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venerdì 13 settembre 2024
 
Convegno della Papa Giovanni a Bologna
 

«No all’azzardo, senza se e senza ma»

10/07/2015  I dati presentati al convegno dell’associazione sono drammatici: due milioni di italiani “a rischio” gioco d’azzardo, un milione a rischio elevato. «Non è possibile la riduzione del danno perché non esiste un gioco responsabile», ha detto Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità. «Un popolo si costruisce con politiche sociali a favore dei giovani, non con il gioco d’azzardo».

«Sono  due milioni gli italiani a rischio minimo, e un milione quelli a rischio elevato. Rischiano di essere rovinati dal gioco d’azzardo, con costi per spese sanitarie dirette  a carico dello Stato per circa 6 miliardi di euro all’anno». Sono questi i dati presentati da Matteo Iori, presidente del Conagga (Coordinamento Nazionale Gruppi per Giocatori d’Azzardo) al convegno sulla dipendenza da gioco d’azzardo compulsivo organizzato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII a Bologna.

Intanto, a fronte della crescente criticità della situazione, sono scaduti i termini dati dalla legge delega al Consiglio dei Ministri per approvare i decreti legislativi che avrebbero riorganizzato il comparto del gioco d’azzardo. L’ipotesi di una disciplina restrittiva sulla pubblicità che sarebbe entrata in vigore in questi giorni dovrà aspettare la presentazione di una nuova proposta di legge da parte del Governo o del Parlamento.

Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII.
Giovanni Ramonda, responsabile generale della Comunità Papa Giovanni XXIII.

"Siamo con i Comuni che compiono obiezione di coscienza e chiediamo una moratoria per i 'gratta e vinci'"

Al convegno di Bologna era presente Pier Paolo Baretta, sottosegretario di Stato dell’Economia e delle Finanze, che ha ribadito la posizione del Governo. «Il Parlamento con la legge delega aveva detto no al proibizionismo ma sì alla regolamentazione», ha  spiegato. «Dobbiamo conciliare  la tutela della salute pubblica con l’obiettivo di combattere l’illegalità e dare insieme un apporto all’erario. Ricordiamoci che la lotta alle ludopatie ha bisogno di risorse».

Infine Giovanni Ramonda, responsabile generale della Papa Giovanni XXIII, ha interpretato la voce dei  300 ragazzi ospiti in sala, provenienti dalle comunità terapeutiche di tutta Italia. «L’uomo ha bisogno di relazioni: le persone sole, o quelle che da bambini, nei primi cinque anni di vita, non hanno avuto questo bisogno assecondato, sono le prime a essere a forte rischio di dipendenza. A qualcuno la devono far pagare, in molti casi la fanno pagare a sé stessi», ha detto. «Noi lo vediamo in moltissimi ragazzi che accogliamo».

Di qui l’enorme responsabilità della classe politica. «I cittadini si aspettano leggi giuste», ha continuato, ribadendo la posizione della Comunità che più volte ha preso le distanze dalla regolamentazione del gioco d’azzardo. «Non è possibile la riduzione del danno perché non esiste un gioco responsabile», ha concluso. «Un popolo si costruisce con politiche sociali a favore dei giovani, non con il gioco d’azzardo. Siamo con i Comuni che compiono obiezione di coscienza nei riguardi delle slot machine e chiediamo da subito una moratoria per i “gratta e vinci”. Creare una società amante della morte attraverso il gioco è un paradosso».

 
 
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