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venerdì 24 gennaio 2025
 
 

Nervo: "Il mare è fatto di gocce"

16/07/2015  L'ultimo audiolibro della Caritas ricorda la figura di Giovanni Nervo, chiamato nel 1971 da Paolo VI a impiantare l'organismo in tutte le diocesi.

«Se Dio mi ama perché permette la sofferenza e la morte. Il mistero permane». Luciana Littizzetto legge i testi di monsignor Giovanni Nervo, “padre” della Caritas italiana. E l’ascoltatore si immerge in quel mondo che il sacerdote ha testimoniato e raccontato per tutta la vita. L’ultimo audiolibro realizzato dalla Caritas con la Rete europea risorse umane e in collaborazione con la Fondazione “E. Zancan” di Padova (Centro Editoriale Dehoniano, 18.90 euro)  ci spiega il significato di bene comune e ci ricorda che «non c’è pace senza giustizia».
“Il mare è fatto di gocce”, su testi di monsignor Nervo e con le musiche di Maurizio Verdi e Mite Balduzzi si ascolta con commozione. Pensando a quanta strada si sia fatta da quel 1971, quando Paolo VI chiamò il sacerdote a fondare la Caritas in tutte le diocesi italiane. E a quanto ancora ci sia da fare perché la carità diventi davvero il tratto distintivo del cristiano.
Insieme con la Littizzetto i testi sono letti dagli attori Simonetta Solder e Giorgio Marchesi, dal fondatore del Gruppo Abele, don Luigi Ciotti, dai delegati di Caritas Piemonte, Sicilia e Abruzzo e Molise, Pierluigi DOvis, Vincenzo Cosentino e Marco Pagniello.
«È stato un prete che credeva», spiega nella post fazione il cardinale Francesco Montenegro. «Ha servito la Chiesa con amore».
«Si sentiva cittadino sia del cielo che della terra», era stato invece il commento di monsignor Giuseppe Pasini, nel 1972 chiamato da Nervo a dargli una mano per l’istituzione della Caritas. L’ultimo scritto di Pasini prima di morire, il 21 marzo di quest’anno, esattamente due anni dopo la scomparsa di monsignor Nervo. Entrambi ci lasciano uno stile di Chiesa e di cittadinanza da mettere in pratica. Senza cedere alla rassegnazione. Sul suo esempio, scrive ancora nella prefazione Domenico Rosati, non bisogna smettere di «cercare, dialogare e proporre».
«Un impegno che portiamo avanti ogni giorno e per il quale, chi ci ha preceduti, non smette di infonderci coraggio», commenta presentando il testo il direttore di Caritas italiana don Francesco Soddu

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