“Sottoscrivendo questo Manifesto, le Regioni si impegnano a presentare in sede di Conferenza unificata Stato Regioni e Enti locali una serie di posizioni condivise in tema di regolamentazione del gioco d’azzardo e contrasto delle patologie a esso collegate. Alla Conferenza si chiede di non retrocedere dai terreni conquistati al gioco d’azzardo grazie alle buone azioni regionali, di garantire, con l’introduzione della futura cornice normativa di livello statale, la salvaguardia della normativa regionale preesistente”.
E’ questo il senso del Manifesto delle Regioni per la lotta alla ludopatia, presentato di recente a Milano durante la Conferenza delle Regioni. Il testo, proposto dalla Regione Lombardia, ha già raccolto l’adesione di Liguria, Veneto, Basilicata e Campania.
Molte le misure proposte nel Manifesto che mirano a ridurre un fenomeno su cui è difficile pure avere dei numeri certi: secondo il Ministero della Salute i pazienti affetti da disturbo da gioco d’azzardo in trattamento sono 12.376. Secondo dati Eurispes risalenti al 2009 i giocatori patologici adulti si aggirerebbero tra i 302mila e 1milione e 300mila.
Tra le misure concrete del manifesto vi è “l’introduzione di efficaci limitazioni all’installazione e alla diffusione delle apparecchiature per il gioco d’azzardo che contemplino distanze minime da luoghi sensibili quali istituti scolastici di ogni ordine e grado, luoghi di culto, luoghi di aggregazione giovanile, luoghi di cura; limitazioni alla pubblicizzazione, in qualsiasi forma, del gioco d’azzardo lecito; previsione di un’autorizzazione comunale per l’esercizio del gioco pubblico; possibilità, per i Comuni, di introdurre limitazione di orario dell’offerta dei giochi con vincita in denaro; elaborazione di criteri per i punti vendita ove si raccoglie gioco pubblico tali da ridurre il rischio di estraniamento del giocatore; costruzione di un sistema sanzionatorio efficace; riduzione degli effetti pregiudizievoli sulla sicurezza urbana, sulla viabilità, sull’inquinamento acustico e sul governo del territorio e prevenire la dequalificazione del territorio sul quale sono installati gli apparecchi per il gioco d’azzardo lecito; previsione di forme incentivanti, anche fiscali, a sostegno di iniziative istituzionali e associative, ivi incluse forme di sostegno agli esercizi pubblici che rinuncino o non installino offerte di gioco; educazione e formazione dei cittadini e degli attori del mondo del gioco, con particolare attenzione al mondo giovanile; istituzione di organi regionali monitoraggio dell’andamento delle buone azioni regionali e territoriali adottate contro la ludopatia; coinvolgimento dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per la condivisione dei dati occorrenti all’attività istituzionale delle Regioni e degli Enti locali in materia; obbligo dell'utilizzo da parte dei giocatori della Carta Nazionale dei Servizi per l’accesso ai sistemi di gioco online”.
Nel patto sottoscritto dalle Regioni un punto di intenti riguarda la difesa dell’autonomia normativa regionale: “è importante non vanificare i grandi progressi che molte Regioni hanno concretamente realizzato in tema di contrasto e prevenzione alla ludopatia: conservare e consolidare l’autonomia normativa significa salvaguardare la salute dei cittadini con azioni snelle ed efficaci. Un esempio: introdurre limiti di distanza dei punti di offerta di gioco dai luoghi sensibili anche in misura maggiore rispetto ai limiti eventualmente fissati a livello nazionale”.
Infine, i Governatori firmatari intendono fare rete contro l’azzardo patologico, “attraverso la creazione di una piattaforma informatica che connetta tutte le iniziative adottate dalle Regioni e dagli Enti locali in tema di prevenzione e contrasto alla ludopatia, per condividere i rispettivi apparati normativi e le azioni sociali. La Piattaforma diventa il crocevia di scambio di idee, proposte ed iniziative attraverso il continuo aggiornamento che ciascuna Regione si impegna ad effettuare direttamente”.
Le Regioni che hanno votato una legge specifica sulla prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico hanno ottenuto dei primi dati positivi. In Lombardia, ha specificato l’Assessore della Regione Lombardia Viviana Beccalossi, “vi è stata una riduzione di 8.000 slot, con un calo del 12% sul totale degli apparecchi installati. 283 VLT (macchinette che consentono di giocare anche 500 euro alla volta) in meno. 1.283 esercizi commerciali che nel 2013 disponevano di macchinette, nel 2014 non le avevano più".
Il Manifesto è sostenuto anche da moltissime associazioni. Simone Feder della Casa del Giovane di Pavia ha evidenziato come: “fondamentale è il lavoro nelle scuole. I ragazzi pensano all’azzardo come un elemento pericoloso ma non lo percepiscono come una possibile malattia e si chiedono come mai il gioco sia lecito. Su 3.200 giovani dall’età media di 16 anni a cui è stato somministrato un questionario, oltre il 50% ha dichiarato di avere già giocato; oltre un quarto ha dichiarato di avere un familiare che già gioca. Gli smartphone rappresentano le nuove frontiere su cui si sta sviluppando il gioco d’azzardo, ha aggiunto Feder: si possono scaricare oltre 30.000 App un migliaio delle quali riguardano bambini tra i 4 a gli 8 anni”.