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domenica 15 settembre 2024
 
 

E se adesso toccasse a Milano?

08/02/2012  Previsioni di neve fitta sul Nord. E alla memoria si ripresenta il gennaio del 1985, quando Roma fu colpita e poi vendicata da una nevicata su Milano. Previsioni e connsigli.

Qualcuno ricorda l'inverno del 1985? Io sì, e fra poco vi dirò perché. Intanto diciamocelo: era quasi identico a questo e gli esperti finirono per parlarne come dell'inverno "più freddo del secolo". Fino a Natale le temperature erano rimaste ben sopra le medie, a causa del solito "anticiclone".

     Poi, verso metà mese, la svolta: l'aria fredda in arrivo dagli Urali investì prima i Balcani poi il nostro Paese. Temperature a picco e galaverna. Temperature a picco e galaverna. Poi, verso metà mese, una serie di perturbazioni in arrivo dall'Atlantico cominciò a interagire con l’aria fredda che giorni stazionava sull'Italia, provocando il disastro.

     Anche allora toccò per prima a Roma. E a Milano, grandi risate e sfottò ai danni dei romani che, con quattro dita di neve, non riuscivano più a far nulla. Ero arrivato da poco a Famiglia Cristiana e, con moglie e figlia a Torino, vivevo in una stanza d'affitto dalle parti della Stazione Centrale. Il giornale, invece, aveva (e ha tuttora) sede presso l'area della Fiera: tra un punto e l'altro, mezza città. La sera della grande nevicata ero stato invitato a cena da un collega che abitava non lontano dal giornale. Una serata tranquilla, conclusa verso le 11 di sera. Ringraziamenti, saluti e poi a nanna.

    Purtroppo, al momento di uscire in strada, mi ritrovai in piena... Siberia. In poche ore si era accumulata una quantità enorme di neve. Arrivai a stento alla prima fermata della metropolitana ma i treni erano bloccati. Di autobus nemmeno a parlarne, i taxi scomparsi. Telefonai al collega (da una cabina, niente cellulari allora) e gli chiesi ospitalità: a casa (o, meglio, alla mia stanza) non potevo tornare. E nelle ore successive, mentre lo storico velodromo Vigorelli si accasciava sotto i fiocchi, si videro a Milano i carri armati dell'esercito "spazzare" le strade da 72 centimetri di neve che nessuno sapeva ripulire.

     Per questo, ora che i romani sono stati ampiamente sfottuti e i meteorologi prevedono neve copiosa anche su Milano, intreccio le dita. Mi sembra una storia già vista.

Fulvio Scaglione

Oramai è più di una settimana che, con l’arrivo delle gelide correnti di origine siberiana, l’inverno ha stretto d’assedio la nostra Penisola. La situazione purtroppo non vedrà grossi miglioramenti neanche nei prossimi giorni, e anzi tra venerdì e sabato ci sarà un nuovo deciso assalto dell’inverno, con la neve che tornerà a imbiancare gran parte del Paese, compresa la Valpadana e alcune grandi città del Nord quali Milano, Genova, Venezia e Bologna.

     Dopo giorni in cui i fiocchi sono caduti incessanti soprattutto sul versante adriatico quindi anche i cittadini del Nord torneranno a vedere la neve, che però imbiancherà anche molte zone del Centro e potrebbe fare nuovamente visita anche alla Capitale.
Insomma, una nevicata di grandi proporzioni, scatenata dalle giusta miscela di fattori atmosferici. Nell’ultima parte della settimana infatti, richiamate da un mulinello di bassa pressione che si posizionerà sul Tirreno, si daranno appuntamento sull’Italia da una parte le gelide correnti provenienti dall’Europa Orientale e dall’altra venti più tiepidi e umidi in arrivo da sud: le correnti gelide, con il nuovo brusco calo delle temperature, creeranno le condizioni ambientali ideali per la neve, mentre i venti umidi porteranno la materia prima (l’umidità) necessaria alla sua produzione.

Mario Giuliacci

Roma ritorna alla normalità (mercoledì 8 febbraio hanno finalmente riaperto le scuole dopo ben quattro giorni di chiusura), ma si guarda con preoccupazione al prossimo fine settimana, quando la neve potrebbe tornare a cadere sulla capitale. E si spera che, se neve sarà, non si ripeta il disastro dei giorni scorsi, quando la città è rimasta di fatto paralizzata nonostante la copiosa nevicata fosse stata  ampiamente  prevista e anticipata.

     Certo, a volte non tutti i mali vengono per nuocere. Gli studenti hanno festeggiato l'imprevista vacanza, fra sabato e domenica migliaia di romani sono andati a spasso con la macchina fotografica (per Roma è stata la prima nevicata nell'era di Facebook e dei social network), molti hanno apprezzato l'inatteso silenzio nelle strade e il calo del traffico, ma restano  soprattutto la rabbia  e lo stupore per la cattiva gestione dell'emergenza e le polemiche che l'hanno accompagnata.

     Ha creato sconcerto l'atteggiamento del sindaco Gianni Alemanno. Il sindaco, preso atto del disastro (strade bloccate, auto incolonnate in file interminabili, servizi pubblici paralizzati, mezzi spalaneve latitanti, gran parte dei tassisti imboscati) ha deciso di reagire dando la colpa agli altri. “Tutta colpa di quei passacarte della Protezione Civile”, ha denunciato. Ma non si è fermato qui. Ha addirittura evocato un “complotto nordista” ai danni della capitale, magari con l'intento di far saltare la candidatura della città per le Olimpiadi del 2020.

     Nessuna sorpresa. Questo è un atteggiamento tipico di Alemanno. Il sindaco si agita, strepita, strilla, litiga, ribalta il tavolo, mette il broncio, appare in tutti i Tg e i talk-show. Ma il più delle volte quando il danno è già stato fatto. E infatti il sito Dagospia lo ha ribattezzato da tempo Ale-danno. Ricordiamo che proprio un anno fa, dopo la morte di quattro bambini rom arsi vivi nel rogo della loro baracca, Alemanno dichiarò che avrebbe chiesto “urlando” al Governo di assegnare poteri speciali al Prefetto per realizzare finalmente tutti gli insediamenti organizzati. Peccato che la sua minaccia di urla  arrivò solo dopo il pianto straziato di una madre.

     Ora vedremo se, dopo la figuraccia dei giorni scorsi, la città sarà pronta ad affrontare la nuova nevicata annunciata dai meteorologi fra venerdì e sabato. Nessuno, questa volta, potrà fra finta di non essere stato avvisato. Intanto i romani scrutano inquieti il cielo e incrociano le dita intirizzite dal freddo.

Roberto Zichittella

 Il Ministero della Salute ha messo a punto una guida ed un decalogo per prevenire e combattere gli effetti delle basse temperature sulla salute. Si tratta di alcune semplici regole per affrontare nel migliore dei modi il periodo più freddo dell'anno e proteggersi dai malanni dell'inverno. Ecco cosa si deve e non si deve fare:

1. Regolate la temperatura degli ambienti interni verificando che la stessa sia conforme agli standard consigliati e curate l’umidificazione degli ambienti di casa riempiendo le apposite vaschette dei radiatori: una casa troppo fredda e un’aria troppo secca possono costituire un’insidia per la salute. Può essere opportuno provvedere all’isolamento di porte e finestre, riducendo gli spifferi con appositi nastri o altro materiale isolante.

2. Abbiate cura di aerare correttamente i locali: l’intossicazione da monossido di carbonio è assai frequente e può avere conseguenze mortali.

3. Se usate stufe elettriche o altre fonti di calore (come la borsa di acqua calda) evitate il contatto ravvicinato con le mani o altre parti del corpo.

4. Prestate particolare attenzione ai bambini molto piccoli e alle persone anziane non autosufficienti, controllando anche la loro temperatura corporea.

5. Mantenete contatti frequenti con anziani che vivono soli (familiari, amici o vicini di casa) e verificate che dispongano di sufficienti riserve di cibo e medicinali. Segnalate ai servizi sociali la presenza di senzatetto, in condizioni di difficoltà.

6. Assumete pasti e bevande calde (almeno 1 litro e ½ di liquidi), evitate gli alcolici perché non aiutano contro il freddo, al contrario, favoriscono la dispersione del calore prodotto dal corpo.

7. Uscite nelle ore meno fredde della giornata: evitate, se possibile, la mattina presto e la sera soprattutto se si soffre di malattie cardiovascolari o respiratorie.

8. Indossate vestiti idonei: sciarpa, guanti, cappello, ed un caldo soprabito, sono ottimi ausili contro il freddo.

9. Proteggetevi dagli sbalzi di temperatura quando passate da un ambiente caldo ad uno freddo e viceversa.

10. Se viaggiate in automobile non dimenticate di portare con voi coperte e bevande calde.

Difendersi (e difendere gli altri) dal freddo


All'aperto 

- Evitiamo il rischio cadute a causa del ghiaccio che si forma sulle strade. Non usciamo nelle ore più fredde se non è necessario.

- Usiamo scarpe adeguate, possibilmente sportive da montagna. Comunque niente tacchi alti e scarpe con la suola liscia.

- Vestiamoci a strati per proteggersi dagli sbalzi di temperatura dati dal passaggio dagli ambienti caldi a quelli freddi. Proteggiamo le estremità con calze pesanti, guanti, cappello e sciarpa.

- Quando prendiamo l'auto, non usiamo acqua calda per sgelare il parabrezza dell'auto: potreste rompere o lesionare il vetro. Ripariamo eventuali incrinature nel parabrezza che con il gelo potrebbero estendersi. Aggiungiamo dell'antigelo nella vaschetta del liquido lavavetri. Anche il carburante può gelare in casi estremi e si può evitare aggiungendo un additivo. Controlliamo la batteria prima che ci abbandoni.  

In casa  

- Il freddo è causa anche di incidenti domestici come incendi, intossicazioni acute da monossido di carbonio e infortuni elettrici. Attenzione al buon funzionamento delle stufe elettriche o a gas. Se accendete il caminetto, attenzione che il fumo non invada la casa con le finestre sigillate. Bisogna aerare correttamente i locali: l’intossicazione da monossido di carbonio è frequente e può avere conseguenze mortali.

- Evitiamo la dispersione di calore, sigillare se necessario le finestre con nastro apposito per evitare spifferi di freddo o usare dei paraspifferi di tessuto che possiamo anche realizzare mettendo degli stracci attorno agli infissi.

- Evitiamo che in casa l'aria diventi troppo secca ricorrendo a umidificatori o a contenitori d'acqua sui radiatori.

- Controlliamo i contatori se si trovano all'esterno degli edifici: una buona soluzione è proteggerli con materiali isolanti come il polistirolo o semplicemente carta di giornale o stracci.  

A tavola

- Beviamo bevande calde (almeno 1 litro e mezzo di liquidi). Preferire bevande calde come té e tisane, o anche semplici spremute d’arancia.

- Mangiamo frutta e verdura che contengono vitamine e sali minerali è importante. In generale sono consigliati tutti gli alimenti contenenti vitamina E ed il beta carotene (un precursore della vitamina A), in grado di stimolare le difese immunitarie. I cibi contenenti carotenoidi sono: carote, zucca, patate, pomodori, spinaci, carciofi, barbabietole rosse, broccoli, cavolfiori, peperoni, mentre quelli contenenti la vitamina E sono le mandorle, le nocciole, olio extravergine d’oliva, etc.

-Il Ministero della Salute ricorda di non bere alcolici, perché favoriscono la dispersione del calore del nostro corpo.   

Aiutiamo gli altri  

- Teniamo sotto controllo la temperatura corporea di bambini e quella delle persone di una certa età non autosufficienti.

- Controlliamo che le persone anziane che vivono sole abbiano sufficienti riserve di cibo e di medicinali.

- Se si nota un senzatetto in difficoltà, segnaliamolo ai Servizi sociali oppure chiamiamo il 118.

- I dispensari delle parrocchie e delle associazioni che aiutano i senza tetto hanno maggior bisogno ora di coperte e vestiti caldi da distribuire.  

Aiutiamo anche gli animali

- Per i piccoli uccelli, il rischio di non sopravvivere è elevato. Un uccellino di 13 grammi, con qualche grado sotto lo zero e in un solo giorno, riesce a mangiare quasi il doppio del proprio corpo in peso. Deve accumulare tre o quattro grammi di grasso  nell’addome per superare la notte. Il pane è un cibo pessimo: occorrono grassi. Offriamo a gli uccelli semi di girasole oppure panettone, pandoro, plumcake, ciambellone, tutti sbriciolati.

- Ai gatti e ai cani di strada portiamo del cibo secco o umido, avendo però cura di metterlo al riparo dalla neve per evitare che l’umidità deteriori il cibo o faccia congelare il cibo umido.

- Anche l’acqua va cambiata spesso per evitare che ghiacci. Inoltre, se abbiamo dei ricoveri vicino casa, lasciamo le porte aperte per permettere ai randagi di trovarvi rifugio durante la notte.

- In caso di avvistamento di animali selvatici in difficoltà contattiamo il 1515, numero di emergenza ambientale del Corpo forestale dello Stato.

                                                                                               
                                                                                                   Gabriele Salari

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