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lunedì 14 ottobre 2024
 
Medio Oriente
 

"Netanyahu ostacolo agli accordi", cresce la protesta dei familiari degli ostaggi

31/03/2024  In migliaia chiedono le dimissioni del premier che, intanto, sarà sottoposto a un intervento chirugico. Quattro giorni di manifestazioni davanti alla Knesset contro la politica del Governo

Almeno 75 palestinesi, per la maggior parte donne e bambini, sono stati uccisi nella notte nei raid israeliani sferrati sulla Striscia di Gaza. Appena dopo la veglia pasquale, alla quale, peraltro, molti cittadini palestinesi non hanno potuto partecipare per i blocchi imposti da Israele, la comunità palestinese si è risvegliata ancora nel sangue. Intanto mentre Gerusalemme langue di pellegrini e di cristiani che non hanno potuto lasciare neppure la Cisgiordania per partecipare ai riti della settimana santa, finiscono in carcere anche 16 cittadini israeliani.  Alle proteste, che dovrebbero nuovamente portare in piazza migliaia di manifestanti dalla sera di domenica e per quattro giorni, si aggiungeranno anche i dipendenti delle maggiori imprese israeliane che hanno dato il via libera ai loro lavoratori per partecipare alle critiche contro Netanyahu. Anche il 24 febbraio la polizia era intervenuta a Tel Aviv con gli idranti per sedare le manifestazioni e aveva arrestato 19 persone. La repressione, però, non spegne le voci contro il premier. Sono soprattutto i familiari degli ostaggi a gridare contro la condotta di Netanyau che, a loro dire, non sta perseguendo il rilascio degli ostaggi. «Questa è un'emergenza per Israele e coloro che sono interessati dovrebbero poter partecipare all'atto democratico», ha affermato il Forum che riunisce 200 tra le più grandi imprese del Paese. Inoltre, decine di aziende tecnologiche, un altro settore di punta dell'economia israeliana, hanno reso noto che i loro dipendenti potranno unirsi alle proteste senza incorrere in sanzioni. La protesta è stata voluta da gruppi della società civile e dai familiari degli ostaggi che cominceranno le manifestazioni davanti alla Knesset (il Parlamento israeliano) per chiedere al primo ministro Benjamin Netanyahu e alla classe politica un accordo per il rilascio di tutte le persone rapite da Hamas a Gaza e la convocazione di nuove elezioni». Verso la Knesset i manifestanti marceranno attraverso il quartiere di Givat Ram, dove si trovano le maggiori strutture di potere israeliane. Poi si accamperanno per quattro giorni e tre notti per appoggiare i negoziati di nuovo in corso a Il Cairo . «Netanyahu è un ostacolo all'accordo», dicono I familiari degli ostaggi.

Intanto il premier, in serata, sarà sottoposto a un intervento chirurgico per una ernia. Durante l’operazione e finché non sarà tornato in sé le sue funzioni saranno svolte dal ministro della Giustizia Yariv Levin.

 
 
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