Per la prima volta nella sua storia, domenica 24 maggio un primo ministro israeliano in carica è entrato da imputato in un’aula da tribunale. Con una mascherina chirurgica sul volto Benjamin Netanyahu 70 anni, si è presentato davanti ai giudici della Corte distrettuale di Gerusalemme, che dovranno giudicarlo per i reati di corruzione, frode e abuso di fiducia. La prima udienza del processo era prevista il 17 marzo scorso, ma le misure di sicurezza adottate a causa della pandemia di coronavirus hanno fatto slittare l’udienza al 24 maggio.
Eletto quattro volte primo ministro, Netanyahu è divenuto il premier più longevo della storia del Paese il 20 luglio 2019 quando superò il record di 13 anni, 127 giorni di mandato detenuto da David Ben Gurion.
Nonostante le vicende giudiziarie che lo riguardano, Netanyahu è sempre riuscito a restare in sella. Il 17 maggio scorso la Knesset (il Parlamento monocamerale israeliano) aveva votato la fiducia al governo di unità nazionale formato da Netanyahu e dal suo ex rivale Benny Gantz. Il nuovo esecutivo di unità nazionale sarà guidato per i primi 18 mesi dal leader del Likud Netanyahu, che poi passerà il timone a Gantz, capo del partito Blu e Bianco, ora ministro della Difesa. Questo accordo ha sbloccato uno stallo che durava da un anno e mezzo, periodo nel quale gli elettori israeliani sono stati chiamati tre volte alle urne.
Nella prima inchiesta Netanyahu è accusato di frode e abuso di potere (violazione della fiducia): avrebbe ricevuto regali lussuosi (sigari pregiati e champagne) da uomini d’affari in cambio di favori.
Anche la seconda indagine implica l’accusa di frode e abuso di potere. Si tratta degli aiuti offerti da Netanyahu al quotidiano Yediot Ahronot (Ultime notizie) in cambio di una copertura positiva della sua attività politica.
Nella terza indagine le accuse contro Netanyahu riguardano il periodo in cui egli fu ministro delle comunicazioni. Netanyahu è accusato di aver spinto per decisioni normative favorevoli a Shaul Elovitch, azionista di controllo dell’azienda di comunicazioni Bezeq, in cambio di un atteggiamento benevolo da parte del sito di notizie Walla.
"L'obiettivo è di abbattere un premier forte e di destra", ha detto Netanyahu all'ingresso del Tribunale di Gerusalemme, circondato da molti ministri del Likud. "Le accuse contro di me sono state inquinate fin dal primo giorno", ha aggiunto bollandole come “ridicole". Netanyahu ha detto di presentarsi “a testa alta”, inoltre ha escluso di patteggiare una eventuale riduzione della pena.
La prossima udienza del processo è stata fissata per il 19 luglio, ma sarà ancora un’udienza procedurale e Netanyahu non dovrebbe essere in aula. Secondo la stampa israeliana, il premier potrebbe tornare davanti ai giudici in autunno o addirittura nel 2021. Si prevedono tempi lunghi.