Contribuisci a mantenere questo sito gratuito

Riusciamo a fornire informazione gratuita grazie alla pubblicità erogata dai nostri partner.
Accettando i consensi richiesti permetti ad i nostri partner di creare un'esperienza personalizzata ed offrirti un miglior servizio.
Avrai comunque la possibilità di revocare il consenso in qualunque momento.

Selezionando 'Accetta tutto', vedrai più spesso annunci su argomenti che ti interessano.
Selezionando 'Accetta solo cookie necessari', vedrai annunci generici non necessariamente attinenti ai tuoi interessi.

logo san paolo
giovedì 03 ottobre 2024
 
dossier
 

"Abu Mazen, Peres, venite a pregare per la pace in Vaticano"

25/05/2014  Invito a sorpresa alla fine della messa tutta dedicata ai troppi bambini che oggi sono profughi, rifugiati, affondati nelle acque, specie quelle del Mediterraneo.

Termina con un invito a sorpresa in Vaticano la celebrazione della messa in piazza della mangiatoia. Il Papa chiede al presidente palestinese Abu Mazen e a quello israeliano Peres di pregare per la pace: «Offro la mia casa in Vaticano per questo incontro di preghiera. Perché costruire la pace è difficile, ma vivere senza pace è un tormento», ha detto papa Francesco. L'invito è partito «in questo Luogo, dove è nato il Principe della pace». Invito a «Lei, Signor Presidente Mahmoud   Abbas, e al Signor Presidente Shimon Peres, ad elevare insieme con me un’intensa preghiera invocando da Dio il dono della  pace. Offro la mia casa in Vaticano per ospitare questo incontro di preghiera. Tutti desideriamo la pace; tante persone la costruiscono ogni giorno con piccoli gesti; molti soffrono e sopportano   pazientemente la fatica di tanti tentativi per costruirla. E tutti –specialmente coloro che sono posti al servizio dei propri   popoli – abbiamo il dovere di farci strumenti e costruttori di pace, prima di tutto nella preghiera»

Prima, nel corso dell'omelia aveva parlato dello sfruttamento dei bambini. Il Papa, davanti alla Basilica della Natività, nella piazza della mangiatoia, a Betlemme, ha chiesto una tutela a tutto campo dei bambini che sono ancora oggi «sfruttati, maltrattati, schiavizzati, oggetto di violenza e di traffici illeciti. Troppi bambini oggi sono profughi, rifugiati, a volte affondati nei mari, specialmente nelle acque del Mediterraneo». Pensando a Dio che si è fatto Bambino proprio a Betlemme il Papa sottolinea che «di tutto questo noi ci vergognamo oggi».

Ad ascoltarlo circa 10mila persone, tante quante la piazza può contenerne. Molti sono rimasti fuori, ma ascoltano le parole del Papa via radio, web, televisione o attraverso gli schermi approntati per l'occasione. A loro, ma a tutto il mondo, il Papa ricorda che dobbiamo chiederci se, davanti ai bambini, siamo come Erode che vuole eliminarli, come i pastori che vanno subito a offrire doni o se siamo indifferenti. Se sfruttiamo l'immagine dei bambini poveri a scopo di lucro. «Gli Erodi moderni hanno più paura della pace che della guerra», gli ha fatto eco al termine della messa il patriarca latino di Gerusalemme, Fouad Twal.

« I bambini piangono perché hanno fame, perché sono malati», ha detto il Papa. Un pianto che deve interpellarci perché nel mondo si buttano tonnellate di cibo e di farmaci mentre ci sono «bambini che piangono invano per la fame e per malattie facilmente curabili. In un tempo che proclama la tutela dei minori, si commerciano armi che finiscono tra le mani di bambini-soldato; si commerciano prodotti confezionati da piccoli lavoratori-schiavi. Il loro pianto è soffocato: devono combattere, devono lavorare, non possono piangere! Ma piangono per loro le madri, odierne Rachele: piangono i loro figli».
All'offertorio un'unica famiglia, formata da nonni, genitori e figli, cioè le tre generazioni, porta in dono l'essenziale: pane e vino che forma la Chiesa, cioè la famiglia umana.

E con le famiglie il Papa pranzerà prima di recarsi al campo profughi. A Casa nova, dai francescani, 20 palestinesi in rappresentanza di altrettanti nuclei familiari spiegheranno al Papa le loro difficoltà e le loro gioie. A tavola anche due gemelline di tre anni: Elisabetta e Isabella. Poi, prima di lasciare Betlemme, la visita al campo profughi dove il Papa ha chiesto esplicitamente di incontrare i bambini dei tre campi di Betlemme.

Multimedia
Il Papa a Betlemme: «Venite a pregare con me in Vaticano»
Correlati
Il Papa a Betlemme: «Venite a pregare con me in Vaticano»
Correlati
Il Papa in Israele,l'accoglienza
Correlati
I vostri commenti
1

Stai visualizzando  dei 1 commenti

    Vedi altri 20 commenti
    Policy sulla pubblicazione dei commenti
    I commenti del sito di Famiglia Cristiana sono premoderati. E non saranno pubblicati qualora:

    • - contengano contenuti ingiuriosi, calunniosi, pornografici verso le persone di cui si parla
    • - siano discriminatori o incitino alla violenza in termini razziali, di genere, di religione, di disabilità
    • - contengano offese all’autore di un articolo o alla testata in generale
    • - la firma sia palesemente una appropriazione di identità altrui (personaggi famosi o di Chiesa)
    • - quando sia offensivo o irrispettoso di un altro lettore o di un suo commento

    Ogni commento lascia la responsabilità individuale in capo a chi lo ha esteso. L’editore si riserva il diritto di cancellare i messaggi che, anche in seguito a una prima pubblicazione, appaiano  - a suo insindacabile giudizio - inaccettabili per la linea editoriale del sito o lesivi della dignità delle persone.
     
     
    Pubblicità
    Edicola San Paolo