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giovedì 10 ottobre 2024
 
Dipendenza digitale
 

«Come fare con mio figlio che nel suo tempo libero vuole solo giocare online?»

12/03/2024  «Mio figlio è un preadolescente di 13 anni. Ha ricevuto il cellulare a fine seconda media, con la regola di un tempo limitato di utilizzo. Mi accorgo però che quando ha del tempo libero non vuole far altro che videogiocare» Leggi la risposta di Alberto Pellai

Mio figlio è un preadolescente di 13 anni. Ha ricevuto il cellulare a fine seconda media, con la regola di un tempo limitato di utilizzo.

Mi accorgo però che quando ha del tempo libero non vuole far altro che videogiocare, cosa che fa nascere grandi conflitti tra me e lui. È bravissimo a disegnare e ha la passione per la lettura, passioni che sta però abbandonando a causa dell’attrazione per la console.

C’è uno psicologo che, in studio, fa percorsi su questo tema con i ragazzi? Magari voi esperti siete più bravi di noi genitori a far capire a un 13enne come questi mezzi tecnologici agiscono sulla loro mente, creando dipendenza e demotivazione verso attività ben più importanti?

CARLA

La risposta di Alberto Pellai

– Cara Carla, purtroppo quello che accade a casa vostra è ciò che accade nella vita di tutte le famiglie i cui figli pre-adolescenti devono imparare a creare il giusto equilibrio tra dovere e piacere, tra vita reale e vita virtuale nel tempo libero. Tutti noi genitori vorremmo che ci fosse una bacchetta magica in grado di far capire ai nostri figli l’importanza di ciò che noi genitori con mille attenzioni educative, infinite parole, limiti e regole proviamo a far accadere nelle loro vite. Un tempo il “conflitto generazionale” si basava su litigi per il motorino o per ottenere il permesso di andare in discoteca.

Oggi si litiga per limitare la permanenza e il tempo speso nei social o dentro un videogioco. A volte, come genitori, vorremmo che tutto questo lo risolvesse uno psicoterapeuta dell’età evolutiva. Ma questo genere di problemi non è di natura psicologica, bensì di natura educativa. Ha a che fare con il rispetto delle regole, la limitazione dei tempi di utilizzo dei device elettronici, la capacità di autoregolare le esperienze che forniscono gratificazione immediata.

Oggi il problema è proprio questo: un tempo i figli confliggevano con i genitori per acquisire autonomia e libertà nel mondo fuori casa, ora invece lo fanno per rimanere attaccati a uno schermo. E questa è la sfida epocale che in educazione, ogni giorno, diventa sempre più difficile affrontare.

Di una cosa sono certo: social e videogiochi ridurranno il loro potere di attrazione quanto più i nostri figli troveranno nel mondo fuori e nelle relazioni con amici veri richiami e stimoli che li distraggano dal potere magnetico degli strumenti elettronici. Un’altra cosa che oggi serve molto è l’alleanza tra famiglie per permettere ai nostri ragazzi di trovarsi insieme a studiare e giocare (non ai videogiochi, naturalmente) nella vita reale e non dentro a una community.

 
 
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