«O vecchio, com’era il volto del Dio? Forse un lenzuolo di sangue? O una roccia nera, cratere in fiamme?» chiedeva ad Abramo Davide Maria Turoldo nella lirica O Signore mio, amato e crudele. Da questa domanda l’intuizione di porre il tema della paternità al centro della quinta edizione di Capolavoro per Lecco dal titolo Il mistero del Padre. Il segno di Michelangelo. Dopo Tintoretto, Lotto, Moroni, Beato Angelico, infatti, la cittadina lacustre ospiterà fino al 3 marzo il Divin Artista.
«È possibile entrare nella festa del Natale attraverso il “mistero del padre”?» si chiede monsignor Davide Milani, prevosto di Lecco. «Tradizionalmente leghiamo la Natività di Gesù alla Madre, a Maria. Ma il magnifico inno Gloria in excelsis Deo, che sentiamo riecheggiare anche nella solenne Veglia della Notte di Natale, propone un passaggio emblematico: Signore, Figlio Unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del Padre. Riflettendo sull’identità di Gesù, il Gloria fa luce sull’attribuzione della sua paternità, a partire dalla vicenda del Natale».
Ecco allora la scelta dell’Associazione culturale e della Comunità pastorale Madonna del Rosario in collaborazione con il Comune di Lecco, di ospitare a Palazzo delle Paure il duplice disegno del Sacrificio di Isacco di Michelangelo (1530), custodito presso la Fondazione Casa Buonarroti e apparso un’unica volta in mostra dopo il restauro del 2017, che ha permesso di ritrovare l’immagine delineata dall’artista sul verso del foglio. Un disegno che racconta di un padre, Abramo «forte della promessa che Dio gli aveva rivolto, che attende per tutta la vita un figlio suo e della moglie Sara» continua Milani. «E padre, Abramo, lo diviene con Isacco in modo inatteso, quando è ormai molto avanti negli anni. Un figlio, dunque, che rappresenta un dono. E questo è il significato della richiesta, ai nostri occhi assurda, che Dio fa ad Abramo di portare Isacco sul monte per un sacrificio, che Egli ha già deciso che non si compirà: Abramo deve capire che su quel figlio non ha il diritto di esercitare alcuna forma di pretesa o di possesso».
Il disegno in mostra rivela una fase matura dell’attività del grande artista e sembra preannunciare il movimento tormentato del Giudizio finale nella Cappella Sistina. Il tratto avvolgente del disegno, pienamente leggibile nonostante qualche ripasso più tardo, rivela l’intrinseca qualità del segno creativo di Michelangelo. Il disegno scoperto sul verso è un rapido e potente schizzo a matita nera realizzato dall’artista “girando il foglio” e, attraverso l’osservazione ravvicinata di entrambe le facce, sarà possibile leggere il succedersi dei due disegni
La copia della formella in rilievo di Lorenzo Ghilberti
In mostra anche le copie in bronzo delle due formelle a rilievo con cui nel 1401 i due massimi artefici del primo Rinascimento fiorentino, Filippo Brunelleschi e Lorenzo Ghiberti, parteciparono al concorso indetto dall’Arte della Seta o di Calimala per la realizzazione della porta nord del Battistero, e la seicentesca tela del Sacrificio di Isacco dipinta da Giuseppe Vermiglio, pittore milanese ammirato da Roberto Longhi come “uno dei più sinceramente caravaggeschi” tra quelli presenti a Roma nei primi anni del Seicento, che si misurò più volte su questo tema. Il Sacrificio di Isacco della Fondazione Gastaldi Rotelli presente in mostra appartiene alla fase del suo ritorno a Milano, quando il pittore elabora invece una concezione compositiva di sapore classicistico.
L’allestimento dell’evento espositivo è stato progettato da Susanna De Maron, Laura Polo d’Ambrosio e Giorgio Melesi per accompagnare il visitatore all’opera attraverso un percorso sviluppato nel cromatismo dello spazio espositivo. Una traccia che nei diversi “incontri” introduce da subito all’opera di Michelangelo; un “insieme” di colore (la lacca di garanza, colore che è stato scelto per esprimere la passione e l’inquietudine spirituale dell’uomo Michelangelo) solcato dalla sola luce che orienta l’incedere.
Il percorso guida il visitatore alla progressiva scoperta delle opere e lo accompagna ad una graduale immersione nella riflessione sul tema proposto, alternando momenti di racconto da parte dei ragazzi, ad altri di approfondimento e di contemplazione personale.
Anche quest’anno, infine, il progetto Capolavoro per Lecco si caratterizza per il coinvolgimento, attraverso un’esperienza formativa, di oltre 150 studenti di tutte le Scuole Superiori del territorio di Lecco in un contesto di cittadinanza attiva e di percorso di PCTO. Si tratta di un’esperienza che chiede ai ragazzi di mettersi direttamente in gioco nella valorizzazione e comunicazione del patrimonio comune, considerato bene prezioso, con quattro possibili attività: accoglienza e custodia, accoglienza e guida, comunicazione digitale, espressione artistica.
In particolare ai giovani sarà affidato il racconto dei diversi aspetti di questa esperienza comunitaria per mezzo dei canali social del progetto, mentre i ragazzi coinvolti nell’esperienza di espressività artistico-teatrale saranno guidati dall'attore Matteo Bonanni.