Un neonato lasciato nella Culla per la vita di Giarre, nel Catanese, è stato soccorso e salvato lo scorso 4 aprile dagli operatori del 118. Poco dopo le quattro del mattino la centrale operativa attiva nell'ospedale Cannizzaro di Catania ha ricevuto il segnale proveniente dalla nicchia che si trova in via Umbria, a lato alla chiesa di Gesù Lavoratore. Nel punto di accoglienza, che garantisce un completo anonimato, è infatti in funzione un sistema che, attraverso sensore e telecamera, rilevata una presenza all'interno del vano, allerta direttamente la Centrale 118. La procedura ha funzionato correttamente: ricevuto il segnale, i sanitari si sono subito recati sul posto e hanno trovato il piccolo, deposto nella culla. Con l'ambulanza, il neonato è stato prima portato nell'ospedale di Acireale, dove è stato controllato e stabilizzato, quindi al Policlinico di Catania, dove ora si trova in ottime condizioni. E verrà presto dato in adozione.
Mille chilometri di distanza, alle porte di Milano (Cormano) si è consumato pochi giorni dopo lo stesso atto drammatico ma questa volta il bebè, pare di circa una settimana, è stato trovato in un campo al freddo, sotto un telo di plastica da una donna che
che stava andando a coltivare l'orto nel primo pomeriggio. Per fortuna anche questo bambino sta bene e presto avrà una famiglia, ma ha corso il rischio che nessuno lo notasse e lo portasse in salvo. Ieri, sabato 11 aprile, in provincia di Caserta un'altra bimba nata da poche ore è stata abbandonata sulla strada provinciale che collega Villa Literno e Castel Volturno. Avvolta in una coperta e adagiata nei pressi di un bidone dell'immondizia, è stata notata da uno spazzino che ha chiamato la polizia. La piccola prenderà il nome di chi l'ha soccorsa, Emanuela.
Una "culla per la vita" presso la Mangiagalli di Milano
«Ci riempie di gioia che l’abbandono del neonato avvenuto a Cormano si sia risolto positivamente. Probabilmente il desiderio di chi lo ha abbandonato non era che egli morisse, ma che qualcuno lo ritrovasse e se ne prendesse cura» è il commento di Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la vita. «Purtroppo non sempre è andata così e spesso l’abbandono è diventato dramma. «L’accaduto, a poche ore di distanza dal ritrovamento di Giarre che pure si è concluso positivamente, sottolinea ancora una volta l’urgenza di una campagna di informazione per incoraggiare le gestanti che non vogliono o non possono tenere il bambino a evitare aborto e infanticidio e ad avvalersi delle leggi che ne consentono il disconoscimento dopo il parto, nel pieno rispetto dell'anonimato. «Il Movimento per la vita» conclude Gigli «sollecita anche le autorità sanitarie a promuovere la conoscenza della rete delle circa 50 "Culle per la vita" realizzate in gran parte dal Movimento che, come a Giarre, sono presenti in tutta Italia».