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domenica 09 novembre 2025
 
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Dossier Indifesa: nel web e in famiglia, l’Italia non sa proteggere i suoi figli

07/10/2025  Crescono del 4% i reati contro i minori in Italia, con un’impennata di quelli legati al digitale. Bambine e ragazze le principali vittime, spesso tra le mura di casa. Terre des Hommes, che ha presentato il rapporto annuale: «Serve una risposta culturale e normativa, prima che diventi un’epidemia sociale».

Per la prima volta in Italia i reati commessi ai danni di minori hanno superato la soglia dei 7.000 casi. Nel 2024 sono stati 7.204, con un incremento del 4% rispetto all’anno precedente e del 35% rispetto a dieci anni fa. È quanto emerge dai dati del Servizio Analisi Criminale della Direzione Centrale della Polizia Criminale, diffusi dalla Fondazione Terre des Hommes in occasione della presentazione del dossier indifesa – La condizione delle bambine e delle ragazze nel mondo 2025, alla presenza del ministro per lo Sport e i Giovani Andrea Abodi.

Il quadro che ne emerge è allarmante: cresce la violenza, soprattutto quella connessa al digitale, e aumentano le disuguaglianze di genere tra le vittime. La rete, in particolare, si conferma un terreno fertile per nuovi abusi: i reati di pornografia minorile e detenzione di materiale pedopornografico sono in crescita rispettivamente del 63% e del 36%in un solo anno.

Bambine e ragazze le più colpite

La maggioranza delle vittime è costituita da bambine e ragazze, che rappresentano il 63% del totale, in aumento rispetto al 61% del 2023. Le percentuali diventano impressionanti nei crimini a sfondo sessuale: l’88% delle vittime di violenza sessuale sono femmine, così come l’86% nei casi di violenza sessuale aggravata e l’85% negli atti sessuali con minorenni.
Nel 2024 i casi di violenza sessuale sono stati 912, lo stesso numero del 2023, ma restano il reato più diffuso tra quelli di natura sessuale. Gli atti sessuali con minorenne, invece, segnano un aumento del 15%, mentre le violenze aggravate crescono dell’1% rispetto all’anno precedente e del 75% su base decennale.

Anche nel mondo digitale la sproporzione è evidente: le vittime femminili sono l’86% nei casi di detenzione di materiale pedopornografico e il 74% in quelli di pornografia minorile. L’unico reato a sfondo sessuale che registra una sostanziale parità di genere è la prostituzione minorile, in calo del 7% su base annua e del 64% in dieci anni.

La violenza tra le mura domestiche

Il pericolo più grave continua però ad annidarsi tra le mura di casa.maltrattamenti in famiglia restano la tipologia di reato più frequente: 2.975 casi nel 2024, con un incremento del 5% rispetto all’anno precedente e del 101% rispetto al 2014. In oltre metà dei casi (53%) le vittime sono femmine.
Seguono i reati di violazione degli obblighi di assistenza familiare (479 casi, -9%), abuso dei mezzi di correzione e disciplina (345 casi, -1%) e abbandono di minore (577 casi, +2%). In queste fattispecie le vittime sono più spesso maschi, con punte del 61% nei casi di abuso dei mezzi di correzione.

Preoccupa anche il dato sugli omicidi volontari di minori, che nel 2024 tornano a crescere dopo anni di calo21 casi, con un aumento del 75%. In tre quarti degli episodi (76%) le vittime sono bambini e ragazzi.

“Servono attenzione e prevenzione”

«Il fenomeno dei reati in danno dei minori è complesso – ha sottolineato il generale Antonio Basilicata, direttore del Servizio Analisi Criminale – e richiede la massima attenzione non solo nella prevenzione e nel contrasto, ma anche nella capacità di cogliere i più piccoli segnali di violenza. Di fondamentale importanza sono l’accoglienza delle vittime e le campagne informative per accrescere la consapevolezza sociale».

Per Paolo Ferrara, direttore generale di Terre des Hommes, i numeri del 2024 sono il riflesso di una società in crisi: «Questi dati mostrano una crescente fragilità del tessuto sociale e un ritorno di quella cultura patriarcale che continua ad alimentare la violenza di genere. Servono azioni rapide e integrate, capaci di intervenire sia sul piano culturale sia su quello normativo. Non possiamo più rimanere a guardare».

Sport4Rights, lo sport come protezione

Accanto alla denuncia, Terre des Hommes rilancia una proposta: Sport4Rights, un progetto che promuove lo sport come spazio di inclusione e tutela dei diritti dei minorenni. Nato in collaborazione con Fondazione EOS – Edison Orizzonte Sociale e Specchio Magico, il programma punta a prevenire violenze e discriminazioni nei contesti sportivi attraverso azioni sul territorio e online.

La novità più significativa è una piattaforma di e-learning basata su intelligenza artificiale, che offrirà corsi di formazione per allenatori, educatori, psicologi e operatori. Il primo corso, dedicato alla tutela dei minori nello sport, sarà disponibile a novembre.

«Lo sport è un linguaggio universale che deve restare uno spazio sano e sicuro – spiega Francesca Magliulo, direttrice della Fondazione EOS –. Oggi troppi giovani abbandonano l’attività sportiva a causa di contesti discriminatori. Con Sport4Rights vogliamo favorire un cambiamento culturale profondo, coinvolgendo società sportive, scuole e famiglie. Ogni campo e ogni palestra devono diventare luoghi in cui i ragazzi possano crescere liberi, nel rispetto dei loro diritti e della loro dignità».

Un impegno lungo quattordici anni

La campagna Indifesa di Terre des Hommes, giunta al 14° anno, continua a essere un punto di riferimento nella difesa dei diritti di bambine e ragazze. Nata nel 2012 in occasione della prima Giornata mondiale a loro dedicata, promuove progetti in Italia e nel mondo per garantire educazione, protezione e pari opportunità.
Solo nel 2024, la Fondazione ha raggiunto oltre 484 mila beneficiarie dirette, impegnandosi nella prevenzione di matrimoni e gravidanze precoci, nella lotta allo sfruttamento lavorativo e nel sostegno alle vittime di abusi.

Anche ACEA ha scelto di sostenere la campagna. «Promuovere indifesa significa educare a nuovi linguaggi e modelli positivi – ha affermato Barbara Marinali, presidente del gruppo –. Gli stereotipi e la violenza di genere sono ancora radicati, ma iniziative come questa possono aiutare a costruire un domani più equo e inclusivo, dove nessuna bambina si senta sola».

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