Priva delle nevrosi che
spesso accompagnano
gli artisti, Noemi appare
esattamente come la dipinge
la Tv: una cantante
semplice e serena sia nel
carattere sia nell’aspetto
(dal vivo ancora più bello). Ha partecipato al suo quarto Festival di Sanremo
ed è uscita col quarto album, "Cuore d'artista".
Ma la cosa sembra non preoccuparla.
Anche perché sul palco dell’Ariston
porta un brano che colpisce al cuore,
senza parlare d’amore. E che della
canzone sanremese ha le parole che
non si dimenticano e il “crescendo” che
strappa gli applausi. Intitolata La borsa
delle donne, raccoglie dopo 28 anni il testimone
di Quello che le donne non dicono,
brano sempre sanremese, amato dal
pubblico femminile, di un’altra rossa
della canzone, Fiorella Mannoia. Per lei
scrisse Enrico Ruggeri. Oggi per Noemi
Marco Masini: «Trovo bellissimo che
sia un uomo a scrivere un testo in cui si
parla di donne».
E dell’oggetto più femminile che ci
sia, la borsa, che come sappiamo contiene
davvero un mondo intero: «Le
mie amiche si sono subito immedesimate.
Ma non è una canzone femminista», spiega Noemi. «Il femminismo
è stato importantissimo ma oggi è superato.
La donna ha il suo ruolo nel
lavoro e in famiglia e mi sembra che
nella canzone si parli proprio di queste
cose». È un testo fatto di dettagli, un’istantanea
di realtà. Perché ogni donna
sa che davvero la borsa “pesa come se
ci fosse la sua vita dentro”: «Si parla
delle donne vere, di quelle che si alzano,
vanno a scuola o a lavorare, delle
nonne, delle trentenni. Nel testo non
c’è una frase banale o fuori luogo ma
immagini perfette per descriverci»,
sottolinea Noemi.
Al nuovo disco Cuore d’artista, seppur
con la collaborazione di autori
d’eccezione, Noemi ha lavorato in
prima persona; molti pezzi ci regalano
un suo ritratto fedele, come Idealista,
scritto appositamente per lei da
Ivano Fossati (dalle prime parole del
testo nasce il titolo dell’album) con
un messaggio positivo sul futuro e
sull’importanza di non arrendersi
mai, oppure Devi essere forte: «Immagino
di cantarla a me stessa e ai miei
coetanei. È un invito a prenderci le
nostre responsabilità».
E poi c’è Amen. Il tema è chiaro: «Un
pezzo forte, attuale e universale e che
inizialmente doveva accompagnarmi
a Sanremo. È una preghiera laica,
una richiesta di ascolto, un armistizio
dell’anima che ho provato verso ciò
che sta succedendo nel mondo. Canto
“siamo gli della stessa terra, siamo in
guerra”, ma concludo che le cose negative
vanno prese con positività».
Noemi parla con naturalezza della
sua fede: «Come succede spesso ha alti
e bassi ma sono sempre stata credente.
Amo questo Papa e la sua Enciclica
Laudato si’. Credo sia anche un trattato
di ecologia e di educazione civica.
Francesco è coraggioso e ammiro
come ha accorciato la distanza con i
credenti e anche con i non credenti».
Noemi è partita nel 2008 a X Factor,
dove ha conquistato un’innegabile
popolarità. Al ruolo di cantante ha poi
affiancato quello di giudice per tre edizioni
di The voice. Tuttavia non si considera
affatto arrivata: «Mi sento in
bilico e non penso ancora di avercela
fatta. Ogni volta che esce un disco è un
banco di prova e continuo a scommettere
su quello che faccio impegnandomi
al meglio. Per il momento la mia
più grande soddisfazione è stata duettare
con Fiorella Mannoia e cantare un
testo di Vasco o di Gaetano Curreri».
Fidanzata da sei anni, fa dei progetti
come tutti, «ma la nostra è una
generazione purtroppo pigra, al di
là della situazione economica siamo
meno capaci di sognare e non siamo
abituati a costruire insieme. Abbiamo
trovato l’Italia dissestata e dovremo
rimboccarci le maniche».
Alle spalle una famiglia solida.
I suoi genitori che la sostengono da
sempre, anche dietro le quinte a Sanremo:
«Erano molto “figli dei fiori” e
quindi non mi hanno mai detto “devi
studiare”. Sono io che ho voluto comunque
laurearmi in Lettere per concludere
così un periodo della mia vita.
La mia mamma è davvero giovane, è
del ’60, e ama moltissimo la musica.
L’ho sempre sentita vicina». E sua sorella
Arianna? «Abbiamo un rapporto
vero e sincero anche se come è normale
litighiamo. Ma poi l’importante
è non allontanarsi, riprendersi e fare
pace come dice il Papa».