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domenica 27 aprile 2025
 
 

La teoria del gender e il "no" di 180 mila italiani

06/05/2015  Senza mai sconfinare nell'aggressività, anche solo verbale, senza mai manifestare disprezzo o prevenzione mantenendo il rispetto per tutte le persone il Movimento per la Vita dice il suo fermo no alla teoria del gender.

Lo scorso 3 maggio il Movimento insieme ad altre importanti associazioni come Age, Agesc, ProVita e Giuristi per la vita ha consegnato al Presidente Mattarella oltre 180mila firme a sostegno della petizione “sull’educazione affettiva e sessuale nelle scuole”.

Gian Luigi Gigli ha quindi ribadito la sensibilità  del Movimento per la vita di cui è da poco presidente al tema della penetrazione dell’ideologia del gender, vedendo in essa - come Papa Francesco - un’autentica opera di subdola colonizzazione culturale portata avanti anche da organismi pubblici quali l’Unar. Una logica che ritroviamo anche in iniziative legislative come la cosiddetta legge “anti-omofobia” e quella sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso.

«Siamo convinti che l’ideologia del gender attenta alle radici stesse della vita e incoraggia forme di generazione distruttive dell’embrione, portatrici di mentalità schiavistica con l’utero in affitto e soprattutto dannose per i bambini che comunque verranno alla luce.

«Per questo siamo impegnati a promuovere ogni opportuna azione per contrastare il diffondersi di questa ideologia.E il modo migliore per farlo è allertare le famiglie, affinché si oppongano al tentativo di indottrinare i loro figli dietro il paravento della lotta al bullismo o alla violenza di genere. Si tratta di non autorizzare i propri figli a partecipare alle iniziative promosse dalla associazioni LGBT e di opporsi nei consigli di istituto a che siano realizzate operazioni pseudoculturali a senso unico.

«I nostri movimenti locali, i nostri Cav e tutti i nostri soci saranno impegnati in questa operazione culturale e identitaria senza mai sconfinare nell'aggressività, anche solo verbale, senza mai manifestare disprezzo o prevenzione alcuna per le persone. Occorrono toni fermi, ma pacati e sempre rispettosi della dignità degli omosessuali e delle altre persone convinte di trovare una loro presunta realizzazione in scelte che noi non condividiamo.
«Questo è lo stile del Movimento in tutte le situazioni» conclude Gigli «e con questo stile vogliamo anche impegnarci contro ostacolare l'opera di indottrinamento portata avanti dagli attivisti del gender.

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