. In perfetto “stile Bergoglio”, il pontefice ha abbandonato i fogli scritti del discorso preparato per parlare a braccio alle centinaia di persone presenti al dibattito sulla città di Roma.

Al suo arrivo in auto, insieme al sostituto della Segreteria di Stato monsignor Angelo Becciu, il Papa è stato accolto tra gli altri dalla presidente del Movimento dei Focolari Maria Voce e dall’arcivescovo monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova evangelizzazione e coordinatore vaticano degli eventi del Giubileo. «Sentendo voi parlare, mi sono venute due immagini: il deserto e la foresta. Io ho pensato: questa gente, tutti voi, prendono il deserto per trasformarlo in foresta. Vanno dove c’è deserto e non c’è speranza, e fanno cose che fanno diventare foresta questo deserto. La foresta è piena di alberi, è piena di verde, ma troppo disordinata. Però così è la vita. E passare dal deserto alla foresta è un bel lavoro che voi fate. Voi trasformate deserti in foreste», ha detto il Papa, puntualizzando che non bisogna aver «paura di andare nel deserto per trasformarlo in vita», anche se «avvicinarsi agli altri è un rischio. Ma è anche un’opportunità per me e per la persona a cui mi avvicino. Il deserto è brutto, nel cuore come nelle città, nelle periferie».


Jorge Mario Bergoglio è passato poi ad analizzare i rischi insiti nel gioco d’azzardo e il dolore che provoca, perché «tanta gente perde tutto lì. A Buenos Aires ho visto anziani che andavano alla banca a prendere la pensione e poi subito al casinò». Oggi, ha proseguito, «in questo mondo sembra che se non paghi non puoi vivere. Al centro del mondo è il dio denaro, quelli che possono avvicinarsi e adorare questo Dio si avvicinano, gli altri che non si avvicinano finiscono nella fame, nelle malattie, nello sfruttamento: pensate allo sfruttamento dei bambini, dei giovani». Contrapposta a questa logica è la gratuità, «parola chiave per andare con gli altri e far sì che questo deserto possa diventare foresta».

Tutti siamo umani e con quella umanità ci avviciniamo per lavorare insieme, senza differenze di religione e sesso: «Non importa, lavoriamo insieme e c'è il miracolo di un deserto che diventa foresta». Sul gioco collettivo, di “squadra”, un’altra similitudine di Bergoglio, riferita a uno sport da lui amato: «La vita la si deve prendere da dove viene, è come il portiere nel calcio: prende il pallone da dove lo buttano. Non bisogna avere paura nella vita». Inoltre ha aggiunto: «E poi c’è un’altra cosa che ha a che fare con il gioco, con lo sport anche con l’arte: la gratuità. Spesso a tutti noi manca il sorriso, ci manca l’amicizia sociale, pensiamo solo a noi stessi. Viviamo una terza guerra mondiale a pezzi. L’amicizia sociale si fa nella gratuità. E questa saggezza della gratuità si impara col gioco, con lo sport, con l’arte, con la gioia di essere insieme, con l’avvicinamento. È una parola da non dimenticare in questo mondo in cui sembra che se tu non paghi non puoi vivere».

Nel corso dei lavori, anche la testimonianza di don Maurizio Patriciello, parroco del quartiere Parco Verde di Caivano (Napoli) e simbolo di resistenza nella cosiddetta Terra dei fuochi, segnata da tante morti premature per cancro a causa dell’inquinamento ambientale.  

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