Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 03 ottobre 2024
 
dossier
 

Nigeria, strage in moschea, la solidarietà dei cristiani

02/12/2014  L'intervento di monsignor John Niyiring, vescovo di Kano, al fianco della comunità islamica colpita dall'attentato di Boko Haram che ha causato oltre cento morti.

«Che Boko Haram uccida i musulmani e gli uomini di preghiera, senza distinzione, non è una novità; per questo, come cristiani, siamo vicini alla comunità islamica e continueremo a esserlo»: monsignor John Niyiring, vescovo di Kano, parla con l'agenzia di stampa Misna dopo l’attentato e la strage di fedeli di venerdì nella moschea centrale della città. Secondo fonti concordanti, i morti sono stati più di cento. Prima tre esplosioni all’interno e a ridosso della moschea, provocate da attentatori suicidi, poi il blitz di un commando che ha aperto il fuoco sui fedeli. Alcuni osservatori hanno sostenuto che la strage potrebbe essere stata una rappresaglia contro l’emiro di Kano, Sanusi Lamido Sanusi, in carica da giugno. Il capo religioso, secondo nella scala dell’islam nigeriano solo al sultano di Sokoto, aveva rivolto un appello ai fedeli affinché si preparassero a difendersi da soli dalle violenze di Boko Haram senza aspettare l’intervento delle forze di sicurezza. Un messaggio letto da alcuni come una critica all’indirizzo del governo del presidente Goodluck Jonathan, dell’esercito e della polizia, per altro a pochi mesi dalle elezioni di febbraio.

Ma che secondo monsignor Niyiring era in realtà in linea con una presa d’atto delle stesse autorità federali. “Negli Stati del nord-est dove Boko Haram ha le sue roccaforti – sottolinea il vescovo – il governo accetta da tempo la collaborazione delle Civilian Joint Task Forces, milizie di autodifesa formate in modo spontaneo dagli abitanti delle città e dei villaggi”. Nelle sue prime dichiarazioni dopo l’attentato, Sanusi ha sostenuto che “la pianificazione della strage è andata avanti per almeno due mesi”. “Non abbandoneremo mai la nostra religione come vorrebbe chi ci ha aggredito” ha aggiunto l’emiro. Parole condivise dal sultano di Sokoto, Alhaji Mohammed Abubakar Sa’ad III: “Non credo che coloro hanno compiuto questo atto siano musulmani, perché se fossero musulmani professerebbero gli insegnamenti dell’islam”. La strage è stata condannata dall’Associazione cristiana della Nigeria, sia a Kano che a livello nazionale; “Nella consapevolezza – sottolinea monsignor Niyiring – che Boko Haram colpisce chiunque si opponga alla sua logica di violenza, senza distinguere tra cristiani e musulmani”.

Multimedia
Il Papa e il Patriarca, un abbraccio per unire i cristiani
Correlati
 
 
Pubblicità
Edicola San Paolo