«Che Boko Haram uccida i musulmani e gli
uomini di preghiera, senza distinzione, non è una novità; per questo,
come cristiani, siamo vicini alla comunità islamica e continueremo a
esserlo»: monsignor
John Niyiring, vescovo di Kano, parla con l'agenzia di stampa Misna dopo l’attentato e la strage di fedeli di venerdì nella moschea centrale della città.
Secondo fonti concordanti, i morti sono stati più di
cento. Prima tre esplosioni all’interno e a ridosso della moschea,
provocate da attentatori suicidi, poi il blitz di un commando che ha
aperto il fuoco sui fedeli. Alcuni osservatori hanno
sostenuto che la strage potrebbe essere stata una rappresaglia contro
l’emiro di Kano, Sanusi Lamido Sanusi, in carica da giugno. Il capo
religioso, secondo nella scala dell’islam nigeriano solo al sultano di
Sokoto, aveva rivolto un appello ai fedeli affinché
si preparassero a difendersi da soli dalle violenze di Boko Haram senza
aspettare l’intervento delle forze di sicurezza.
Un messaggio letto da alcuni come una
critica all’indirizzo del governo del presidente Goodluck Jonathan,
dell’esercito e della polizia, per altro a pochi mesi dalle elezioni di
febbraio.
Ma che secondo monsignor Niyiring era
in realtà in linea con una presa d’atto delle stesse autorità federali.
“Negli Stati del nord-est dove Boko Haram ha le sue roccaforti –
sottolinea il vescovo – il governo accetta da tempo la collaborazione
delle Civilian Joint Task Forces, milizie di autodifesa
formate in modo spontaneo dagli abitanti delle città e dei villaggi”.
Nelle sue prime dichiarazioni dopo
l’attentato, Sanusi ha sostenuto che “la pianificazione della strage è
andata avanti per almeno due mesi”. “Non abbandoneremo mai la nostra
religione come vorrebbe chi ci ha aggredito” ha aggiunto
l’emiro. Parole condivise dal sultano di Sokoto, Alhaji Mohammed
Abubakar Sa’ad III: “Non credo che coloro hanno compiuto questo atto
siano musulmani, perché se fossero musulmani professerebbero gli
insegnamenti dell’islam”. La strage è stata condannata dall’Associazione
cristiana della Nigeria, sia a Kano che a livello nazionale; “Nella
consapevolezza – sottolinea monsignor Niyiring – che Boko Haram colpisce
chiunque si opponga alla sua logica di violenza, senza distinguere tra
cristiani e musulmani”.